Hoyt Brian Yee
Il presidente del comitato sulla
giustizia del Congresso, il repubblicano Bob Goodlatte (R-VA), guida una
delegazione di 15 membri in una missione urgente in Grecia, Bosnia,
Albania, Macedonia, Kosovo e Italia, per testimonianze sul favoritismo
dell’era Obama che continua a danno di cittadini, istituzioni e
stabilità regionali.
La delegazione del Congresso (noto come codel) è
partita il 6 maggio per un’indagine congressuale di dieci giorni. Un
addetto dell’ufficio giustizia del Congresso rifiutava di commentare
citando preoccupazioni sulla sicurezza.
Anche se sei dei nove membri
sono repubblicani, come i conservatori Steve King (IA) e Tom Marino
(PA), la natura della missione estera del Congresso, Codel, dipende dal
dipartimento di Stato; dove gli ambasciatori in ogni Paese sono nominati
dall’amministrazione Obama che continuano ad attuarne le politiche. È
difficile immaginare che la delegazione riceva informazioni imparziali
dalle ambasciate assai invadenti nella politica locale, secondo le
comunità dirigenti di ogni Paese.
Procuratore Generale contro ambasciata USA a Tirana
Quest’anno apparve una brutta emergenza tra il Procuratore Capo dell’Albania, un’entità nazionale politicamente neutrale, e l’ambasciatore cino-statunitense Donald Lu.
Quest’anno apparve una brutta emergenza tra il Procuratore Capo dell’Albania, un’entità nazionale politicamente neutrale, e l’ambasciatore cino-statunitense Donald Lu.
“Il primo ministro Edi Rama, sostenuto dall’ambasciatore statunitense, ha distrutto l’indipendenza della nostra giustizia“, dichiarava un procuratore di Tirana all’American Spectator. “Sotto la bandiera della riforma giudiziaria, c’è la politicizzazione“.
Edi Rama, vecchio capo del Partito Socialista, è un amico fidato di
George Soros, la cui rete è profondamente presente in Albania e
collabora con l’ambasciata degli Stati Uniti su numerosi progetti, tra
cui uno dell’USAID da 8,8 milioni di dollari su… s’indovini, la riforma
giudiziaria.
“Quando abbiamo espresso opinioni professionali diverse dall’ambasciata statunitense, opinioni professionali su diversi approcci, Lu si arrabbiò“,
affermava il procuratore, non disposto
ad essere nominato. Spiegò che la Commissione di Venezia dell’Unione
Europea, concepita per adeguare le proposte di riforma rispettando la
legislazione europea, ha spesso affiancato i procuratori albanesi in
queste controversie tecniche.
Il procuratore aggiunse che il suo ufficio
ha cercato di dare priorità al traffico di droga e criminalità,
questioni importanti in Albania, mentre l’ambasciata statunitense ha
rigettato la massiccia coltivazione ed esportazione di cannabis come
“non un problema statunitense”.
Le priorità divergenti tra autorità
giuridiche albanesi e ambasciata degli Stati Uniti sono confermate dal
sito indipendente Exit.al. Donald Lu ha punito i procuratori e i
giudici che non sono d’accordo con lui revocando i visti per gli USA,
già concessi, a circa 70 giudici e procuratori, secondo il procuratore
capo Adriatik Llalla.
In risposta, Llalla avvertì l’ambasciatore Lu
accusandolo di manipolazione e ricatto in una lettera pubblicata sul
sito dell’ufficio e in una conferenza stampa, a febbraio. Llalla ha
anche accusato Lu di cercare d’impedire al suo ufficio d’indagare sulla
corruzione di una grande società cinese, Bankers Petroleum. Come
titolava Washington Times su questo conflitto, riassunto tre mesi fa, “il dipartimento di Stato infetto da Soros gioca in Albania“.
Crisi politica in Macedonia
Non soddisfatto dal danneggiare il proprio Paese, Edi Rama ha colpito la vicina Macedonia provocando profonde instabilità nel tentativo aggressivo di aiutare socialisti ed albanesi musulmani.
Non soddisfatto dal danneggiare il proprio Paese, Edi Rama ha colpito la vicina Macedonia provocando profonde instabilità nel tentativo aggressivo di aiutare socialisti ed albanesi musulmani.
L’ambasciata
statunitense è ampiamente considerata una base del partito socialista in
Macedonia come in Albania. Rama convocava una riunione dei tre partiti
politici macedone-albanesi (il 15-20% della Macedonia è albanese) e ha
elaborato la cosiddetta “Piattaforma di Tirana”, un documento
pericolosamente separatista che mina l’identità della Macedonia.
Questi
partiti albanesi quindi si sono coalizzati con i socialisti macedoni e
chiedono il diritto di formare un nuovo governo, contro il partito
conservatore VMRO-DPMNE, che fino all’attuale crisi ha gestito
l’economia di libero mercato più riuscita nei Balcani. In tutto il
Paese, i macedoni protestano contro la piattaforma di Tirana e contro
l’ambasciatore Jess Baily, ritenuto pregiudizievole verso il VMRO.
Ultimamente, il conflitto è esploso nel parlamento. Ancora una volta, la
maggior parte dei funzionari locali ha priorità diverse rispetto
all’ambasciata: i macedoni hanno subito secoli di incursioni dai vicini.
Sono preoccupati soprattutto per la sicurezza, mentre gli statunitensi
finanziano le ONG su “mobilitazione” e “attivismo”. Come il leader
macedone-statunitense Bill Nicholov scrisse a fine aprile:
“Il dipartimento di Stato e l’ambasciata statunitensi in Macedonia sono… s’ingannano sugli affari interni della Macedonia, provocando sconvolgimenti e attacchi all’origine etnica e alla sovranità dei macedoni“.
Nicholov invita il presidente Trump a cambiare strada sul piccolo Paese a nord della Grecia.
Crisi nella crisi in Grecia
Proprio come in Albania e Macedonia, il governo degli Stati Uniti appoggia apertamente il giovane leader di sinistra in Grecia che implementa politiche polarizzanti come il primo ministro e capo del partito Syriza (coalizione dei partiti radicali di sinistra).
Proprio come in Albania e Macedonia, il governo degli Stati Uniti appoggia apertamente il giovane leader di sinistra in Grecia che implementa politiche polarizzanti come il primo ministro e capo del partito Syriza (coalizione dei partiti radicali di sinistra).
Durante il suo ultimo tour europeo, il presidente Barack Obama visitava
Atene per vedere il primo ministro greco Alex Tsipras, coerente marxista
cui gli Stati Uniti si concedono: istituti multilaterali di prestito
sarebbero gentili con il suo governo.
Obama è stato solidale e
protettivo con Tsipras quanto Bill Clinton quando il primo ministro
visitò New York per partecipare a un’iniziativa della Clinton Global Initiative
nel settembre 2015. Eppure, l’immediata liberalizzazione della politica
d’immigrazione quando prese il potere nel 2015 è il fattore più
importante della crisi dei rifugiati che travolge e mette in pericolo
l’Europa.
A pochi mesi dalla presa del potere, un ministro di Syriza
annunciò che il governo avrebbe trasformato le strutture di detenzione
dei rifugiati in centri di accoglienza ed interrotto la politica
aggressiva di identificazione e deportazione dei migranti clandestini.
Nei quattro mesi successivi alla dichiarazione del governo, nell’aprile
2015, secondo cui i profughi siriani avrebbero ricevuto documenti di
viaggio per l’Europa, gli arrivi aumentarono del 721%.
Ancora oggi i
migranti continuano ad arrivare dalla Turchia, Paese che non ha ancora
la situazione finanziaria in ordine. Può l’ambasciatore statunitense
ricevere fiducia dal rapporto del congressista Goodlatte del Codel sulla
disastrosa crisi che colpisce la Grecia?
Probabilmente no.
L’ambasciatore Geoffrey Pyatt fu inviato ad Atene lo scorso anno, dopo
tre anni a Kiev, dove fu ampiamente considerato agente di coloro che
promossero il colpo di Stato, tra cui George Soros. Pyatt è meglio noto,
forse, per essere l’interlocutore sulla telefonata “si fotta l’Europa!”
dell’assistente segretaria Victoria Nuland.
Anche se Nuland si è
dimessa dopo l’elezione del presidente Donald Trump, il suo
vicesegretario aggiunto per gli affari europei e eurasiatici Hoyt Brian
Yee rimane responsabile della politica del dipartimento di Stato nei
Balcani. Continua a viaggiare spesso nei Balcani, anche se solo poche
settimane prima il presidente macedone si rifiutasse d’incontrarlo,
sconvolto dalla manipolazione statunitense del proprio Paese.
Kosovo
Yee è stato accolto con entusiasmo dai funzionari in Kosovo, dove la pressione statunitense e i bombardamenti crearono la piccola nazione di 1,8 milioni di persone. (La giornalista balcanica Masha Gessen indica come il bombardamento NATO della Serbia nel 1999, senza consultare la Russia, creò il precedente per l’intervento della Russia in Crimea secondo il governo russo).
Yee è stato accolto con entusiasmo dai funzionari in Kosovo, dove la pressione statunitense e i bombardamenti crearono la piccola nazione di 1,8 milioni di persone. (La giornalista balcanica Masha Gessen indica come il bombardamento NATO della Serbia nel 1999, senza consultare la Russia, creò il precedente per l’intervento della Russia in Crimea secondo il governo russo).
Tuttavia, anche in Kosovo, i funzionari
locali reagiscono alle direttive statunitensi, regolarmente svolte in
pubblico piuttosto che discrete o per via diplomatica. Per esempio, Yee
s’è recato a Pristina a fine marzo per ordinare ai capi nazionali, che
contemplavano la decisione di trasformare la forza di sicurezza della
nazione in un esercito formale, di “escludere la legge”. Se gli Stati
Uniti non vogliono che Pristina crei un esercito, perché diavolo li
abbiamo addestrati e incoraggiati per anni?
È facile per l’ambasciatore
statunitense Greg Delawie pubblicare video sconvolgenti su YouTube in
cui appare come un clown mentre discute dei piani anticorruzione, ma la
sicurezza non è uno scherzo per chi vive nei Balcani.
Scommettere in Bosnia
Un altro ambasciatore statunitense che sembra preferire la diplomazia amatoriale degli #hashtag sui media sociali e gli scontri pubblici con funzionari nazionali, è l’ambasciatrice degli Stati Uniti in Bosnia Erzegovina Maureen Cormack, altro Paese che gli Stati Uniti hanno contribuito a creare e a cui i contribuenti statunitensi versano 1,6 miliardi di dollari di aiuti.
Un altro ambasciatore statunitense che sembra preferire la diplomazia amatoriale degli #hashtag sui media sociali e gli scontri pubblici con funzionari nazionali, è l’ambasciatrice degli Stati Uniti in Bosnia Erzegovina Maureen Cormack, altro Paese che gli Stati Uniti hanno contribuito a creare e a cui i contribuenti statunitensi versano 1,6 miliardi di dollari di aiuti.
A una settimana dall’arrivo nel Paese nel
2015 postò un blog sull’istruzione della Bosnia, accusandola di essere
discriminatoria ed etnicamente divisiva. Mi scusi, ambasciatrice
Cormack, ma il governo degli Stati Uniti ha creato una nazione sulla
divisione etnica secondo gli accordi di Dayton, così … benvenuta al suo
posto.
Quest’anno, la sconvolgente incuria verso il leader
serbo-bosniaco Milorad Dodik, presidente della regione autonoma serba,
la Repubblica Srpska, problema nel problema nell’accordo sul Paese, ha
raggiunto nuove altezze: fece imporre al Tesoro degli Stati Uniti le
sanzioni al presidente per aver celebrato una festa serba ortodossa il 9
gennaio, giorno di Santo Stefano. In risposta, la dichiarò “nemica dei serbi, sgradita nella Repubblica serba“. Bel lavoro.
Nel complesso, gli ambasciatori dell’era Obama sono riusciti a favorire la tensione etnica (in particolare in Macedonia e Bosnia), promuovendo favoriti politici recuperati, soprattutto socialisti e membri della rete di George Soros (Albania, Grecia, Macedonia), che reputano di sapere cosa sia meglio per il proprio Paese (Albania, Bosnia, Kosovo, Macedonia).
Il segretario di Stato Rex Tillerson annunciava la scorsa
settimana che gli Stati Uniti non imporrano più agli altri Paesi
l’adozione dei valori statunitensi. Le nostre ambasciate nei Balcani
chiaramente non hanno ricevuto il memo.
Kurir – The American Spectator 10 maggio 2017
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
https://aurorasito.wordpress.com/2017/05/11/il-congresso-degli-usa-indaga-su-soros/
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