Ieri è emerso palesemente come la
questione vaccini è ormai strumentalizzata da tutte le forze politiche
[nessuna esclusa] ai fini di campagna elettorale.
La Ministra Lorenzin conduce
campagna elettorale per se stessa, dichiarando che è pronto un testo di
legge che prevede l’obbligatorietà delle vaccinazioni per l’accesso alla
scuola dell’obbligo con un ampliamento delle vaccinazioni obbligatorie
indicate dal nostro ministero e il superamento della dicotomia tra
vaccinazioni obbligatorie e raccomandate.
Il Governo tenta di bloccare
sul nascere pericolose fughe in avanti della Lorenzin che potrebbero ampliare diatribe intestine e fastidiosi scossoni. E la Ministra dell’Istruzione Fedeli avrebbe opposto la necessità di tutelare – oltre alla salute – l’altro diritto costituzionale all’istruzione.
Insomma, la discussione è così accesa e
schizofrenica che i politici che si occupano di sanità pubblica tendono a
concentrare gli sforzi su questo problema, talvolta con demagogia e
talvolta sulla base di errata informazione, anche distogliendo
l’attenzione da altre pratiche di prevenzione ancora molto efficaci e
dall’estremo bisogno, in materia, di una ricerca paziente e sistematica
dei dati epidemiologici e dei nuovi sistemi diagnostici.
Infatti, ad oggi, è un dato di fatto che ancora non disponiamo dei dati AIFA
sulle reazioni avverse dal 2013 in poi, una situazione a dir poco grave
ed ambigua nel momento in cui si vuole proporre la coercizione
vaccinale in netto contrasto con tutto il resto d’Europa.
Così, coloro che, come noi, svolgono una
professione sanitaria si trovano improvvisamente catapultati sul
“fronte” e il proprio ruolo professionale, così delicato e importante,
oscilla tra quello di un funzionario dello Stato e quello di un
consigliere del proprio paziente.
Al contrario del solito Professore
dall’insulto mediatico facile e totalmente a “senso unico”, di fatto,
esistono poche certezze scientifiche che possano dirimere tutti i dubbi
su tutti i vaccini e che possano contribuire a dettare delle “regole”
basate su evidenze incontrovertibili.
Gli argomenti da prendere in
considerazione nella realizzazione di Leggi di salute pubblica, che
riguardano in gran parte la loro efficacia per la tutela della stessa,
sono molteplici e non sempre conciliabili. Va segnalato, per esempio,
che nella regione Veneto l’abolizione dell’obbligo vaccinale,
accompagnato da una campagna di sensibilizzazione dell’opinine pubblica,
ha ben funzionato e, a distanza di oltre 10 anni, non è ricomparsa
nessuna epidemia.
Tuttavia, in questi ultimi mesi abbiamo
assistito agli allarmismi più assurdi veicolati da parte di funzionari
delle Istituzioni sanitarie allo scopo di
“arginare il pericoloso ritorno di malattie infettive dimenticate dovuto al calo delle coperture vaccinali”.
A parte il fatto che non si capisce quale sarebbe il “pericoloso ritorno” [che non esiste] né di quali “malattie dimenticate” stanno parlando, va sottolineato che questo slogan dato in pasto agli igienisti è stato proposto in un simposio inserito nel congresso SItI denominato “SPMSD”, ovvero “Sanofi Pasteur MSD” [produttore di numerosissimi vaccini].
In altre occasioni, è stato addirittura dichiarato:
«Ci aspettiamo, anche in Italia, i primi casi di poliomielite e difterite, dovuti al calo delle vaccinazioni […] I batteri circolano ed essendoci migliaia di bambini non protetti contro poliomielite, difterite, tetano, morbillo, parotite, rosolia è ovvio che ci saranno, oltre ai casi che noi normalmente conosciamo, nuove infezioni».
A proposito di questo minestrone, che
certo non tranquillizza l’opinione pubblica, va sottolineato che secondo
i recenti criteri di epidemiologia e di medicina basata sulle evidenze, ciò che “ci si aspetta” andrebbe dimostrato o smentito da uno studio adeguato e ciò che è “ovvio” o “semplicemente probabile”
non necessariamente è anche vero nella realtà. Pertanto, dovrebbe
essere utilizzata maggior prudenza nelle dichiarazioni pubbliche
soprattutto se chi parla non esprime un’opinione personale come tante
altre, ma rappresenta una Istituzione sanitaria.
Di fatto, non vi è alcuna evidenza che siano comparsi casi di poliomielite e/o di difterite,
in numero superiore alle attese. Né si registra alcun pericolo per la
salute pubblica per altre malattie menzionate per le quali, al massimo,
si sono verificati pochissimi casi in persone non vaccinate e [per la parotite e recentemente la meningite e il morbillo] anche in persone vaccinate.
Se da una parte è chiaro che internet
permette la diffusione di notizie allarmistiche e non controllate,
destano ancor più perplessità le dichiarazioni di persone che dovrebbero
essere competenti ed invece non leggono i dati e dimostrano di non
studiare abbastanza [politici, amministratori delegati delle industrie
del farmaco, rappresentanti di Farmindustria, professori molto attivi su
Facebook ma totalmente assenti dalle corsie degli ospedali].
L’allarmismo sul morbillo va sempre di moda
Il Center for Disease Control [CDC] degli Stati Uniti, quello della frode sulla questione autismo e vaccinazioni di cui parla il film Vaxxed, ha scelto proprio il morbillo come “indicatore” della bontà delle strategie vaccinali per un progetto della durata di cinque anni. L’obiettivo è di raggiungere una copertura di almeno il 90% di bambini vaccinati entro i quindici mesi di vita.
E’ curioso il fatto che le nazioni considerate “leading”
di tale progetto – in cui sono in ballo parecchi quattrini – siano
l’Italia e il Portogallo, con il “contributo” di altre come India,
Pakistan, Corea, Arabia Saudita, Yemen.
Per raggiungere tale obiettivo le nazioni dovranno:
- Condurre immunizzazioni di routine
- Stabilire attività che colmano i difetti del sistema di vaccinazione
- Implementare la sorveglianza
- Implementare le campagne di comunicazione
- Studiare il morbillo e le altre epidemie occasionali
- Migliorare i laboratori diagnostici
- Rafforzare la capacità di risposta alle epidemie e dissolvere le “barriere” alla vaccinazione
- Raggiungere e documentare la capacità di produrre sufficienti vaccini
- Raggiungere e documentare la capcità di iniezioni sicure
- Raggiungere e documentare la vaccinazione dei lavoratori della sanità
Probabilmente queste raccomandazioni
hanno ispirato il nuovo piano nazionale dei vaccini, che ha aumentato
molto gli investimenti in tale settore.
Ecco quindi che dopo l’epidemia farlocca
di meningite, in cui il patogeno era di fatto il giornalista,
dall’inizio dell’anno è un continuo rimbalzare di notizie sul fatto che è
tornato il morbillo a causa del calo delle vaccinazioni, o peggio ancora dei movimenti anti-vaccino.
In realtà, il morbillo non è mai scomparso perché è una malattia ciclica e quindi non può “tornare”.
Che poi lo portino i movimenti anti-vaccino è tutto da dimostrare: la
permanenza del virus nell’ambiente può essere legata anche alla scarsa
durata dell’ipotetica protezione indotta dai vaccini.
A questo proposito
abbiamo pubblicato parecchio materiale al capitolo dedicato al vaccino contro il morbillo, dimostrando l’esistenza delle fallanze vaccinali in letteratura scientifica e di numerosi casi di epidemie di morbillo in popolazioni altamente vaccinate.
Qualche kamikaze da tastiera si è spinto anche oltre nelle sue affermazioni allarmistiche scrivendo che
L’Italia è il secondo peggior Paese europeo per diffusione del contagio. Il peggiore, l’unico che ci batte in negativo, è la Romania.
Ecco. Questo rappresenta il tipico
esempio di allarmismo da ignoranti. Evitiamo di scrivervi la fonte per
pietà nei confronti di un medicunzolo di provincia della zona di Ancona.
Sta di fatto che il morbillo è malattia che può dare piccole epidemie e non ha senso citare paragoni tra Paesi europei con differenti calendari vaccinali.
I dati ECDC europei riportano vari casi di morbillo
in Austria, Belgio, Bulgaria, Danimarca, Francia, Germania, Ungheria,
Italia, Spagna, Svezia e Romania. In nessuna di queste nazioni è in atto
la cagnara a cui assistiamo quotidianamente nel nostro Paese.
Curioso poi che si segnalino addirittura
5000 casi in Romania, omettendo di scrivere che questo polpettone di
numeri parte dal mese di settembre 2016 per arrivare ad oggi.
Questo tipo di messaggio ricorda molto i
casi di meningite riportati dai mass media ogni giorno, durante i mesi
di gennaio e febbraio. Finita la meningite, ora stiamo ballando il
valzer del morbillo.
Per fortuna è meno grave, ma ovviamente non ve lo
dicono.
Un’altra situazione che non vi dicono è
che mentre in assenza di vaccinazione si ammalavano maggiormente i
bambini, ora con la vaccinazione [entrata in vigore sistematicamente
negli anni ’90] compaiono molti più casi in persone adulte, visto che
gran parte degli adulti non sono vaccinati [però l’obbligo vaccinale lo
vogliono introdurre a danno dei poveri bambini].
Inoltre, l’aumento di età del morbillo,
e la comparsa in giovani adulti, è dovuto al fatto che la tanto
decantata protezione del vaccino decade più velocemente di quella
immunità conferita dalla malattia naturale.
Viene quindi da chiedersi quali
potrebbero essere le ragioni per cui negli ultimi tempi si stanno
diffondendo allarmi ingiustificati e la moda di sparare a zero contro
chi sceglie di non vaccinarsi.
Chi è il suggeritore della Lorenzin?
La disinformazione sul delicato argomento delle vaccinazioni sta minando alla base il principio di sicurezza
dei cittadini e persino la fiducia nelle Istituzioni. Ciò è più grave
se le dichiarazioni, vere o talvolta distorte, vengono da persone che
per la loro veste istituzionale sarebbero tenute ad una massima
obiettività.
A “Porta a Porta” del 22/10/2014 al minuto 36:22 la Ministra Beatrice Lorenzin dichiara che “solo di morbillo a Londra, cioè in Inghilterra, lo scorso anno [quindi nel 2013] sono morti 270 bambini per una epidemia di morbillo molto grave”. Dati ufficiali del Governo Inglese:
nel 2013, di morbillo si è registrato 1 decesso, di un uomo di 25 anni,
dopo la polmonite acuta come complicanza del morbillo a seguito di malpractice sanitaria. Da notare che i test per stabilire se la causa del decesso fosse il virus non hanno dato alcun esito.
A “Piazza Pulita” del 22/10/2015 [esattamente un anno dopo] al minuto 5:57 la Ministra Beatrice Lorenzin dichiara: “Di morbillo si muore, in Europa! … c’è stata una epidemia di morbillo a Londra lo scorso anno [quindi nel 2014], sono morti più di 200 bambini…”. Dati ufficiali:
nel 2014 nessun decesso. Da 25 anni a questa parte i decessi per
morbillo nel Regno unito sono oscillati tra 0 a massimo 4. Come anche in
Italia.
21 luglio 2016, a seguito d’intervista, la Ministra Lorenzin risponde:
«…… In Gran Bretagna tre anni fa c’è stata una epidemia di morbillo – dovuta proprio al fatto che molti avevano rinunciato al vaccino – che ha causato la morte di centinaia di persone. Per correre ai ripari è stato varato un piano di emergenza e di prevenzione costato centinaia di milioni di euro».
Orbene, in tutte le interviste la nostra
Ministra appare tanto convinta di quello che dice da indurre a pensare
che sia in buona fede, quindi non resta che pensare si sia trattato di
un involontario errore di esagerazione o di segnalazione.
Quel che però lascia perplessi è il fatto che tale “fake-news ministeriale“, totalmente priva di ogni fondamento e certo procuratrice di allarme nella popolazione, ripetuta per tre anni di seguito, non sia mai stata smentita, né dalla FNOMCeO, né dalla Società Italiana di Pediatria, né dal sito VaccinarSì, né da alcun Ente preposto all’informazione sanitaria.
Un’altra “chicca” della Sig.ra Lorenzin è quella per cui il 17 maggio 2016, nel corso di un acceso dibattito avrebbe dichiarato che non c’è cura per la pertosse
e si deve solo confidare nel sistema immunitario. Forse da un Ministro
della Salute, anche senza laurea in medicina, ci si potrebbe aspettare
che conosca l’esistenza degli antibiotici.
Speriamo che qualcuno possa informare la Ministra, perché questa
confusione non può non pesare sul lavoro dei medici a confronto con i
pazienti e i cittadini su delicati temi come la scelta vaccinale.
Infatti, viene da immaginare se un
medico, interpellato da un suo paziente che abbia assistito alle
trasmissioni o letto le interviste, abbia il diritto di smentire
l’opinione della Ministra senza il timore di incorrere nella radiazione politica a tavolino.
Questo tipo di discussioni sulla Sanità
hanno poco a che fare con l’efficacia dei vaccini, semmai hanno a che
fare con la poltrona di potere che si occupa e con accordi che
nascondono sempre un dare e un avere.
Dobbiamo dedurre che la signora Lorenzin non è capace neanche a leggere (i dati)!
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