martedì 18 novembre 2014

Ucraina, sanzioni, UE: intervista del presidente Putin alla Tv tedesca ARD

Ucraina, sanzioni, UE: intervista del presidente Putin alla Tv tedesca ARD

Nell’intervista al canale televisivo tedesco ARD, Vladimir Putin ha risposto alle domande sulla situazione in Ucraina, sulle sanzioni e sui rapporti della Russia con l’Ue. L’intervista è stata registrata il 13 novembre a Vladivostok. (Pubblicata con tagli.)
 
H.Seipel: Egregio signor Presidente, Lei è finora l’unico Presidente russo che sia intervenuto al Bundestag. Ciò è avvenuto nel 2001. Lei ha detto che era necessario sradicare le idee della guerra fredda.
V.Putin: Ho cercato semplicemente di analizzare il precedente periodo di sviluppo della situazione in Europa e nel mondo dopo che l’Unione Sovietica ha cessato di esistere.
H.Seipel: Lei dice che i vostri interessi nella sfera della sicurezza non sono stati tenuti in conto in misura sufficiente.
È stato l’accordo di associazione dell’Ucraina con l’Unione Europea a far scattare il grilletto dell’attuale crisi. Il documento si chiama “Accordo di associazione tra l' Unione Europea e l'Ucraina”. Il punto centrale dell’accordo è l’apertura dell’accesso dell’Ue all’Ucraina e non viceversa. Perché Lei si è espresso contro questo accordo?
V.Putin: In realtà nella sfera economica avviene quasi lo stesso che in quella della sicurezza. Diciamo una cosa ma ne facciamo un’altra. Parliamo della necessità di creare uno spazio comune ma in realtà tracciamo nuove linee divisorie.
Come possimo ammettere tutto questo? Abbiamo detto sin dall’inizio: “Sentite, siamo a favore di questo ma proponiamo di farlo gradualmente, tenendo conto dei problemi reali che possono sorgere tra noi e l'Ucraina”. Cosa ci hanno risposto? “Questo non è affare vostro, non ficcate il naso”.
H.Seipel: Avete sottovalutato la reazione dell’Occidente e la possibilità delle sanzioni che poi sono state adottate?
V.Putin: Riteniamo questa reazione assolutamente inadeguata a quanto è avvenuto.
Quando sentiamo rimostranze in merito al fatto che la Russia avrebbe violato il diritto internazionale in Crimea, ciò suscita in me solo sorpresa. Il diritto internazionale è in primo luogo lo Statuto dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, è la prassi internazionale e la spiegazione di questa prassi da parte delle relative istanze internazionali.
Abbiamo un vivido e fresco precedente, quello del Kosovo.
H.Seipel: Intende la decisione presa dalla Corte internazionale riguardo il Kosovo? Quella secondo cui il Kosovo aveva il diritto all’autodeterminazione?
V.Putin: Vi era detto che nella soluzione della questione dell’autodeterminazione il popolo che abita su un determinato territorio non deve chiedere il parere in merito alle autorità centrali del proprio Stato in cui si trova in quel momento. Per la realizzazione delle relative procedure di autodeterminazione non è richiesta l’autorizzazione da parte delle autorità centrali, del governo del paese. In Crimea non è stato fatto nient’altro oltre a quello che era stato fatto nel Kosovo.
Sono profondamente convinto che la Russia non abbia commesso nessuna violazione del diritto internazionale. Anche se è vero, non lo nascondo, che le nostre forze armate hanno bloccate le forze armate ucraine stanziate in Crimea per non ammettere lo spargimento di sangue, per dare alla gente la possibilità di esprimere il proprio parere su quale futuro volessero per sé e per i propri figli.
H.Seipel: Mi permetta di toccare il seguente aspetto. Adesso l’Ucraina è scisa. Quattromila persone sono morte, ci sono centinaia di migliaia di profughi, tra cui anche quelli che si sono diretti in Russia. Conformemente agli accordi di Minsk doveva instaurarsi una tregua ma ogni giorno periscono uomini. L’Ucraina è fallita. In questa conflitto, in sostanza, hanno perso tutti. L’Ucraina, forse, in primo luogo, ma anche l’Europa e la Russia. Come vede il futuro dell’Ucraina?
V.Putin: L’Ucraina è un paese complesso. A mio parere, manca la comprensione del fatto che per avere successo, per essere stabili e prosperi è necessario che tutte le persone che abitano su questo territorio, indipendentemente dalla lingua che parlano, sentano che questo territorio è la loro patria. Non capisco pertanto il mancato desiderio di alcune forze politiche in Ucraina, che non vogliono nemmeno sentir parlare della possibilità di federalizzazione.
H.Seipel: Rimarrà l’Ucraina uno Stato autonomo? La seconda domanda è questa: può la Russia fare di più? Forse la Russia dispone di possibilità ancor maggiori in Ucraina?
V.Putin: Abbiamo sentito più volte dire che la Russia possiede la chiave della soluzione del problema siriano, che abbiamo particolari possibilità per la soluzione di qualche altro problema, anche del problema ucraino. Ogni volta in me nasce il sospetto che si voglia scaricare su di noi la responsabilità e farci pagare per qualcosa in via supplementare. L’Ucraina è uno Stato autonomo, indipendente, sovrano. Siamo molto preoccupati per il fatto che vi possa sorgere il desiderio di effettuare pulizie etniche, temiamo che l’Ucraina possa slittare verso il neonazismo. Se ciò succederà, sarà una catastrofe per l’Ucraina e per il popolo ucraino.
Gli accordi di Minsk hanno visto la luce solo perché noi, la Russia, abbiamo lavorato anche con le milizie del Donbass, ossia del sud-est dell’Ucraina, e le abbiamo convinte della necessità di accettare alcune intese. È vero, però, che esitono determinati problemi nell'attuazione di questi accordi.
Ma neanche le truppe ucraine liberano alcuni centri abitati dai quali dovevano andarsene. È importante cessare senza indugio lo spargimento di sangue, i bombardamenti reciproci e creare le condizioni per l’inizio del dialogo politico. Ma manca appunto il dialogo politico.
H.Seipel: Le autorità di Kiev hanno scritto una dichiarazione secondo cui la Russia sostiene i separatisti fornendo loro armi e inviandovi propri militari.
V.Putin: La cosa più importante è non considerare il problema in via unilaterale.
Adesso nell’est dell’Ucraina sono in corso delle ostilità. Le autorità centrali ucraine vi hanno inviato l’esercito, si usano persino dei missili balistici. Qualcuno parla di questo? Nemmeno una parola. Ciò dimostra che volete che le autorità centrali ucraine vi eliminino tutti i propri avversari ed opponenti politici? Volete questo? Noi non lo vogliamo. E non lo permetteremo.
H.Seipel: Dopo l’adesione della Crimea alla Russia l’Occidente ha escluso la Russia dal G8. Contemporaneamente gli USA e la Gran Bretagna hanno introdotto sanzioni antirusse. Secondo Lei, questa crisi è controproduttiva?
V.Putin: Certamente, chi vi è interessato? Ovviamente, contiamo che la crisi in Ucraina cesserà. Certo, vogliamo rapporti normali con tutti i nostri partner, anche negli Stati Uniti e in Europa. Indubbiamente, quello che succede in seguito alle cosiddette sanzioni è dannoso per l’economia mondiale, e lo è sia per noi che per l’economia mondiale – prima di tutto all'interno dei rapporti tra Russia ed Ue.
Se i nostri partner in Europa e negli USA vogliono aiutare l’Ucraina, come possono minare la base finanziaria limitando ai nostri istituti finanziari l’accesso ai mercati internazionali del capitale? Vogliono far fallire le nostre banche? Ma allora faranno fallire l’Ucraina. Ma pensano o no a quello che fanno? O la politica gli annebbia la vista?
H.Seipel: È molto difficile correggere gli errori commessi da altri. Lei stesso ha commesso errori?
V.Putin: Di errori ne vengono sempre commessi. L’importante è reagire tempestivamente ed efficacemente agli stessi, analizzare e capire questi errori ed andare avanti. Non verso un vicolo cieco ma verso la soluzione dei problemi.
Mi sembra che nell’ultimo decennio abbiamo agito proprio in questo modo nei rapporti con l’Europa in generale e con la Repubblica Federale di Germania in particolare. Guardate quale atmosfera si è formata tra Russia e Germania negli ultimi 10–15 anni. A quanto mi risulta, è una base molto buona, un ottimo fondamento per lo sviluppo dei rapporti non solo tra i due Stati ma anche tra Russia ed Europa in complesso e, in generale, per l’armonizzazione dei rapporti nel mondo. Sarebbe deplorevole se lo perdessimo.
H.Seipel: Signor Presidente, La ringrazio molto per questa intervista.




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