venerdì 6 marzo 2015

Mosca pronta a dialogare con tutti coloro che vogliono cooperare

© Foto: Security & Defence Agenda

Il rappresentante della Russia presso l’Unione Europea, Vladimir Chizhov, ha dichiarato che i partner occidentali non smettono di sospettare che la Russia voglia spaccare l’unità degli Stati UE e delle strutture europee.

Russia non sta facendo nulla di questo e anzi è disposta a dialogare con tutti coloro che vogliono cooperare.
"I nostri partner di Bruxelles hanno sempre sospettato e continuano a sospettare la Russia, pensando che noi vogliamo compromettere l'unità degli Stati membri, soprattutto sul piano dei rapporti tra i singoli Stati e le strutture europee. Invece, non l'abbiamo mai fatto e siamo pronti a dialogare con tutti coloro che sono disposti ad ascoltarci e a cooperare con noi",
— ha detto Chizhov in un'intervista alla televisione russa "Rossiya-24".
"Alcuni paesi UE sono più aperti a questo dialogo, altri  lo sono in misura minore", 
— ha aggiunto il diplomatico. Negli ultimi tempi, ha rilevato Chizhov, ci sono stati dei contatti con i dirigenti di Ungheria e Cipro, adesso arriva il premier del governo italiano, molto interesse c'è da parte del nuovo governo greco.

Il rappresentante della Russia presso l'UE ha convenuto con il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, secondo il quale al momento non esistono ancora le condizioni per tenere un vertice Russia-UE.
"Un vertice in tutti i casi richiede una seria preparazione. Un'altra cosa è che questa preparazione potrebbe essere avviata già adesso, ma può anche essere rinviata per un tempo determinato", 
— ha aggiunto Chizhov.

Il diplomatico ha inoltre informato che l'iniziativa di Kiev, che ha chiesto l'invio di una forza di pace dell'ONU, per ora non è stata condivisa né da Bruxelles, né da Washington.  C'è però da essere allarmati dalle dichiarazioni secondo cui gli osservatori dell'OSCE nel Donbass non sono in grado di svolgere le loro funzioni.
"Quello che preoccupa sono le voci che sostengono che l'OSCE non è all'altezza dei compiti ad essa affidati, pertanto dovrebbe essere sostituita, o integrata,  con una forza di pace dell'ONU o una forza di polizia dell'UE. È quanto Kiev ha continuato a ripetere nelle ultime settimane ma — sia lodato il Signore — senza particolare successo. Questa iniziativa potrebbe soltanto complicare la situazione, a Minsk non se n'è parlato: né della missione ONU, né della missione europea. Questa iniziativa di Kiev non ha trovato sostegno né qui, né a Bruxelles e nemmeno presso l'amministrazione USA a Washington",  
ha detto il diplomatico.

Secondo Chizhov, la metodologia del monitoraggio e le funzioni della missione devono essere ulteriormente perfezionate, ma la missione non deve essere sostituita con nessun'altra.
"In questo momento gli osservatori devono registrare il ritiro delle armi pesanti oltre i limiti della zona di sicurezza, dove saranno poi dislocate le armi fuori della zona di sicurezza è un'altra questione", 
— ha rilevato Vladimir Chizhov.

Questo tema può essere discusso sia al quartier generale dell'OSCE a Vienna, sia in loco tra la missione  OSCE e le parti interessate, cioè, in questo caso, le Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk e le autorità di Kiev, con partecipazione del Centro congiunto per il controllo e il coordinamento del cessate il fuoco e la stabilizzazione della situazione lungo la linea di separazione, di cui fanno parte i militari di Russia e Ucraina, nonché i rappresentanti di entrambe le repubbliche popolari, ha detto Chizhov.

 

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