lunedì 2 marzo 2015

Soia: il lato oscuro di un immeritato successo


I cibi a base di soia introdotti per la prima volta negli USA costavano pochissimo, erano considerati qualcosa di artificiale ed erano consumati solo dalle fasce più povere della popolazione e dagli hippy.

Poi venne la Food and Drug Administration (FDA) che da cibo senza alcun valore promosse la soia a cibo salutistico: “25g di proteine di soia possono ridurre il rischio cardiovascolare”. Fu allora che le vendite di questo legume presero il volo.

Il successo fu poi sancito dalle numerose ricerche scientifiche che seguirono, non sempre condotte da organismi indipendenti. Con la pubblicazione di uno studio dopo l’altro si voleva dimostrare che la soia non solo faceva bene al cuore, perché abbassava il colesterolo, ma era efficace nella menopausa e addirittura nel cancro. Attualmente in America quasi la metà dei consumatori americani sceglie la soia per i suoi benefici sulla salute.

Purtroppo, non è tutto oro quello che luccica, sì, perché le potenti aziende americane della soia hanno sbandierato ai quattro venti solo gli studi apparentemente favorevoli a questo pseudo cibo e hanno attentamente occultato gli studi a sfavore. Secondo alcuni, infatti, il consumo regolare di soia sarebbe addirittura dannoso.

Quando la FDA decise di assegnare alla soia la qualifica di alimento benefico per il cuore, due esperti di soia, i Dottori D. Doerge e D. Sheehan, criticarono questa scelta. Nella loro lettera di protesta, i due ricercatori segnalavano diversi studi che mostravano i rischi derivati dal consumo di soia: le tanto decantate sostanze attive di questo legume hanno un effetto a doppia lama, da una parte hanno forse un’azione benefica, dall’altra rappresentano dei fattori di rischio.

Nel 2008, l’associazione non-profit Weston A. Price Foundation (WAPF) inviò una petizione popolare alla FDA dove si invitava con urgenza l’Agenzia a togliere alla soia l’allettante status di cibo che previene le malattie cardiovascolari. La petizione di 65 pagine della WAPF contiene studi e commenti che mettono in luce i seri problemi dei salute connessi al consumo di soia, che secondo la WAPF dovrebbe essere trattata come un alimento pericoloso invece che salutistico.

Consumare con attenzione
Secondo la FDA, le proteine di soia “possono rimpiazzare o integrare le proteine animali o altre fonti vegetali di proteine nella dieta umana”, ma altri Paesi sono stati più cauti. Svizzera, UK, Francia e Germania hanno tutte emanato degli avvisi pubblici in cui si mette in guardia la popolazione sul consumo di soia, soprattutto per quanto riguarda i bambini. Nel 2005, in seguito ad una approfondita indagine, il Ministro della Salute Israeliano ha invitato ad una riduzione nel consumo di soia per i possibili rischi sulla fertilità e il tumore del seno.

Fallon-Morell, della WAPF, afferma che i legislatori Americani sono riluttanti a fare dichiarazioni contro la soia perché questo legume è ormai parte fondamentale della dieta americana. “E’ tutto l’olio di soia che viene utilizzato dall’industria alimentare che permette a molti cibi di uso comune di avere dei prezzi davvero bassi qui in America”, dice la Fallon e aggiunge “Abbiamo un’ economia basata sulla soia e una potentissima industria della soia”.

Nel 2004 , il produttore di proteine di soia Solae fece domanda di poter mettere nei propri prodotti la dicitura “Può prevenire il cancro”. Ma la resistenza di molti esperti spinse l’azienda a recedere da questo intento. “La documentazione che abbiamo inoltrato all’FDA mostra che la soia il cancro probabilmente lo causa, invece di prevenirlo”, conclude la Fallon.

American Soy Story
L’America ha utilizzato l’olio di soia per uso zootecnico per oltre 100 anni. Fino al 1940 il grosso della soia veniva importato dalla Cina, ma durante la II Guerra Mondiale, il conflitto con il Giappone tagliò le vie di rifornimento e quindi gli agricoltori americani iniziarono a prodursela da soli. Oggi, la produzione di soia è seconda solo a quella di mais. Il passaggio da alimento per animali a quello per uso umano fu poi reso possibile grazie all’invenzione della idrogenazione, processo che permette di solidificare i grassi liquidi, come gli oli vegetali. 

Con la soia quindi si produsse la margarina, un surrogato del burro, che costava poco e si conservava a lungo. Fu poi proposta come salutare alternativa ai pericolosi grassi saturi del burro. Questa specie di alimento ebbe un notevole successo. Successivamente, nella serie degli alimenti completamente inventati a base di soia, arrivarono le “bistecche””, gli “spezzatini”, i “cereali”, la farina, il latte e molto altro. Si utilizzava principalmente un prodotto proteico di scarto della produzione dell’olio, che inizialmente veniva usato come collante a livello industriale, ma che poi si è riusciti a trasformarlo in cibo.

Negli anni ’70 la gran parte degli americani istintivamente rifiutava gli alimenti a base di soia. Ma gradualmente gli esperti di marketing riuscirono a superare queste resistenze, riclassificando le proteine di soia come un prodotto di alto livello nutritivo e salutare. I punti di forza erano due: le conferme che venivano dagli studi scientifici e la grande (inventata) considerazione che gli orientali avevano della soia.

Soia e Oriente
L’idea dominante che la soia sia un alimento fondamentale della dieta degli orientali da millenni è una favola che si sono inventati gli esperti americani di marketing. Gli antichi cinesi utilizzavano la soia più come fertilizzante che come alimento. Di fatto, la soia è un alimento introdotto di recente nella dieta degli orientali. Infatti, i cinesi iniziarono a mangiare soia solo quando riuscirono a trovare un metodo per fermentarla.

Secondo l’autore del volume “The Whole Soy Story”, Dr Kaaylala Daniel, cibi tradizionali come miso, natto, salsa di soia e tempeh sono davvero salutari perché la fermentazione neutralizza la gran parte dei fattori problematici della soia.

E’ un problema sia di quantità che di qualità. Daniel afferma che nella dieta asiatica, la soia era utilizzata principalmente come condimento.

Secondo un’ indagine condotta nel 1930 solo l’1.5% delle calorie giornaliere dei cinesi derivava dalla soia, mentre il 65% derivava dal maiale.

Per via del forte sapore, i prodotti a base di soia fermentata erano abitualmente consumati in piccole porzioni. “Non si può consumare un prodotto come il natto diverse volte al giorno”, afferma Daniel. 

Tuttavia, le moderne proteine di soia – cui viene data la forma di crocchette, hamburgers, spezzatino, cioccolata ecc – vengono consumate spesso in quantità importanti. Daniel afferma che è proprio il consumo di queste quantità a causare problemi di salute. “Gli idrolizzati proteici di soia, i concentrati proteici di soia e la “carne” di soia non sono alimenti tradizionali, ma prodotti industriali e comportano tutti dei rischi per la salute, dovuti alla soia in sé e ai processi di preparazione”, dice Daniel, e aggiunge: “Se si vuole raccomandare la soia come alimento salutare lo si deve fare solo nelle forme tradizionali”.

Soia e tiroide
Coloro che abitualmente consumano i moderni alimenti a base di soia si lamentano spesso di disturbi digestivi, ma anche di problemi endocrini, sopratutto a carico della tiroide. Daniel nel suo volume segnala che in alcune persone la soia può causare ipotiroidismo e quindi letargia, aumento di di peso, mentre in altre scatenare una reazione autoimmune con ipertiroidismo. “Abbiamo almeno 70 anni di studi scientifici che dimostrano l’effetto negativo della soia sulla tiroide” afferma. Il suo consiglio è che la soia vada eliminata dalla dieta di persone che hanno problemi tiroidei, bambini, pazienti con affezioni cardiovascolari, donne che hanno una storia famigliare di cancro al seno e coppie che hanno problemi di concepimento.

Alcuni fatti
Nel 2011 tre miliardi di “bushels ( bushel = staio = 36,35 litri) sono stati raccolti da quasi 74 milioni di acri coltivati negli USA, stando ai dati del Dipartimento di Agricoltura. La gran parte del raccolto finisce nell’industria zootecnica ed è ancora utilizzato per nutrire il bestiame.

Oltre a fornire cibo per animali ed esseri umani, la soia è impiegata anche per produrre inchiostro, materiale per l’edilizia, carburante, matite colorate, candele e lubrificanti.

La soia transgenica fu introdotta nelle fattorie americane nel 1997. Nel 2007 oltre il 90% delle coltivazioni di soia americane era geneticamente modificata. L’idea iniziale era quella di rendere le piante di soia resistenti agli erbicidi, pesantemente utilizzati in questo genere di coltivazioni. 


Bibliografia
Tratto liberamente da:
Milner C. Soy’s Healthy Reputation Under Fire
Nutrition experts sue to strip soy of its heart health label Epoch Times | January 18, 2015. 


Francesco Perugini Billi©copyright – divieto di riproduzione


fonte: http://www.dottorperuginibilli.it/ultimi/4155-soia-lato-oscuro-immeritato-successo 

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