martedì 7 giugno 2016

Il BREXIT è in testa e in Germania il 29% - oggi - è a favore del Germanexit (in Italia la percentuale è del 57%)


Tra meno tre settimane - il prossimo 23 giugno - in Gran Bretagna ci sara' un referendum in cui ci sono buone probabilita' che i cittadini votino per uscire dalla UE e la cosa oramai non sorprende nessuno, a parte i soliti "terroristi della disinformazione" che spacciano per "catastrofiche" notizie come il vantaggio del Brexit nei sondaggi, ultimi due dei quali datati oggi.

E se c'è - e c'è - una censura globale sui benefici dell'uscita della Gran Bretagna dalla Ue, benefici che riguardano anche qualsiasi altra nazione la vorrà seguire dopo il 23 giugno, figuratevi se non viene cancellata la notizia che addirittura in Germania sale a vista d'occhio la percentuale dei tedeschi che vogliono fare altrettanto.

Infatti, la vera sorpresa, rispetto il prevedibile voto britannico, sta nel fatto che anche in Germania cresce il numero dei cittadini che vuole uscire dalla UE e a tale proposito un recente sondaggio realizzato dall'Agenzia europea di sondaggi Yougov per conto del quotidiano Handelsblatt ha rivelato che il 29% dei tedeschi vuole uscire dall'Unione mentre a voler rimanere sono solo il 54% e il resto e' indeciso.

A prima vista potrebbe sembrare che i tedeschi amino la UE - dato che la maggioranza in base a questo sondaggio sembrerebbe di questo avviso - ma le cose non stanno affatto cosi' perche' solo pochi mesi fa la percentuale di euroscettici era molto piu' bassa, appena sopra l'8% e non e' da escludere che tra qualche mese la percentuale di coloro che vogliono uscire dalla UE continui ad aumentare. Di questo passo, a fine anno sarà maggioritaria.

Questi dati sono veramente sorprendenti per motivi molto concreti: perche' la Germania e' stato l'unico paese a guadagnare dall'essere membro della UE e i tedeschi sono sempre stati convinti eurofili.

Quindi, cosa spiega questo crescente e dirompente euroscetticismo?

Il primo fattore e' il dilagare della rabbia nei confronti del governo tedesco di Angela Merkel per come ha gestito la crisi greca, chiaramente i tedeschi non vogliono che i soldi delle loro tasse siano spesi per salvare la Grecia.

Il secondo fattore e' legato all'arrivo di un numero molto elevato di migranti, dei quali solo una parte otterrà lo status di rifugiato che ovviamente non fa che creare tensioni e molti vedono un legame tra la permanenza nella UE e l'invasione di persone provenienti dal terzo mondo.

Certo per ora potrebbe sembrare azzardato pensare che la Germania esca dalla UE, ma occorre ricordare che quando venne annunciato il referendum per il Brexit, un anno e mezzo fa, nessuno pensava davvero che gli elettori britannici potessero decidere di far uscire il loro paese dalla UE.

Eppure, questo sta per accadere e in questo campo le cose stanno cambiando davvero velocemente, quindi nulla va dato per scontato.

Cio' che colpisce invece e' la censura mediatica su questa notizia, come dicevamo prima, ma noi ovviamente non ci stiamo e speriamo che anche gli italiani inizino a ribellarsi a questa dittatura e pretendano dal nuovo governo, quando finalmente ci saranno le elezioni politiche nazionali, per prima cosa il referendum per chiedere agli italiani - come ha fatto il governo britannico - se intendono far rimanere l'Italia nella Ue oppure no.

E non si tratta di una richiesta campata in aria, quella del referendum per l'Italexit: i sondaggi in tal senso mostrano, l'ultimo è di 15 giorni fa, che gli italiani favorevoli all'uscita dalla Ue sono un'ampia maggioranza che supera il 57%. E dopo l'evidente disamoramento degli italiani per il Pd, come risulta evidentissimo dalle elezioni amministrative di ieri, al referendum sulla riforma-Boschi di ottobre, con la bocciatura, potrebbe davvero cadere il governo per la tonante sconfitta di Renzi, e seguirebbero nuove elezioni ed ecco che si potrebbe concretizzare il referendum per l'Italexit.

Qualcuno pensa che sia fantapolitica? Sbaglierebbe: tutto indica che le probabilità accada sono molto alte.


GIUSEPPE DE SANTIS



fonte: http://www.ilnord.it/

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