Ho
visitato e perfino vissuto in paesi europei retti da antiche monarchie,
eppure l’alterigia e la tracotanza
che si respira fuori e dentro il Quirinale romano è un aspetto
davvero singolare. In una democrazia parlamentare come la nostra ci si
aspetterebbe una figura presidenziale di mera rappresentanza
e molto vicina al popolo, ai suoi usi e costumi ed invece è vero
tutto il contrario.
La presidenza della repubblica italiana va ben oltre la più
blasonata monarchia europea per dispendio di mezzi, di uomini, di immagine e di ruoli. La figura presidenziale aleggia nei palazzi del potere come forse neppure il re sole si
sarebbe sognato di fare, con il suo corollario vistosamente antidemocratico
di corazzieri a cavallo, giardini lussureggianti, sontuose dimore ed
uno stuolo di servitori
davvero imbarazzante. Tali sono le sproporzioni del Quirinale da far
correre da anni voci su internet sulla presunta diretta discendenza
regale dell’attuale presidente in carica. Se
tali voci venissero confermate avremmo la certezza della totale
continuità della classe regnante al potere da millenni a questa parte.
Da 'il Fatto Quotidiano': ‘ … tra stipendio personale di Napolitano,
dipendenti, manutenzione, auto blu e così via, il costo complessivo è il più alto al mondo per un Capo di Stato’.
Dal sito 'Raixe Venete': ‘Risulta
dalla nota del Colle che il
personale complessivo è di 2181 dipendenti. Di questi, gli addetti
di ruolo alla Presidenza ammontano a 1095 unità. Tra loro ci sono 108
dipendenti in diretta collaborazione con i vertici della
Presidenza: 1086 militari - tra loro i 297 corazzieri - addetti alla
polizia ed alla sicurezza. Un organico superiore di 587 unità a quello
del 1998. Questo apparato - e la manutenzione
dell’immenso palazzo che fu dei Papi e dei re d’Italia, nonché dei
suoi giardini - imporrà quest’anno una spesa di 235 milioni di euro: il
che in valori monetari depurati dell’inflazione
significa il 60 per cento in più rispetto a dieci anni or sono, e il triplo rispetto a vent’anni or sono.’
Dal blog seigneuriage: ‘Pochi
lo sanno, anzi in Italia sono in molti
ma tacciono, ma quando la gente scherzando allude al fatto che il
Presidente Napolitano sembra il figlio di Re Umberto II tanto ne è il
sosia, sbaglia. Nel senso che
Napolitano non sembra, è il figlio naturale del nostro ultimo Re.
Sua madre contessa di Napoli (titolo che da buon comunista ha sempre
accuratamente nascosto come Berlinguer faceva con il
suo titolo di marchese ) era una delle dame di compagnia della
regina Maria Josè che a volte, esasperata dalla folla di amanti del Re
(in genere donne) gli piazzava rappresaglie gigantesche e se
ne andava (notoriamente innamorandosi forse una sola volta: di Indro
Montanelli che da grandissimo signore si è sempre rifiutato anche solo
di discutere l'argomento ). In una di queste
prolungatissime assenze la dama di compagnia di Maria Josè lo
divenne anche del Re, al punto che ne nacque il prestigioso pargolo.’
Con
un vertice siffatto delle istituzioni, com’è possibile solo ipotizzare
un qual tipo di riforma del sistema
Italia? Lo stato italiano è appunto statico: è irreformabile. Troppe
sono le connivenze, le consuetudini e le persone che vivono e
prosperano parassitando i cittadini ed impedendo loro di
svolgere una vita serena e dignitosa.
Si rifletta su ciò quando appare l’ennesimo caporione che giura e spergiura di riformare il sistema. Dobbiamo
ammettere che l’astensione di massa alle ultime elezioni regionali è stato un segnale incoraggiante della presa di coscienza della popolazione civile
dell’inutilità del voto e della necessità di non elargire energie (seppur in apparente contrasto) a questo sistema.
La
classe politica ed i tanti apparati che la ‘contengono’ hanno la sola
funzione di dirottare
l’attenzione del popolo verso lidi sterili ed inutili mentre altrove
si tessono le fila del paese che verrà, sia esso una desolazione
avvilente od una florida realtà.
In un paese sul quale agiscono forze misteriose in grado di ammorbare quotidianamente l’aria che respiriamo (e
quindi le terre, le acque ed i nostri corpi) cosa possiamo aspettarci da un qualsiasi amministratore locale? L’Italia risponde solo alle esigenze planetarie di
dissoluzione, abilmente descritte dal precedente post di Giovanni Ranella, che sono oggi in pieno svolgimento.
Il sistema è irreformabile anche perché è sempre lo stesso da millenni,
cambia solo
aspetto e denominazione ma è retto sempre dalle stesse persone e con
le stesse finalità: controllare tutto e tutti sino nell’intimo della
sfera personale e spirituale.
Tutto è destinato quindi a devolvere qualità ed involvere verso uno stato compromesso, irretito e svilito.
Dalle strutture sociali a quelle naturali, tutto declina verso una zona grigia del non senso,
procedendo a decisi passi verso l’unico status desiderato: una macchina
umana sorda ed insensibile, cieca ed ebetoide. Risultato quasi
raggiunto. A tutto ciò solo uno stato vigile ci potrà permettere
quantomeno di impedire la nostra complicità a questa dissoluzione
indotta. Un plauso quindi a tutti quelli che domenica scorsa non sono andati a votare e, immagino, non ci andranno mai più.
Nessun commento:
Posta un commento