mercoledì 18 marzo 2015

Un Problema Esistenziale

 
Molti esseri umani sulla Terra si sono accorti di venire manipolati, in molti modi differenti. A subire la manipolazione non sono solo le nostre menti od i nostri corpi ma tutta la biosfera, ossia quella sottilissima fascia del globo terrestre in grado di accogliere la Vita.

La manipolazione fisica è quella più direttamente evidente perché percepibile dai nostri sensi, senza necessità di codici di lettura specifici od apparecchiature particolari. La manipolazione mentale invece è più difficile da scorgere perché inficia proprio l’organo preposto per individuarla. E’ come se un virus di un computer si fosse infiltrato nell’interfaccia dell’antivirus con la finalità accessoria di impedire il proprio disvelamento.

Questa operazione è stata sottile e subdola. I codici di lettura del reale che adoperiamo ogni giorno sono stati sapientemente manipolati al fine di darci una visione delle cose parziale ed eterodiretta. Non siamo stati abituati sin da piccoli ad osservare con gli strumenti più adatti la realtà, non siamo oggi in grado di percepirne le anomalie.

Un celebre esperimento di un antropologo francese ha condotto alcuni indigeni africani in un appartamento ammobiliato nel centro di Parigi. Alla domanda su come gli sia apparso, gli indigeni riferivano di averlo trovato vuoto. Era per loro vuoto perché non possedevano i codici di utilizzo degli oggetti posti al suo interno. Un divano o una cucina oppure un tavolo erano per loro oggetti muti senza funzione e senza senso. La stessa cosa accadde all’antropologo quando visitò le minimali abitazioni degli indigeni. In quelle capanne c’era tutto: una zona cottura, una dispensa, una zona conversazione ed una zona letto ma l’antropologo non aveva notato nulla perché non possedeva i codici di lettura di quella specifica realtà.

Possiamo desumere quindi che di tutto ciò che ci circonda non ne percepiamo che una piccola parte. Dei tanti sistemi ed apparati posti al nostro intorno non riusciamo a coglierne che piccoli scampoli, quelli che siamo stati educati a riconoscere.

I codici di lettura del reale ci sono stati imposti sin da piccoli nelle scuole di regime, seguendo un protocollo educativo totalmente fuorviante. Sono state escluse dalle nostre capacità la possibilità di osservare ciò che è latente, obliquo, oscuro. Lo scientismo fine settecentesco ha sostituito l’intuito e le capacità sottili di percezione, rendendo il tutto un mero costrutto materiale senza senso.

Il rapporto tra la percezione e la realtà è stato oggetto di studio obbligato del secolo appena passato. Non siamo però ancora riusciti a comprenderne le potenzialità. Osservare è un po’ creare, non in modo meccanico e causale ma eterico, sottile. Percepire è interagire. Interagire porta a dover comprendere. Se manca l’oggetto dell’interazione manca la percezione del suo esistere, non manca certo l’oggetto.

Così, sulle basi di una parzialissima visione del mondo, ci confrontiamo con chi non possiede neppure un briciolo di coscienza di se. Utilizzare i codici sbagliati equivale a non vedere e quindi non comprendere ed a reagire scompostamente qualora qualcuno voglia offrire uno spunto di ‘realismo’.

Acquisire codici nuovi non è difficile. Non tutti però sono pronti a farlo, per non dover compiere un lavoro intellettuale troppo oneroso e identificato come inutile o dannoso. La mente protegge se stessa. Ma la protezione potrebbe apparire un male ben peggiore del male stesso.

Per tornare al virus ed al computer: l’antivirus non segnala alcuna minaccia mentre il virus compie il suo lavoro distruttivo. Le anomalie di funzionamento vengono interpretate allora come difetti congeniti del computer stesso mentre sono invece causate da un’entità estranea alla natura del computer.

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