Una
nazione è le sue istituzioni. Se queste istituzioni sono invase e non
esistono più, anche la nazione cessa di esistere. Le istituzioni vanno
dal governo all’istruzione, sviluppo agricolo ed economico, gestione
delle risorse naturali, infrastrutture energetiche, dei trasporti e
della sicurezza. A questo si pensa nel concetto di moderno
Stato-nazione. Contrariamente alla credenza popolare, invasione ed
occupazione di una particolare nazione non è una mera azione militare.
Inoltre, per necessità, comporta distruzione, occupazione o sostituzione
delle istituzioni menzionate.
L’esempio più estremo fu l’invasione
dell’Iraq, dove le istituzioni irachene furono da cima a fondo
completamente distrutte, sostituite o occupate dall’Autorità Provvisoria
della Coalizione (CPA). La CPA era guidata dallo statunitense Paul
Bremer che, lungi dall’essere un militare, proveniva dal dipartimento di
Stato degli Stati Uniti e aveva in passato diretto organi
d’amministrazione finanziaria.
La CPA si assunse la responsabilità di
tutti gli aspetti della vita in Iraq, dalla privatizzazione
dell’economia alla “ricostruzione”, riorganizzando la nazione
socialmente, politicamente ed economicamente. Lo spettatore medio si
ricorderà lo “shock and awe” del presidente degli Stati Uniti George
Bush e le battaglie più note dell’invasione e successiva occupazione.
Quello che raramente ricorda è il dominio onnicomprensivo degli Stati
Uniti della nazione attraverso una CPA meramente sostenuta dai militari
degli Stati Uniti. Eppure, nonostante la natura relativamente noiosa del
lavoro della CPA rispetto alle operazioni di sicurezza delle forze
statunitensi, la CPA essenzialmente “occupò” e infine conquistò l’Iraq.
USAID & Co., invasione ed occupazione a bassa intensità
Iraq e Afghanistan sono esempi estremi dell’egemonia globale degli Stati Uniti, comprendente invasioni spettacolari, con grandi e lunghe occupazioni militari, e “nation-building” di varie organizzazioni utilizzate dagli Stati Uniti per proiettarsi all’estero. Una di tali organizzazioni è l’USAID. Dovrebbe, ma raramente accade, preoccupare le nazioni che l’USAID abbia svolto un ruolo fondamentale nelle invasione, occupazione e conquista di Iraq e Afghanistan, mentre ha anche una presenza capillare nel mondo ovunque vi siano interessi su cui gli USA rivolgono l’attenzione.
Iraq e Afghanistan sono esempi estremi dell’egemonia globale degli Stati Uniti, comprendente invasioni spettacolari, con grandi e lunghe occupazioni militari, e “nation-building” di varie organizzazioni utilizzate dagli Stati Uniti per proiettarsi all’estero. Una di tali organizzazioni è l’USAID. Dovrebbe, ma raramente accade, preoccupare le nazioni che l’USAID abbia svolto un ruolo fondamentale nelle invasione, occupazione e conquista di Iraq e Afghanistan, mentre ha anche una presenza capillare nel mondo ovunque vi siano interessi su cui gli USA rivolgono l’attenzione.
L’USAID e un esercito virtuale di organizzazioni
non governative (ONG) e aziende di facciata che supporta nel mondo,
sono impegnati in attività in altre nazioni che vanno dall’istruzione ad
energia, risorse naturali, sviluppo economico, trasporti e sicurezza,
in altre parole a tutto ciò cui le nazioni dovrebbero badare da sé.
L’USAID non cerca di collaborare sinceramente con i governi, ma invece
crea reti che operano in modo indipendente e parallelo ad istituzioni e
reti nazionali.
L’USAID e la crescente rete di sostegno si estendono in
ogni nazione, occupando lentamente le responsabilità in tutte le aree
che un governo sovrano dovrebbe gestire, emarginando e svuotando i
governi esistenti. Quando le reti parallele hanno il peso decisivo,
vengono utilizzate per rimuovere i governi e installarvi un regime
cliente al suo posto che risponda soprattutto agli interessi speciali
che hanno patrocinato e diretto le attività dell’USAID. L’USAID cerca
attivamente di cooptare elementi locali, sia gruppi che persone di
valore. In genere mirano a iniziative e ONG indipendenti, motivo per cui
USAID ed altre organizzazioni non governative finanziate dal governo
degli Stati Uniti sono sempre più impegnate nella cooperazione, anche
sponsorizzando creazione e gestione di nuovi spazi nel mondo in via di
sviluppo, creandosi un vantaggioso terreno di caccia delle risorse
locali.
Il gioco del “Go” globale
L’USAID non da a nessuno “aiuti”, ma invade la nazione presa di mira costruendovi reti su quelle autoctone esistenti, mettendo le persone contro la nazione e rendendo le reti preesistenti irrilevanti. Essenzialmente riempie lo spazio geostrategico, informativo, tecnologico e socio-politico con la propria influenza, eliminando tutto il resto. A differenza del gioco degli scacchi, in cui i giocatori cercano di eliminare i pezzi dell’avversario con un logoramento strategico, USAID ed altre organizzazioni similari perseguono una strategia paragonabile al gioco orientale del Go. Nel Go, i giocatori cercano di mettere il maggior numero di pezzi possibile ai bordi, assumendo il controllo di più territorio. In questo contesto, qualsiasi nazione potrebbe rappresentare la scacchiera, con i vari pezzi in settori quali energia, istruzione, sanità e sicurezza.
L’USAID non da a nessuno “aiuti”, ma invade la nazione presa di mira costruendovi reti su quelle autoctone esistenti, mettendo le persone contro la nazione e rendendo le reti preesistenti irrilevanti. Essenzialmente riempie lo spazio geostrategico, informativo, tecnologico e socio-politico con la propria influenza, eliminando tutto il resto. A differenza del gioco degli scacchi, in cui i giocatori cercano di eliminare i pezzi dell’avversario con un logoramento strategico, USAID ed altre organizzazioni similari perseguono una strategia paragonabile al gioco orientale del Go. Nel Go, i giocatori cercano di mettere il maggior numero di pezzi possibile ai bordi, assumendo il controllo di più territorio. In questo contesto, qualsiasi nazione potrebbe rappresentare la scacchiera, con i vari pezzi in settori quali energia, istruzione, sanità e sicurezza.
L’USAID cerca di mettere i propri pezzi
in questo ambito, in genere sotto forma di beneficenza o aiuti esteri e
prosegue ponendo i propri pezzi sulla scacchiera, grazie a risorse
inesauribili e al vantaggio che le sue vere intenzioni sono spesso
ignote a governi e popoli delle nazioni in cui opera. Gli Stati Uniti,
attraverso l’USAID , essenzialmente agiscono contro attori sprovveduti
che non sanno nemmeno che il gioco è iniziato. L’USAID può quindi
rapidamente e facilmente sopraffare il regime coi suoi “pezzi”,
finanziando ONG, cooptando organizzazioni e singoli di valore e creando
istituzioni parallele che seguono i vari aspetti della nazione presa di
mira proprio sotto il naso del suo governo.
In coordinamento con fronti
politici ed altre organizzazioni non governative finanziati dal
dipartimento di Stato USA, possono quindi iniziare ad eliminare le
istituzioni locali e rovesciare i governi in favore di fantocci gestiti
da interessi occidentali o da regimi clientelari piegati alla volontà
degli Stati Uniti. Le nazioni prese di mira spesso si rendono conto
troppo tardi che lo “spazio” sulla scacchiera è dominato da interessi
stranieri e che ciò che rimane delle istituzioni e reti locali è
trascurato ed atrofizzato, con scarsa possibilità di opporre resistenza.
Le “regole” dell’USAID sono dettate dai manuali controinsurrezionali
La versione dell’USAID del “Go” ha le sue regole, che si possono
scaricare facilmente on-line da uno qualsiasi dei numerosi siti web del
governo degli Stati Uniti, sotto forma di manuali di
contro-insurrezione. In tali manuali è descritto che per controllare una
determinata popolazione vanno controllati gli elementi essenziali da
cui la popolazione dipende, dalla produzione di energia ad istruzione,
raccolta dei rifiuti e creazione di posti di lavoro. Controllando tali
aspetti di ogni popolazione, si controlla la popolazione stessa. E’ la
chiave per sconfiggere non solo una “rivolta”, ma anche per scatenare
un’insurrezione. L’USAID proiettando la propria influenza in una data
nazione, in realtà scatena una sorta d’insurrezione, un tentativo di
prendere il controllo di un governo, per quanto graduale e paziente sia
la natura di tale rivolta. Le aree indicate nei manuali di
controinsurrezione degli Stati Uniti come essenziali da controllare,
sono (ma non si limitano a):
– polizia e vigili del fuoco,
– acqua,
– elettricità
– istruzione e formazione,
– trasporto,
– medicina,
– servizi igienico-sanitari,
– banche,
– agricoltura,
– lavoro,
– fabbriche e,
– costruzioni
Alla domanda su quali aspetti sono regolarmente inclusi nei programmi diell’USAID, la risposta è praticamente tutti.
Sconfiggere il gioco dell’USAID
In ogni nazione l’USAID dovrebbe essere dichiarata agenzia estera le cui attività vanno fortemente limitate. Ogni centesimo che amministra, se ha il permesso di operare, dovrebbe andare direttamente ai programmi governativi. I programmi dell’USAID dovrebbero essere subordinati alle istituzioni governative, dirette da istituzioni governative e il suo ruolo nei programmi accreditati subordinato alle istituzioni governative.
In ogni nazione l’USAID dovrebbe essere dichiarata agenzia estera le cui attività vanno fortemente limitate. Ogni centesimo che amministra, se ha il permesso di operare, dovrebbe andare direttamente ai programmi governativi. I programmi dell’USAID dovrebbero essere subordinati alle istituzioni governative, dirette da istituzioni governative e il suo ruolo nei programmi accreditati subordinato alle istituzioni governative.
All’USAID dovrebbe essere severamente vietato avere reti,
programmi, corsi, concorsi ed incontri indipendenti al di fuori degli
USA. Ma ancora più importante, le nazioni devono capire che la
scacchiera del “Go” è il loro territorio e le popolazioni che
rappresentano; devono creare e posizionare i propri pezzi su questa
scacchiera in quantità e qualità tali che non ci sia spazio per i pezzi
dell’USAID.
Così una nazione non solo contrasterà l’USAID e la sua
cospirazione, ma sconfiggerà sul piano fondamentale tale “gioco”. Una
nazione che crea istituzioni e reti forti gestendo e avanzando nelle
aree essenziali al progresso della civiltà moderna, sventa la necessità
di “aiuti esteri” in primo luogo. Non è solo per orgoglio che una
nazione non debba affidarsi ad”aiuti esteri”, ma per sopravvivere, dato
che l'”aiuto” non è gratuito e, come nel caso dell’ USAID, è vettore
della proiezione egemonica nel cuore di una nazione.
Tony Cartalucci, ricercatore e scrittore di geopolitica di Bangkok.
LD 8 luglio 2016
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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