martedì 2 maggio 2017

Ego sì .. Ego no

 
Ricevo:
Caro Andrea, sono qui di nuovo a scriverti perchè durante ciascuna delle conferenze ti ho sentito menzionare il “problema" dell’ego ogni volta e ho ogni volta come una morsa nello stomaco a dirmi.... che si.. c’è qualcosa che mi non quadra.... Dal punto di vista della dualità.. non  è forse anche quella l’ennesima illusione da rilasciare? Non siamo già noi ciò che stiamo cercando? Che bisogno c’è di lottare contro qualcosa che in definitiva non esiste? Inoltre mi hanno detto che l’ego è utile a vivere in questo mondo...... perciò non  sarebbe pericoloso esistere senza? Perchè mai io dovrei sbarazzarmene? Ecco non ti nego un certo quale fastidio alla tua insistenza su questo argomento...”

Rispondo:

Il problema dell’ego è molto più che un semplice punto di vista o un pensiero da rilasciare. Se fosse così semplice probabilmente non ci sarebbero in tutta la storia della spiritualità, centinaia di differenti maestri e tradizioni che non soltanto ci hanno messo in guardia ma che ci hanno anche consegnato migliaia di metodi per far fronte a questo ‘problema’. 

Se fosse così facile non ci sarebbe bisogno di nessun percorso, sperimenteremmo tutti lo stato di unione col sè e tutto ciò che questo comporta, e non ci sarebbero percorsi da fare per ‘giungere’ a conoscere ciò che come giustamente dici, già siamo.
Ma vedi, nessuno di noi, me compreso, dimora in quello stato permanentemente. 
 
Noi parliamo di quello stato, pensiamo a quello stato, leggiamo libri su quello stato e ci riempiamo la bocca di concetti presi da altri che descrivono quello stato, che però in molti di noi è ancora solo potenziale. 
 
Dal canto mio ho sperimentato quello stato diverse volte per periodi progressivamente più lunghi e, col tempo, sono arrivato a comprendere che proprio quell'ego che tu configuri come una banale ‘illusione’ mentale  è in realtà un costrutto molto più complesso e autoconsciente ed è la vera origine del problema della cosiddetta separazione da quello stato. 
 
L’ego è senz’altro una illusione ma una illusione molto ben strutturata e alla quale deleghiamo tutto il senso del nostro vivere a livelli davvero molto profondi, e questo è così finchè non facciamo un ‘lavoro’ per uscirne. 
 
Siamo totalmente identificati con questa forma pensiero (perchè quello è) totalmente disfunzionale la quale purtroppo, come un virus informatico, infetta e danneggia ogni nostra interazione con la ‘realtà’. 
 
Ora, il fatto che provi ‘fastidio’ al mio insistervi, per me significa che proprio il tuo ego sta resistendo. Resistere è una delle sue caratteristiche principali, oltre a quella di mettere in discussione, criticare e svalutare qualsiasi cosa possa metterlo davvero in pericolo. 
 
Come dice “Un corso in miracoli”, l’ego cerca per non trovare
 
Non vuole trovare nessuna reale risposta, nessuna reale forma di risveglio della coscienza, perchè ciò significherebbe la sua fine, dunque si incastra in mille dettagli, mille piccoli rivoli che gli - e ti - fanno perdere tempo, coscienza e possibilità. 
 
L’ego ama la complessità, i percorsi lunghi e complessi, i lunghissimi libri di ‘teoria, e aborre la semplice pratica della consapevolezza, dell’intensità nel momento presente. 
 
Funziona così per tutti, e in questo suo atteggiamento risiede il motivo per cui le cose non funzionano, i percorsi non danno risultati o vengono scelti percorsi spesso infruttuosi al fine della propria crescita. 
 
Questo è il motivo di tutte le tragedie e i disastri perpetrati dall’ego nelle sue varie forme e strutture per preservare se stesso. 
 
Certo io di questo non posso convincerti e non posso venderti un prodotto. 
 
Prima devi vederlo coi tuoi occhi perchè anche leggerlo su centinaia di libri non sarà mai abbastanza. 
 
Prima devi vedere come questa parte di te saboterà tutte le tue migliori intenzioni, come giudicherà costantemente tutto e tutti per evidenziare la sua superiorità, prima dovrai trovarti costernato a testimoniare la sua crudeltà, il suo egoismo, la sua totale mancanza di attenzione e compassione per altri esseri umani. 
 
Prima di un certo momento, tutto ti sembrerà normale, tutto ti sembrerà logico e l’ego non ti ‘apparirà’ per così dire, poichè penserai - come ho fatto io per anni - di avere tutta la tua vita sotto controllo.  
 
Penserai di essere tu e solo tu l’artefice della tua vita, e che ‘tu crei la tua realtà’ com’ero solito dire anche io, perchè non sai che anche quell’altra parte di te (Ego) sta creando realtà. 
 
Ma se fai un lavoro onesto su di te alla fine lo vedrai. 
 
Vedrai le quasi infinite seduzioni a cui questo programma cercherà di agganciarsi, allontanandoti da quello stato di ‘unione’ che è possibile solo rinunciando a qualsiasi polarizzazione, identificazione e punto di vista egoico. 
 
Vedrai la sua tendenza a remare controcorrente, a mettersi nei guai, a fare e a farsi del male attraverso ogni sorta di tendenza autodistruttiva, e a trovare mille e una giustificazioni al perchè comportarsi così. 
 
Vedrai la sua meccanicità, il suo fare sempre le stesse cose, il suo vivere sempre le stesse situazioni. 
 
Noi siamo già ciò che stiamo cercando, è vero. 
 
Tuttavia non ne siamo coscientemente consapevoli. 
 
Non lo viviamo, almeno non permanentemente. 
 
Le nostre vite annegano in un mare di dolore, miseria e stupidaggini varie (la gran parte delle quali auto-inflitte) perciò, quando mi chiedi se c’è bisgono di lavorare (non “lottare”, che mi sembra molto poco produttivo) sul fatto di uscire dal punto di vista egoico, io dico: sì! 
 
Se mi chiedi se c’è bisogno di sforzo, io dico ‘sì’, non puoi farlo senza sforzarti e non basterà a nulla ripeterti anche un miliardo di volte al giorno frasi consolatorie, che tu sei Dio, che sei uno, che Dio ti ama, etc. "se non fai un preciso sforzo, per andare oltre quello sforzo, e arrivare a uno stato senza sforzo", al di fuori della forza centripeta, inerziale e attrattiva che l’ego ha. 
 
E non credo a nessuno di quelli che affermano che l’ego sia utile, che vada preservato per vivere su questo mondo, in questa realtà duale.  
 
Ho visto in prima persona che uno stato privo di restrizioni egoiche, uno stato allargato che includa ‘tutto e tutti’ è quanto di più potente e utile ci sia per la vita su questo pianeta, è quello che penso sia il senso di ‘ama il prossimo tuo come te stesso’. 
 
Laddove non c’è più la ‘difesa’ di un ‘me’ fittizio, cessano anche tutti gli attacchi dal mondo esterno, e  cessa ogni bisogno di provocare e ricevere dolore. 
 
E’ senz’altro uno stato che voglio rendere permanente per me stesso e per quelli che ho intorno, e presumo sia questo il senso di un vero percorso spirituale. 
 
E’ pericoloso? 
 
Sai ne ho sentite di tutti i colori, che si rischia di impazzire senza ego, che si diventa amorfi, stupidi, privi di forza di volontà, che non si hanno più desideri, che la vita perde colore senza ‘Ego’. 
 
Ma, vedi, io non intendo il lavorare sull’ego come la rimozione della personalità tutta o l’esistere come un’entità amorfa priva di confini. Io mi riferisco a un lavoro sull’ego teso a dissolvere i lati disfunzionali del cosiddetto ‘io’, le sue abitudini e tendenze negative, lamentose, stressanti, autocentriche. 
 
Vi includo anche un lavoro sui pensieri, sulla mente distratta e deconcentrata e sul disperdersi in chiacchiere e pensieri casuali. 
 
Intendo un lavoro profondo sul corpo emozionale e sull’energia. 
 
Intendo un profondo lavoro di depurazione dal giudizio. 
 
E alla fine, solo alla fine dopo anni e anni di questa disciplina, possiamo arrivare a  ricevere la grazia di sperimentare stati di fusione col tutto, momenti, perchè di momenti si tratterà, di totale assenza del senso dell’io, ingressi temporanei nella pace perfetta, nella centratura e nello stato di equanimità. 
 
E ti assicuro che tutto è tranne che uno stato poco ‘vivo’, poco ‘intenso’ o poco 'interessante'. 
 
Ti assicuro che tutto è fuorchè uno stato ‘passivo’ e privo di ispirazione. 
 
Se la tua mente, o quella di qualcun altro, cerca di convincerti che è pericoloso vivere senza il nostro amico 
 
Ego è probabile che sia proprio lui a parlare e ad elevare pensieri a livello della coscienza di chi ti parla. 
 
Lo fa per non morire, lo fa  per evitare anche soltanto il primo e più debole pensiero riguardo al fatto che sia possibile sbarazzarsi di lui.

Ovviamente però questa è soltanto la mia posizione. 
 
Può darsi che io stia davvero esagerandoci su, ma credo anche che si insegni ciò che si ha più bisogno di imparare, quindi penso di continuare su questa strada. 
 
Un abbraccio.
 
 
Andrea Panatta
 
 

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