Ricevo:
Caro Andrea, sono qui di nuovo a scriverti perchè durante ciascuna delle conferenze ti ho sentito menzionare il “problema" dell’ego ogni volta e ho ogni volta come una morsa nello stomaco a dirmi.... che si.. c’è qualcosa che mi non quadra.... Dal punto di vista della dualità.. non è forse anche quella l’ennesima illusione da rilasciare? Non siamo già noi ciò che stiamo cercando? Che bisogno c’è di lottare contro qualcosa che in definitiva non esiste? Inoltre mi hanno detto che l’ego è utile a vivere in questo mondo...... perciò non sarebbe pericoloso esistere senza? Perchè mai io dovrei sbarazzarmene? Ecco non ti nego un certo quale fastidio alla tua insistenza su questo argomento...”
Rispondo:
Il problema dell’ego è molto più che un semplice punto di vista o un pensiero da rilasciare. Se fosse così semplice probabilmente non ci sarebbero in tutta la storia della spiritualità, centinaia di differenti maestri e tradizioni che non soltanto ci hanno messo in guardia ma che ci hanno anche consegnato migliaia di metodi per far fronte a questo ‘problema’.
Se fosse così facile non ci sarebbe bisogno di nessun percorso, sperimenteremmo tutti lo stato di unione col sè e tutto ciò che questo comporta, e non ci sarebbero percorsi da fare per ‘giungere’ a conoscere ciò che come giustamente dici, già siamo.
Ma vedi, nessuno di noi, me compreso, dimora in quello stato
permanentemente.
Noi parliamo di quello stato, pensiamo a quello stato,
leggiamo libri su quello stato e ci riempiamo la bocca di concetti presi da
altri che descrivono quello stato, che però in molti di noi è ancora solo
potenziale.
Dal canto mio ho sperimentato quello stato diverse volte per
periodi progressivamente più lunghi e, col tempo, sono arrivato a comprendere
che proprio quell'ego che tu configuri come una banale ‘illusione’ mentale è in realtà un costrutto molto più complesso e
autoconsciente ed è la vera origine del problema della cosiddetta separazione
da quello stato.
L’ego è senz’altro una
illusione ma una illusione molto ben strutturata e alla quale deleghiamo tutto
il senso del nostro vivere a livelli davvero molto profondi, e questo è così
finchè non facciamo un ‘lavoro’ per uscirne.
Siamo totalmente identificati con
questa forma pensiero (perchè quello è) totalmente disfunzionale la quale
purtroppo, come un virus informatico, infetta e danneggia ogni nostra
interazione con la ‘realtà’.
Ora, il fatto che provi ‘fastidio’ al mio
insistervi, per me significa che proprio il tuo ego sta resistendo. Resistere è una
delle sue caratteristiche principali, oltre a quella di mettere in discussione,
criticare e svalutare qualsiasi cosa possa metterlo davvero in pericolo.
Come dice “Un
corso in miracoli”, l’ego cerca per non trovare.
Non vuole
trovare nessuna
reale risposta, nessuna reale forma di risveglio della coscienza, perchè
ciò
significherebbe la sua fine, dunque si incastra in mille dettagli, mille
piccoli rivoli che gli - e ti - fanno perdere tempo, coscienza e
possibilità.
L’ego
ama la complessità, i percorsi lunghi e complessi, i lunghissimi libri
di ‘teoria,
e aborre la semplice pratica della consapevolezza, dell’intensità nel
momento
presente.
Funziona così per tutti, e in questo suo atteggiamento risiede
il
motivo per cui le cose non funzionano, i percorsi non danno risultati o
vengono
scelti percorsi spesso infruttuosi al fine della propria crescita.
Questo è il
motivo di tutte le tragedie e i disastri perpetrati dall’ego nelle sue
varie
forme e strutture per preservare se stesso.
Certo io di questo non posso
convincerti e non posso venderti un prodotto.
Prima devi vederlo coi
tuoi occhi
perchè anche leggerlo su centinaia di libri non sarà mai abbastanza.
Prima devi
vedere come questa parte di te saboterà tutte le tue migliori
intenzioni, come
giudicherà costantemente tutto e tutti per evidenziare la sua
superiorità,
prima dovrai trovarti costernato a testimoniare la sua crudeltà, il suo
egoismo, la sua totale mancanza di attenzione e compassione per altri
esseri
umani.
Prima di un certo momento, tutto ti sembrerà normale, tutto ti
sembrerà
logico e l’ego non ti ‘apparirà’ per così dire, poichè penserai - come
ho fatto
io per anni - di avere tutta la tua vita sotto controllo.
Penserai di
essere tu e solo tu l’artefice
della tua vita, e che ‘tu crei la tua realtà’ com’ero solito dire anche
io,
perchè non sai che anche quell’altra parte di te (Ego) sta creando
realtà.
Ma
se fai un lavoro onesto su di te alla fine lo vedrai.
Vedrai le quasi
infinite
seduzioni a cui questo programma cercherà di agganciarsi, allontanandoti
da
quello stato di ‘unione’ che è possibile solo rinunciando a qualsiasi
polarizzazione, identificazione e punto di vista egoico.
Vedrai la sua
tendenza
a remare controcorrente, a mettersi nei guai, a fare e a farsi del male
attraverso ogni sorta di tendenza autodistruttiva, e a trovare mille e
una
giustificazioni al perchè comportarsi così.
Vedrai la sua meccanicità,
il suo
fare sempre le stesse cose, il suo vivere sempre le stesse situazioni.
Noi siamo già
ciò che stiamo cercando, è vero.
Tuttavia non ne siamo coscientemente
consapevoli.
Non lo viviamo, almeno non
permanentemente.
Le nostre vite annegano in un mare di dolore, miseria e
stupidaggini varie (la gran parte delle quali auto-inflitte) perciò,
quando mi
chiedi se c’è bisgono di lavorare (non “lottare”, che mi sembra molto
poco
produttivo) sul fatto di uscire dal punto di vista egoico, io dico: sì!
Se mi
chiedi se c’è bisogno di sforzo, io dico ‘sì’, non puoi farlo senza
sforzarti e
non basterà a nulla ripeterti anche un miliardo di volte al giorno frasi
consolatorie, che tu sei Dio, che sei uno, che Dio ti ama, etc. "se non
fai
un preciso sforzo, per andare oltre quello sforzo, e arrivare a uno
stato senza
sforzo", al di fuori della forza centripeta, inerziale e attrattiva che
l’ego
ha.
E non credo a nessuno di quelli che affermano che l’ego sia utile,
che vada preservato per vivere su questo mondo, in questa realtà duale.
Ho visto in prima persona che uno stato
privo di restrizioni egoiche, uno stato allargato che includa ‘tutto e
tutti’ è
quanto di più potente e utile ci sia per la vita su questo pianeta, è
quello
che penso sia il senso di ‘ama il prossimo tuo come te stesso’.
Laddove
non c’è
più la ‘difesa’ di un ‘me’ fittizio, cessano anche tutti gli attacchi
dal mondo
esterno, e cessa ogni bisogno di
provocare e ricevere dolore.
E’ senz’altro uno stato che voglio rendere
permanente per me stesso e per quelli che ho intorno, e presumo sia
questo il
senso di un vero percorso spirituale.
E’ pericoloso?
Sai ne ho sentite
di tutti
i colori, che si rischia di impazzire senza ego, che si diventa amorfi,
stupidi, privi di forza di volontà, che non si hanno più desideri, che
la vita
perde colore senza ‘Ego’.
Ma, vedi, io non intendo il lavorare sull’ego
come la rimozione
della personalità tutta o l’esistere come un’entità amorfa priva di
confini. Io
mi riferisco a un lavoro sull’ego teso a dissolvere i lati disfunzionali
del cosiddetto ‘io’, le sue abitudini e tendenze negative, lamentose,
stressanti, autocentriche.
Vi includo anche un lavoro sui pensieri,
sulla mente
distratta e deconcentrata e sul disperdersi in chiacchiere e pensieri
casuali.
Intendo un lavoro profondo sul corpo emozionale e sull’energia.
Intendo
un profondo lavoro di depurazione dal giudizio.
E alla fine,
solo alla fine dopo anni e anni di questa disciplina, possiamo arrivare a
ricevere la grazia di sperimentare stati di
fusione col tutto, momenti, perchè di momenti si tratterà, di totale
assenza
del senso dell’io, ingressi temporanei nella pace perfetta, nella
centratura e
nello stato di equanimità.
E ti assicuro che tutto è tranne che uno
stato poco ‘vivo’, poco ‘intenso’ o poco 'interessante'.
Ti assicuro che
tutto è fuorchè uno stato ‘passivo’ e privo
di ispirazione.
Se la tua mente, o quella di qualcun altro, cerca di
convincerti che è pericoloso vivere senza il nostro amico
Ego è
probabile che
sia proprio lui a parlare e ad elevare pensieri a livello della
coscienza di chi ti parla.
Lo fa per
non morire, lo fa per evitare anche soltanto il primo e più debole
pensiero riguardo al
fatto che sia possibile sbarazzarsi di lui.
Ovviamente però questa è soltanto la mia posizione.
Può darsi che io
stia davvero esagerandoci su, ma credo anche che si insegni ciò che si
ha più bisogno di imparare, quindi penso di continuare su questa strada.
Un abbraccio.
Andrea Panatta
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