mercoledì 3 maggio 2017

La guerra dei maghi nella seconda guerra mondiale


Ci sono storie che sembrano prese da qualche film dell’orrore di Romero o di Dario Argento, ma sono reali che per quanto incredibile sia la loro trama e per questo bisogna prenderne atto.

Le SS (Schutzstaffeln, Squadre di protezione) erano state pensate in origine come scorta personale di Hitler. Gli esordi del partito nazionalsocialista furono tali che le SA (camice brune), si configuravano da subito come truppe d’assalto (Sturmtruppen) del nazismo: erano dei brutali picchiatori in uniforme che pattugliavano le strade e adottavano misure intimidatorie contro l’opposizione, comportandosi a tutti gli effetti come una milizia privata del partito.

Per diversi fattori, via via che crescevano di dimensione, diventarono un problema per il regime nazista. Uno era dovuto dall‘estrazione popolare e proletaria di buona parte delle SA, che assieme all’estremismo “socialista“ di alcuni suoi comandanti legati a Gregor Strasser, che determinarono tra il dicembre `32 e il gennaio `33 autentici casi di rivolta contro la direzione politica imposta da Hitler; nella Franconia Centrale buona parte delle 6/7.000 camicie brune sotto la guida del loro comandante Wilhelm Stegmann costituirono un’organizzazione paramilitare indipendente affermando che le SA dovevano smettere di essere soltanto i “vigili del fuoco” o le “guardie di palazzo”.

Analoga sedizione si registrò in Assia e a Berlino vi furono scontri tra SA e SS. Inoltre “in diverse parti del paese membri delle SA delusi passarono ai comunisti, che li arruolarono prontamente nei propri reparti paramilitari“.[1]

La corrente “anticapitalista” del nazismo fu molto forte sino ai primi anni Trenta e, oltre che all’interno di ampi settori delle SA, la sua influenza era avvertibile a diversi livelli della società tedesca.

Nel `33 il presidente dell’Alta Slesia, Bruckner, attaccò con forza i grandi industriali “la cui vita è una continua provocazione“. A Berlino, tale Koeler, della Federazione operaia nazista, ebbe a dichiarare: “Il capitalismo si arroga il diritto esclusivo di dare lavoro alle condizioni da lui medesimo stabilite. Questo dominio è immorale e dobbiamo spezzarlo“, mentre Kube, capo del gruppo nazista al Landtag prussiano, se la prendeva con i latifondisti ed il governo sollecitando la riforma agraria mediante la confisca prevista dal programma del partito.

Da tempo ormai però il führer aveva deciso altrimenti incaricando il principale capitalista tedesco, Krupp von Bohlen, della riorganizzazione dell’industria tedesca, mentre il Consiglio generale dell’economia risultava composto da 17 membri, comprendenti tutti i maggiori industriali e i più importanti banchieri della nazione che avevano appoggiato la controrivoluzione nazista.

Dopo la conquista del potere Hitler, ormai Cancelliere del Reich, avviò pertanto un’opera di spietata normalizzazione interna al fine di “mantenere l’ordine nelle strutture economiche (…) secondo le leggi originarie radicate nell’umana natura“; l’apice di tale stabilizzazione venne raggiunto il 30 giugno 1934 durante “La Notte dei Lunghi Coltelli”, quando vennero sterminati un certo numero di politici conservatori scomodi, personalità cattoliche e militari dissidenti, assieme alla “sinistra” del nazionalsocialismo facente capo al capi delle SA di Röhm, e a settori di destra, capeggiati dall’ex-cancelliere generale von Schleicher, che tramavano contro Hitler utilizzando tatticamente anche la cosiddetta corrente “rossa” del Partito nazista che si riconosceva in Gregor Strasser.

D’altra parte fu lo stesso Hitler, durante il discorso pronunciato al Reichstag il 13 luglio seguente, ad assumersi la responsabilità di “giustiziere supremo del popolo tedesco” e a rivendicare la legittimità delle centinaia di assassini compiuti dalle SS e dalla Gestapo che in questo modo avevano sventato una “rivoluzione nazionalbolscevica” .[2]

Sul finire del `34 e ai primi del `35 circa centocinquanta comandanti delle SS furono trovati uccisi; sui loro cadaveri un cartoncino con le lettere R.R. che stava per Röhm Rächer (Vendicatori di Röhm) tutto ciò farebbe pensare a un’estrema vendetta delle SA ormai nemiche di Hitler.

Tolto di mezzo Röhm, Himmler diede un maggior peso alla Staatpolizei o Gestapo, divennero così uno degli uomini più potenti del nazismo secondo solo a Hitler.

Se è risaputo che Hitler consultasse gli astrologi e che fosse interessato a varie forme di medicina, scienza e religione alternative, meno noto è che il governo nazista finì con l‘impegnarsi a fondo nel sostegno di queste pratiche. E nemmeno ci si rende conto quanto le idee di Himmler in tema di razza, riti e di misticismo compenetrarono l‘intero fenomeno razzista, combinandosi in uno dei culti più pericolosi della storia.

L’ahnenerbe

Hitler era rimasto impressionato dal suo primo incontro nell‘autunno del 1934 con il “lettore universitario“ Hermann Wirth (1885-1981) e dalle sue teorie sulla preistoria dell‘uomo, e, infatti, nella primavera dell‘anno successivo aveva organizzato insieme con lui una mostra popolare sulle antiche usanze contadine e sulla necessità dello “spazio vitale nei costumi germanici“.

 Il successo di pubblico della manifestazione li spinse a creare l‘associazione Deutsches Abnerbe (Eredità ancestrale tedesca o Eredità degli antenati tedeschi) con lo scopo di promuovere il più possibile la “scienza dello spirito preistorico tedesco“. Di lì a pochi mesi, sempre all‘interno dell‘Ufficio dello Stato Maggiore delle SS (RFSS) sarebbe nata l‘organizzazione dell‘Ahnenerbe.

Dall‘atto costitutivo dell‘Ahnenerbe e dallo statuto del 1935 era evidente che in quel periodo, l‘associazione non aveva ancora molto a che fare con le SS. Era sostanzialmente un‘agenzia di ricerca autonoma, o piuttosto un ente privato di Himmler per la ricerca preistorica.

Dal momento della sua fondazione l‘associazione doveva però dimostrare di saper vivere in modo autonomo e così, dal punto di vista finanziario, gli aiuti maggiori vennero così sia dal Ministero dell‘Agricoltura, che dalle stesse SS.

Himmler aveva creato un Circolo degli amici delle SS, in cui industriali, banchieri, uomini di affari e altri esponenti dell‘alta borghesia tedesca, facevano gara nell‘elargire donazioni di ogni tipo pur di mettersi sotto la protezione delle SS, sempre più onnipotenti (soprattutto dopo la Notte dei lunghi coltelli). Con il passare del tempo una trentina di grossi trust industriali e commerciali si attivò a finanziarie l‘Ahnenerbe. Di conseguenza a tutte le più alte personalità aziendali, insieme a diplomatici, scienziati e membri dell‘amministrazione pubblica ebbero il titolo di Comandante onorario dei Corpi di protezione senza avere la possibilità di comandare o prestare un servizio militare effettivo. Ma era un modo come un altro per accattivarsi personaggi influenti, raccogliere denaro e rendere molto popolari le SS.

La volontà di Himmler di modificare l‘Ahnenerbe per farla rientrare nella sfera delle SS si realizzò con il nuovo statuto dell’11 marzo 1937.

Con il 1° gennaio 1939 si compì l‘atto finale. Fu approvato il terzo e ultimo statuto dell‘Ahnenerbe per la ricerca e l‘insegnamento: la società aveva lo scopo di “esplorare e ricercare lo spazio, lo spirito, l‘azione e l‘eredità delle razze nordiche indogermaniche e trasmettere questi insegnamenti di vita al popolo“.

L‘Ahnenerbe seguirà da questo momento il destino delle SS, per questo motivo i giudici del Tribunale di Norimberga definirono le SS un‘organizzazione criminale, questa condanna colpirà tutte le sue componenti, Ahnenerbe compresa.

I campi di ricerca dell‘Ahneberbe erano vari, nel 1943 erano:
–         Lingua e cultura ario-indogermanica.
–          Lingue germaniche.
–          Religioni indogermaniche.
–          Cultura storica germanica e scienze del territorio;
–          Culture germaniche, arte e paesaggio;
–          Diritto tedesco-indogermanico.
–          Ricerche sulla cultura popolare, saghe e fiabe.
–          Ricerche musicali indogermaniche.
–          Rune e simboli dell‘arte.
–          Genealogia e araldica.
–          Geografia, topografia e simbologia del paesaggio.
–          Ricerche preistoriche.
–          Scavi archeologici.
–          Cultura e costumi celtici.
–          Cultura finnico-indogermanica.
–          Ricerche e antichità classiche.
–          Latino medioevale.
–          Spedizioni in Asia centrale e interna.
–          Vicino Oriente.
–          Scienza e cultura nordafricane.
–          Geologia e geofisica.
–          Scienze naturali e applicate.
–          Astronomia.
–          Fenomeni carsici ed esplorazioni sotterranee.
–          Biologia-entomologia.
–          Botanica e genetica vegetale.
–          Allevamento dei cavalli.
–          Laboratorio di analisi.
–          Laboratorio di analisi del polline.
–          Medicina tradizionale e popolare.
–          Scienze occulte – ufficio verifica e controllo.
–          Ricerche scientifiche a scopo militare.

Wewlsburg, in Vestfalia
Himmler cominciò a trasformare le SS in un ordine religioso pagano. Il quartier generale del culto era il castello medievale di Wewlsburg, in Vestfalia, nei pressi di Paderborn e Detmold e del sito megalitico di Externsteine, strutturalmente simile a Stonehenge, che sorge nel cuore di Teutoburgo.

Contrariamente a molti leader nazisti maniaci dell‘ostentazione Himmler circondava di estrema riservatezza il suo castello dell‘ordine delle SS. Nessuno poteva accedervi se non espressamente inviato da Himmler in persona; quindi erano ammessi i cosiddetti Dodici e occasionalmente uno o due generali, un comandante del Reich, o qualche altro ufficiale, a discrezione di Himmler.

Dentro questo castello si riuniva una volta l’anno il Capitolo segreto dell‘Ordine. Ogni membro aveva la propria poltrona contrassegnata da una targa d‘argento con il nome, inciso, e tutti dovevano dedicarsi a pratiche rituali finalizzate principalmente ad affinare la capacità di concentrazione mentale.

Non era gradito che i membri delle SS partecipassero a cerimonie cristiane di alcun genere, e anzi li si incoraggiava a rompere formalmente con la Chiesa. Nuovi riti sostituivano quelli cristiani: per esempio quello del solstizio invernale in luogo del Natale (dal 1939 la parola Natale venne proibita nei documenti ufficiali delle SS) e quello del solstizio d‘estate.

A queste cerimonie non si sprecavano i fuochi sacri, le processioni con torce, le invocazioni alle divinità teutoniche, tutte eseguite da lunghi cortei di giovani con i capelli biondi e gli occhi azzurri.

Il serpente, simbolo di Satana per i cristiani, è considerato sacro dagli ariani. I nazisti non solo assunsero una posizione pagana, ma la giustificarono teoricamente. Più di altra cosa Himmler voleva dimostrare al mondo che le sue idiosincrasie personali non erano opinioni ma riflessi della realtà. Per farlo ricorse a un‘organizzazione che, lo diceva il nome stesso, l‘Ahnenerbe appunto.

Fu uno dei fedeli servitori dell‘Ahnenerbe, il tenente delle SS Otto Rahn, a far balenare ai nazisti l‘idea che l‘America Latina fosse una terra promessa degli ariani.

Il Tibet fu uno dei paesi che i nazisti (uno era l‘Islanda che era vista come ultimo legame vivente con la patria ancestrale, Thule) associavano un‘eredità ariana particolarmente feconda.

È conservato nei microfilm della sezione Documenti tedeschi requisiti presso i National Archives, dei nastri completi  l‘equivalente di centinaia di pagine scritte su carta – che riproducevano le fatiche della spedizione tibetana delle SS, condotta dal tibetologo Schäfer dell’Ahnenerbe. I dossier contengono non solo la corrispondenza tra Schäfer Hitler, ma i viaggi nel Tibet orientale e centrale nel periodo che va dal 1934 al 1936 e la spedizione che ci fu dall’aprile del 1938 all’agosto 1939.

Quest’ultima, nel periodo della cosiddetta phony war, l’anteprima della guerra vera e propria che precedette l’invasione della Polonia nel settembre del 1939. Quindi non si può escludere l’ipotesi che Schäfer cercasse qualcos’altro oltre le farfalle in questa spedizione himalayana.

La spedizione delle SS in Tibet non era composta da un manipolo di studiosi intrappolati loro malgrado nella guerra, ma devoti scienziati nazisti con un preciso intento programmatico: uomini costituzionalmente capaci di usare la “materia prima” dei campi di concentramento, ricerche finalizzate a sostenere le manifestazioni occulte delle teorie razziali, antropologiche e archeologiche del Terzo Reich e in particolare delle SS.

C’è da chiedersi: come avvenne che dei professionisti, considerati sani di mente e scientificamente preparati, potessero prendere parte ad attività così ripugnanti e sadiche? Il dottor Robert Lifton, che ha passato vent’anni a studiare i medici nazisti, ha suggerito il loro comportamento si può spiegare con la teoria dello “sdoppiamento”, [3] una sorte di scissione della personalità che mira a compiacere due diverse realtà, quella normale e quella oscena. Si può dire con sicurezza che è un fenomeno comune tra coloro che si dedicano a pratiche occulte. Di solito molti occultisti tengono un comportamento appropriato nella vita quotidiana e nel frattempo osservare nella loro dimensione più privata un complesso sistema di credenze che poco o nulla ha che fare con la realtà circostante.

Essere un occultista e ben di più che appartenere a una religione minoritaria o a un partito politico impopolare, poiché esso opera con un sistema di valori spirituali e morali che si fonda su una visione radicalmente diversa della vita.

Nella Germania nazista, però, lo Stato stesso a essere diventato un’organizzazione occultista e le credenze e le pratiche segrete di un gruppo per pochi di occultisti determinava la politica ufficiale della nazione. Scienziati, medici e professionisti in ogni campo subirono in un certo senso uno “sdoppiamento della personalità”, perché i comportamenti sani e civili, erano stati soppressi in favore di un credo fanatico nella purezza razziale e nella missione sacra del messia occulto. La scienza continuò a svolgere il suo compito e gli scienziati si trovarono a porre conoscenze e metodi al servizio di questa nuova religione.

Sarebbe stato difficile da digerire questa realtà se le condizioni sociali e le politiche ufficiali del resto del mondo non avessero dato l’impressione di concordare con i programmi nazisti. I programmi di ricerca eugenetica statunitense erano considerati una conferma alle politiche naziste; prestigiosi finanziatori americani come Henry Ford sostenevano entusiasticamente – con donazioni in contanti – il Partito nazista fin dai suoi esordi; lo sterminio di massa dei nativi americani era un modello pratico per il programma di Lebensraum nazista e in particolare per il genocidio degli ebrei e degli zingari, la Chiesa cattolica sosteneva la crociata anticomunista del Partito nazista, e gli inglesi in fondo, durante la guerra anglo-boera all’inizio del secolo avevano usato anche loro i campi di concentramento.

Quindi era vergognosamente facile per un accademico (ricordiamoci per inciso che era un ambiente esclusivamente maschile) sentirsi legittimato a fare ricerca sul “campo” e a collezionare crani scegliendoli quando erano ancora sul collo di una persona viva.

Alla ricerca del Graal
                                                

Una delle “imprese” che il Terzo Reich (e in particolare le SS) si cinse a compiere, fu la ricerca del Santo Graal. Era un programma da parte delle SS soprattutto, uguali a quello che fu immortalato da Steven Spielberg nel primo e terzo Indiana Jones. Non sappiamo se il regista si fosse ispirato alle operazioni naziste, ma la sua opera di fantasia riproduce dei fatti che meritano, essere presi in considerazione.

Per comprendere bene l’obiettivo di Himmler bisogna calarsi nel clima che circondava l’Ahnenerbe e rivedere le convinzioni che il Graal sia un simbolo cristiano.

L’uomo che contribuì a diffondere il concetto che il Graal non è una proprietà esclusiva della Chiesa è un giovane ufficiale delle SS: Otto Rahn (foto a lato).

Per costui, il Graal era un emblema che si opponeva alla Chiesa, e ai nazisti la cosa piaceva perché se le conclusioni di Rahn erano corrette, forniva a loro un vantaggio filosofico e storico sul cristianesimo organizzato.

La prima opera pubblicata di Rahn, Crociata contro il Graal, era un saggio sulla crociata contro gli albigesi, condotta dalla Chiesa cattolica per sradicare la dottrina degli Albigesi (dal nome della città di Albi, nella Francia meridionale) o dei catari (i puri). I catari avevano conseguito un grande successo nell’Europa del XII secolo, anche tra i nobili. Essi si opponevano alla corruzione della Chiesa. In un certo senso erano vicini agli gnostici e ai manichei.

La loro dottrina predicava fra l’altro che Cristo era puro spirito e non si era mai materialmente incarnato in un uomo; che la resurrezione non coinvolgeva il corpo, il quale era materia e poiché tale sostanza satanica; che nell’universo si contrapponevano due forze, una del bene e l’altra del male; che la procreazione era male, perché accresceva la quantità di materia nel mondo e intrappolava le anime all’interno di forme materiali. Che la morte era buona, e non un’occasione di lutto; che non c’era nessun motivo particolare per onorare i cadaveri, dati che i corpi erano la parte maligna della costituzione umana.

Naturalmente furono marchiati come eretici dalla Chiesa cattolica e infine, nel 1208, attaccati dall’esercito crociato. L’ordine era di annientarlo. Fu un comandante cattolico – un abate cistercense – che durante l’assedio ad una città francese (dove tra l’altro convivevano cattolici e catari) che pronunciò l’immorale sentenza: “Uccideteli tutti. Dio riconoscerà i suoi”.

La credenza dei catari che la materia fosse fondamentalmente impura e invece che lo spirito fosse puro e buono rientra evidentemente nella dottrina gnostica. La credenza in due divinità, una malvagia, l’altra buona, è manichea.

I catari sostenevano che la Bibbia era infarcita di riferimenti alla divinità del male e perfino zeppa di errori, oltre che interpretata in modo scorretto e utilitaristico da parte dei teologi della Chiesa romana.[4]

L’ideologia catara esercitava una particolare seduzione su Himmler e compari. Se la parola cataro significa “puro” e la purezza – specialmente quella del sangue, come incarnazione fisica della bontà spirituale – era un tema d’importanza vitale per le SS. Inoltre i catari negavano valore all’Antico Testamento, sembravano in perfetta sintonia con l’ideologia antisemita del nazismo e non è un caso che le moderne incarnazioni del nazismo sono costituite da movimenti come Cristian Identity e la Process Church of the Final Judgment.

Una credenza si diffuse rispetto ai catari: che custodissero un misterioso oggetto sacro e che, alla vigilia della distruzione della loro ultima roccaforte, la fortezza di Montségur nella Francia meridionale, avvenuta il 16 marzo 1244, alcuni di loro fossero fuggiti con questo tesoro giù per il fianco della collina su cui era arroccata la cittadella (assediata dalle truppe cattoliche). In seguito, intere generazioni di appassionati di storia hanno identificato l’oggetto sacro con il Santo Grall.

Secondo alcuni studiosi (prevalentemente francesi) il Grall prima della caduta di Montségur era nelle mani dei Templari. A secondo delle versioni, i Templari potrebbero avere scoperto o il Graal o l’Arca dell’Alleanza (o entrambi) durante il soggiorno in Palestina sul sito del Tempio di Salmone.

Fulcanelli[5] contribuì a corroborare la tesi della tradizione segreta dei Templari nell’opera Il mistero delle cattedrali, uscita nel 1925. Tradotta in inglese, andò a costituire il nucleo di un’altra tradizione mistica.

Uno dei più famosi romanzi sul Graal è il Parsifal di Wolfram von Eschenbach. È il testo che per molti rimane la fonte più autorevole sull’argomento e che ha ispirato Otto Rahn nelle sue attività (oltre che Wagner Richard nell’opera omonima).     

Rahn era uno studioso di storia, fin da giovanissimo innamorato di Wagner e di Eschenbach, trovatosi improvvisamente in ristrettezze economiche. Possedeva una solida istruzione letteraria e filologica classica e per 5 anni vagabondò per l’Europa sulle tracce di miti, leggende e sopravvivenze di culti eretici ansioso di potere documentare la presenza di un a originaria religione criptopagana di tipo gnostico. Scoprendo una rete di connessioni filologiche e mitologiche tra fenomeni eterogenei come la lirica trovadorica, la legenda del Graal, il paganesimo europeo e i catari.  

Identificato il cavaliere puro Parsifal in un cataro mancato, Rahn continuò a scrivere della ribellione catara dal punto di vista dei romanzi del Graal. Rahn era uno studioso integerrimo, che fondava il suo lavoro su fonti storiche comunemente accettate (rapporti dell’Inquisizione, poemi e canzoni dei trovatori e leggende medievali del Graal) oltre che su ricerche condotte personalmente in loco.

Arrivò nella regione della Linguadoca nel 1931 e lì conobbe Antonin Gadal, gentiluomo ben noto nei circoli del Graal. Gadal curava un piccolo museo privato sui catari nella cittadina di Ussat-les-Bains, centro turistico e termale dei Pirenei di presunta discendenza catara. Aveva anche un’amplissima biblioteca sull’argomento, cui era affiliato alla Società amici di Montségur e del Graal. La società, come dice il nome, credeva nella correlazione tra movimento cataro e i romanzi del Graal.

Nel maggio del 1932 Rahn decise di trasformarsi in albergatore per finanziare le sue ricerche e investì in uno stabilimento termale di Ussat. In settembre era già fallito e sparì dalla Francia per ricomparire di lì a poco in Germania. A quel punto aveva accumulato informazioni di sufficienti il suo libro sulla relazione tra catari e Graal, il già citato Crociata contro il Graal, pubblicato nel 1933 e tradotto in francese l’anno seguente. Dal libro non ricavò molto denaro, ma piuttosto l’attenzione di un ammiratore del calibro di Heinrich Himmler.

Himmler offrì a Rahn un incarico nelle SS e risorse pressoché illimitate per continuare le sue ricerche sui catari, sul Graal e altri argomenti di interesse ariano.

Himmler si era prefissato di raccogliere dati archeologici, storici, culturali, religiosi e occulti – sufficienti a provare la superiorità della “razza” ariana rispetto a tutte le altre della Terra e l’incomparabile “arianità” di sangue del popolo tedesco. Però voleva anche riuscire a documentare che ad un certo punto della storia, i tedeschi erano stati in pratica i padroni d’Europa. Questo avrebbe legittimato non solo la “spinta verso est” di Hitler ma anche il diritto storico dei tedeschi a fare quello che più avrebbero creduto opportuno delle razze indigene, inferiori e meticce.

In questo progetto Himmler era osteggiato da due distinti gruppi ideologici:
1) gli esponenti della comunità scientifica, che disapprovavano i proclami nazisti  di purezza ariana ed antica predominanza di un culto protoariano o di una società protocristiana comune a tutta l’Europa e l’Asia. Per questo Himmler contava di poter fornire prove concrete che gli ariani (e dunque i tedeschi) avevano stabilito delle comunità in luoghi remoti come Minsk, in Russia, oppure nell’India settentrionale o in Tibet. La Deutsche e poi l’Ahnenerbe furono entrambe pesantemente coinvolte negli studi archeologici a sostenere questa tesi;
2) La Chiesa. Il sogno di Himmler era di creare, a partire dalle SS, una nuova religione basata sugli elementi pagani dell’originale e primigenio culto ariano. Però molti tedeschi erano devoti cristiani. Hitler stesso lo capiva e sapeva di doverci andare cauto, almeno e sapeva di dover andare cauto, almeno fintanto che le Chiese avessero mantenuto il loro potere e i cittadini conservavano la sudditanza spirituale nei confronti dell’istituzione ecclesiastica e di quanto rappresentava.

Himmler (nella foto a lato), d’alto canto, desiderava più di ogni altra cosa la distruzione non solo della Chiesa ma della religione cristiana. E, con l’assistenza di Wiligut e di personaggi analoghi, ideò nuovi riti e predispose un calendario liturgico sostitutivo. Stava già sferrando il colpo mortale all’ebraismo con i campi di concentramento e le squadre della morte, che rispondevano a personaggi come Otto Ohlendorf, teosofo[6] che sarà condannato per crimini guerra e il famigerato dottor Six. La Chiesa sarebbe stata la prossima vittima. Fare del Graal un simbolo esclusivamente pagano e ariano riconducendolo alla sua natura e identità originaria era il modo migliore per conquistare l’attenzione e l’immaginazione dei fedeli.

Il Graal era un’immagine di potere occulto assolutamente preponderante nel folklore europeo, e anche l’elemento cardine di un’opera di Wagner, antisemita dichiarato e autore della colonna sonora ufficiale del Terzo Reich. La visione wagneriana del Graal era per forza di cose coerente con il resto della sua produzione operistica che comprendeva L’anello del Nibelungo. Tutto era per la mitologia ariana e quindi parte di un’unica storia epica.

Le tesi di Rahn procedevano a grandi passi nella stessa direzione. Sulla base delle ricerche intraprese in Linguadoca, nella Francia meridionale, e in particolare nella roccaforte catara di Montségur, Rahn ritenne di avere accumulato prove sufficienti per negare qualunque pretesa cristiana sul Graal.

Inizialmente, Rahn non sembrava nutrire una particolare propensione per l’ideologia nazista. Però faceva la fame. Perciò accettò la vantaggiosa offerta di collaborazione di Himmler e finì per indossare l’uniforme nera delle SS per continuare le sue ricerche con la pancia piena e con vestiti caldi addosso.

Per Rahn, questa scelta fu l’inizio della fine. Quando Himmler si trovò di fronte alle difficoltà di trovare prove incontrovertibili della sua teoria ariana, si disamorò di Rahn e di quelli come lui. E infine, secondo Ladame, [7] diede al giovane e spaventato studioso un ultimatum: terminare il prossimo libro entro il 31 ottobre 1936 – festa pagana di Samhain – e consegnarlo all’editore nazista per l’approvazione.

Rahn riuscì a farlo. Poi, secondo certi fonti, fu mandato a Dachau per i quattro mesi di “addestramento militare” obbligatorio per tutti i membri delle SS (che tipo d’addestramento si faceva a Dachau delle SS è facilmente intuibile). Dopo aver lasciato Dachau Rahn diede le dimissioni dalle SS. Nel 1939 all’età di 35 anni, era morto.

Ufficialmente fu detto che la morte era stata causata dall’esposizione ad avverse condizioni atmosferiche mentre faceva un’escursione in montagna. Pare strano che sia accaduto a un esperto viaggiatore, addestrato alla sopravvivenza, a meno di 2000 metri di altezza, sul principio della primavera. Perciò non è da escludere l’ipotesi che fu eliminato dai suoi ex compagni.

La ricerca psichica: Mussolini, la Bismarck, i sicari e la mente umana

L’attività dell’Abnerbe aveva ben poche applicazioni nel reale, a parte gli scopi propagandistici. Se i nazisti avessero potuto dimostrare – con le ricerche archeologiche – che gli ariani avevano un tempo conquistato un tempo tutto il mondo tra il Reno e il confine cinese avrebbero giustificato (secondo loro ovviamente) l’aggressione militare nazista contro il mondo. Se avessero potuto provare la superiorità della razza ariana – con la sperimentazione antropologica di Dachau – avrebbero giustificato (sempre secondo loro) lo sterminio dei “subumani”. E se avessero potuto ricavare dai criminali esperimenti condotti nei campi di concentramento uno studio scientifico coerente sugli effetti, per esempio delle droghe o del congelamento e dello scollegamento umano, avrebbero giustificato l’incredibile sadismo dei medici che operavano nei Lager.

Quando gli scavi archeologici dell’Abnerbe, cominciarono a rivelarsi improduttivi, Himmler fu marcato stretto perché tirasse fuori qualcosa di buono in qualche altro settore. Nel settembre del 1943 ebbe la sua chance.

Un pendolino per cercare Mussolini

Quando Hitler seppe che Mussolini, il 25 luglio 1943, era stato messo in minoranza dal Gran Consiglio del fascismo e incarcerato per ordine del re, e rimpiazzato dal maresciallo Badoglio, ne fu sconvolto. Mussolini non era solo un alleato, ma anche suo mentore spirituale. Solo due settimane prima le forze alleate composte da unità americane e inglesi erano sbarcate in Sicilia.

Ce n’era già abbastanza da preoccupare Hitler, ma ai primi di settembre dopo che le forze alleate erano passate dalla Sicilia alla terraferma, Badoglio si precipitò a firmare l’armistizio con le potenze occidentali. L’Italia senza la leadership di Mussolini si era sottomessa al controllo alleato.

Per questi motivi Hitler voleva salvare Mussolini e restaurare il fascismo in Italia. Ma c’era un problema: nessuno sapeva dove lo tenessero.

Walter Schellenberg, il capo della Divisione d’intelligenze straniera (Amt VI) del RSHA, dice nelle sue memorie[8] che non aveva idea di dove avessero portato Mussolini dopo l’arresto da parte dei carabinieri. L’RSHA era una struttura ideata dal celebre a Reinhard Heydrich nel settembre 1939 per integrare le varie polizie (la Gestapo, la Sipo, e l’SD) in un’unica organizzazione monolitica sotto la supervisione di Himmler.

Allora, Himmler convocò alcuni degli “esperti di scienze occulte” che erano stati arrestati dopo il volo di Hess in Gran Bretagna e li tenne chiusi in una casa colonica. Questi occultisti ricevettero di scoprire dove fosse Mussolini.

Questi occultisti erano piuttosto cari da mantenere, chiedevano il meglio in fatto di cibo, vino e sigari e tutto quanto era a carico di Schellenberg.

L’uso degli occultisti nasceva dal fatto che per Hitler trovare Mussolini era una priorità assoluta.

Contava sulla costituzione di un nuovo governo fascista in Italia per contenere l’inesorabile avanzata degli Alleati. Per di più, il pericolo veniva anche da altri fronti, in particolare dai Balcani, dove l’esercito italiano si arrendeva in massa e concedeva terreno all’esercito partigiano (per non parlare della sconfitta di Stalingrado). Per questo trovare Mussolini non era per niente un problema secondario.
Dapprima le prospettive di rintracciare Mussolini ricorrendo ai poteri medianici non sembravano particolarmente favorevoli.

Nello stesso periodo, l’astrologo Wilhelm Wulff fu convocato presso l’ufficio di Arthur Nebe, il capo della Kriminalpolizei e SS-Obergruppenghher incaricato anch’egli di trovare Mussolini. Secondo un resoconto dello stesso Wulff[9] ricorse a una carta astrologica indù e individuò Mussolini sull’isola di Ponza. Il successo di Wulff con questo e altri progetti di Nebe indusse la Gestapo a restituirgli tutti i libri e gran parte dei documenti confiscati e segnò l’inizio della sua breve carriera di astrologo del nazismo alle dirette dipendenze di Nebe, Schellenberg e infine Himmler.

Per quanto riguarda Mussolini, venne in seguito condotto in un albergo sulla città del Gran Sasso (in Abruzzo), dove fu liberato con un’operazione da parte di un reparto di commandos tedeschi al comando di Otto Skorzeny. 

L’Istituto di ricerca navale

I Medium di Schellenberg non erano i primi specialisti del pendolino ad essere impiegati in un’operazione del Reich. Anche in precedenza un misterioso istituto della Marina tedesca aveva utilizzato questa tecnica per localizzare le navi nell’oceano Atlantico.

Il responsabile di questo istituto era il capitano Hans A. Roeder della Marina tedesca. L’<equipaggio> del viaggio astrale era composto di specialisti di ogni campo dall’astronomia all’astrologia, dalla balistica allo spiritismo. La priorità assoluta di questa bizzarra ammucchiata di scienziati ed esoteristi era la localizzazione delle navi nemiche.

Prima che inventassero il satellite e l’AWACS, non esisteva un metodo affidabile per determinare la posizione dei mezzi nemici se non vedendoli (e a quel punto c’era ormai poco da fare). Il radar e il sonar erano utili solo entro distanze limitate. Se si fosse potuto sviluppare un sistema per individuare le navi da guerra (cacciatorpediniere, incrociatori, corazzate e i mezzi di rifornimento) a centinaia se non a migliaia di miglia nautiche di distanza ci si sarebbe virtualmente assicurato il dominio assoluto del mare. Si sarebbero potuti mandare gli U-boot direttamente sul luogo in cui erano stati localizzati i mezzi nemici e affondare le navi senza girovagare per settimane in mare aperto cercando bersagli opportuni, sprecando tempo e carburante prezioso.

La Marina venne fuori con l’idea di ricorrere agli esperti del pendolino, dopo aver avuto un’esperienza con un anziano architetto di Salisburgo, Ludwig Straniak. Straniak – costruttore e occultista e autore di una pubblicazione sull’argomento, The Eighth Force of Nature – dichiarava di poter localizzare qualsiasi oggetto con il suo pendolino e di poter indicare la posizione di una nave su una cartina solo vedendone in una fotografia.

La Marina decise di dargli un’opportunità e gli mostrò le foto di due grandi navi tedesche, la Bismarck e la Prinz Eugen. Naturalmente erano mezzi la cui posizione precisa era top-secret, perché in particolare la Bismarck era l’orgoglio dell’intera nazione. Distruggerla era diventata l’ossessione dell’Ammiragliato britannico.

Straniak studiò le foto di entrambe le navi e poi tenne un piccolo oggetto legato a una cordicella sopra la cartina. A questo scopo si può utilizzare come pendolino qualunque piccolo oggetto – un cristallo, un pesetto metallico, una sferetta di vetro, anche un fermaglio per la carta o un chiodo – appeso a una cordicella e lasciato libero di oscillare su una cartina o una tabella di numeri e lettere (Sono degli strumenti utilizzati per la scrittura automatica e la composizione di messaggi durante le sedute spiritiche). Si ritiene che forze sottili facciano muovere il pendolino in diverse direzioni, secondo la domanda posta e dall’informazione richiesta. Nel nostro caso Straniak tenne il pendolino sospeso sopra una carta degli oceani; l’avrebbe fatto passare lentamente avanti indietro finché l’oggetto avrebbe cominciato a muoversi per conto suo o finché non avesse avvertito una tensione, un peso superiore alla normale forza di gravità e forse anche un’attrazione verso una direzione diversa.

A quel punto sarebbe stata annotata la posizione del pendolino rispetto alle coordinate della cartina.

Incredibilmente Straniak riuscì, dove la Marina britannica aveva fallito. Localizzò con precisione entrambe le navi.

È facile immaginare la costernazione degli ufficiali dei Servizi segreti navali quando capirono che un uomo con la cordicella e un pesetto poteva starsene seduto in un edificio di Berlino e localizzare la loro più preziosa nave senza nessun bisogno di apparecchiature elettroniche né di spie. Significava che anche gli inglesi avrebbero potuto far lavorare qualcuno come Straniak, scoprire le coordinate delle loro navi e trasmettere le informazioni alla flotta sottomarina.

In effetti, le gravi perdite subite dalla Germania per effetto dei successi dell’Ammiragliato britannico nella localizzazione delle navi e degli U-boot tedeschi indusse qualcuno a credere che dovesse esserci una spiegazione occulta (solo a guerra finita avrebbero capito che gli inglesi avevano decifrato i loro codici).

A Berlino non si prese bene il successo di Straniak e si pretese – forse sospettando un imbroglio o una serie di coincidenze multiple – che questi fosse sottoposto a prove più complete per capire meglio che cosa fosse effettivamente in grado di fare. Uno dei test prevedeva di mettere un pezzetto di metallo su un foglio di carta, per pochi secondi e poi toglierlo. A quel punto si faceva entrare Straniak nella stanza e gli chiedeva di identificare il punto del foglio dove era stato appoggiato l’oggetto.

I risultati non fecero che confermare quanto accaduto in precedenza. Straniak individuava il punto preciso, anche quando non gli era permesso di entrare nella stanza per vedere il foglio ma doveva basarsi su un foglio di uguali dimensioni in un’altra stanza.

La strana dote di Straniak era la prova che esisteva in natura una forza ancora sconosciuta alla scienza. Ecco che allora venero convocati a Berlino alcuni studiosi, per ideare dei test più complessi e la pressione su quell’uomo anziano si fece eccessiva. Straniak cominciò a fallire miseramente e poi si ammalò. Ci sarebbe voluto un po’ di tempo – fino al 1943, anno della ricerca di Mussolini – perché il pendolino si coprisse ancora una volta di “gloria” (si fa per dire ovviamente).

 Lo zen e l’arte della memoria

Quasi nello stesso periodo, l’astrologo Wilhelm Wulff fu portato a Berlino, ma per una missione diversa. L’altra sua specialità – oltre all’astrologia indù e alla passione per la scultura – erano la religione e la mistica asiatica, tra cui il buddismo e l’induismo.

Il compito di Wulff era di installare al soldato medio tedesco la dedizione e lo spirito di sacrificio dei soldati giapponesi, che avevano appena preso possesso di Hong Kong. I soldati giapponesi si erano buttati a corpo morto sulle postazioni fortificate di Hong Kong, bloccando le feritoie delle casematte e delle altre strutture fortificate con i loro stessi corpi.

Non si hanno informazioni sulle conclusioni cui Wulff giunse. Né si sa se portò a compimento il progetto e ammesso che lo abbia fatto, se la Wermacht l’abbia sfruttato. Una cosa è certa ed è che le prime divisioni delle SS che scesero in campo corrispondevano appieno a questo modello di modello di “completo e assoluto disinteresse per la propria incolumità”. Molto probabilmente questo “coraggio” era dovuto all’utilizzo di sostanze stupefacenti. Negli ambienti fascisti e nazisti, la droga è sempre circolata in abbondanza, nella Decima Mas: Osvaldo Valenti e Luisa Ferida, due membri dei reparti speciali della Decima Mas, sono noti cocainomani.  

In Friuli Venezia Giulia, tra il ’46 e il ’47, i servizi alleati scoprirono che le attività paramilitari nazifasciste sono finanziate dal traffico di stupefacenti. La stenamina è un’anfetamina, come la simpamina che effetti eccitanti e antidepressivi, similmente ai composti anfetaminici e alla cocaina. Inducono assuefazione e provocano l’indebolimento della volontà. Un modo sottile di trasformare un soldato in un fedele esecutore di ordini, facilmente ricattabile.[10]   

Il caso dell’Istituto di ricerca navale che adotta tecniche mentali di origine orientale adattandole a obiettivi tedeschi ci porta a un altro settore della guerra psichica e delle relative mistificazioni che vi sono connesse.

Come nella seconda guerra mondiale, fu una “minaccia” proveniente da Est a innescare una nuova fase di ricerca sui metodi di condizionamento psicologico delle truppe in azione, cinque anni dopo la fine del secondo conflitto mondiale, in Corea scoppiò un altro conflitto. Questa volta, i reduci americani che avevano subito brevi esperienze di prigionia in Corea evidenziavano radicali cambiamenti della personalità.

Il termine “lavaggio del cervello” divenne una parola chiave per una generazione di militari, agenti segreti, romanzieri e registi, che “scoprivano” un mondo di terrore e di invisibili nemici nell’idea che qualcuno potesse controllare il comportamento umano da lontano (e se a questo qualcuno erano i comunisti, il terrore si tramuta in panico!).

Ci fu tutta una serie di studi sul “lavaggio del cervello”. A giudizio dello psichiatra americano R. Lifton, le tecniche adottate dai cinesi, non c’erano tracce d’influenza delle dottrine di Freud, Adler o Pavlov.

A suo giudizio i cinesi dovevano avere un loro sistema, come si deduce da un importante articolo di Harriet Mills (foto a lato).[11]

Nata in Cina da una famiglia di missionari presbiteriani, ammiratrice del paese e della sua cultura, dopo esserci vissuta per 25 anni, passò al Welselly College, negli Stati Uniti, dove si laureò; ritornata in Cina fu arrestata accusata di spionaggio nel ’51 e, incarcerata, fu sottoposta per quattro anni alla riforma del pensiero.

Il metodo cinese, dice, deriva in primo luogo dal quarto di secolo che i comunisti passarono in guerra di guerriglia, che insegnò alle reclute a usare le armi, ubbidire agli ordini, vivere in comunità e proteggere i contadini, ma anche che “ogni uomo intenda non solo il come, ma anche il perché delle cose”; in secondo luogo, dall’organizzazione delle cellule per lo studio del marxismo. La riforma del pensiero nasceva dalla fusione di queste due tradizioni. Critica e autocritica fuse insieme sono di un’efficacia impressionante,
tanto che persone di grande volontà – dice la Mills – che si potrebbero ritenere non facilmente piegabili alla forza, sperimentarono lente, graduali trasformazioni, talvolta drammatiche e profondamente convincenti”.
Gregorio Bermann, uno psichiatra argentino, in una visita che fece nel ’57 al collegio medico di Pechino, ebbe una risposta in merito al lavaggio del cervello. Egli era rimasto meravigliato dal successo ottenuto in un’operazione di sutura di una mano intera staccata dal braccio. Una vera impresa chirurgica. Quando fu ricevuto dal capo della sezione di anatomia patologica il professor Hov Pao-chang, gli pose delle domande inerenti alla sua filosofia e il suo atteggiamento di fronte ai problemi del momento:
So bene cos’è il lavaggio del cervello, esclamò. – perché io stesso l’ho subito
Che cos’è? – domandai allarmato.
Per molti anni, per mezzo secolo, quasi per tutta la vita ho sofferto di un significato sbagliato della vita; ero dominato dalla preoccupazione per il mio prestigio per la mia persona e per i vantaggi che potevo trarre dal mio lavoro.
E adesso?
Adesso ho compreso qual è il senso del mio lavoro. È il benessere del mio popolo, del mio paese. Comprendo qual è la finalità dei nostri compiti, che coincide con ciò che ci hanno insegnato i nostri leader.
Lavaggio del cervello? – sottolineò con una risata.
Non solo, – aggiunse – sono ritornato, ma sono ritornati  pure i miei figli che erano all’estero e che adesso servono con devozione la repubblica popolare in cariche di responsabilità”.[12]

Cosa si deve intendere per salute mentale?

Nel cristianesimo primitivo come in ogni altra epoca storica, non può esistere salute mentale senza salute morale. Salvo eccezioni, tuttavia, il problema della salute morale non è stato preso in considerazione dagli psichiatri e da quelli che si occupano di “igiene mentale”. Uno dei motivi di quest’omissione probabilmente è da imputarsi al carattere “idealista”, soggettivo e speculativo che hanno avuto in genere le teorie morali, le loro implicazioni teologiche.

Nella psicanalisi, che pretende una completa e integrale conoscenza dell’essere umano, risulta più evidente l’assenza di quest’elemento. E la cosa è tanto più strana se si pensa a come il suo fondatore fosse dotato di una personalità austera, di una grande forza morale, spinto da un appassionato bisogno di verità, ricercatore tanto ingegnoso quanto ostinato delle dinamiche occulte dell’essere. Quello che si può dire, è che la psicanalisi è, nel complesso, la filosofia dominante degli Stati Uniti, la potenza imperialista per eccellenza.

Agli antipodi di Freud e della psicanalisi c’è il pensiero di Mao. È vero che fra i 33 capitoli delle Citazioni non c’è uno che occupi esplicitamente di morale, ma tutta la sua opera rivela la preoccupazione per un’esigenza fondamentale di buona condotta, del rispetto della verità, dell’esercizio instancabile della solidarietà; dell’amore per i compagni. Abbiamo visto Mao additare alla gente l’esempio di Norma Bethune, poi quello di Lei Feng (Imparare da Lei Feng). Per chi ha voluto imitare Lei Feng, il suo valore non consiste nell’essere un eroe della guerra di Corea, ma nel fatto che si possa sacrificare la vita per salvare i compagni.

Un altro aspetto della linea maoista è quello della politica in primo piano:
 “Non avere una giusta concezione politica equivale a non avere un’anima”.[13]  Questo vale nel campo economico: “Il lavoro politico è l’arteria vitale di tutto il nostro lavoro economico”.[14]
Ma l’essenza del maoismo non sta tanto negli elementi morali. Il problema non si limita nell’essere virtuosi. Ciò che conta è cambiare il mondo, poiché come canta Brecht in Santa Giovanna dei Macelli:
… e nulla sia degno di lode, se una volta per tutte non cambia ché esso ha bisogno di essere cambiato
Pensate, per quanto dovrete lasciare il mondo non solo a essere stati buoni, ma a lasciare un mondo buono!”.
In sostanza: La salute del popolo è la legge suprema.

Torniamo ai nazisti, essi furono i primi a fare sperimentazione con le droghe per studiarne gli effetti sul comportamento umano.

Dalle testimonianze fatte nel processo di Norimberga sui metodi di ricerca medica a Dachau, l’Ahnenerbe era attivamente impegnata in un programma di sperimentazione degli effetti della mescalina sugli ignari prigionieri.

Sotto la supervisione dell’SS-Sturmbannfuhrer Kurt Plotner e del suo assistente Walter Neff, ad alcuni prigionieri dei campi venivano somministrate bevande con aggiunta di mescalina per osservarne i segni di alterazione del comportamento.

Questo tipo di sperimentazione continuò sino alla fine della guerra.

Altro settore di ricerca – affidato al famigerato dottor Rascher – erano le possibili applicazioni dell’estratto della radice di Hern per la cura del cancro. Rascher sviluppò anche una sua formula emostatica e c’è da chiedersi come portasse avanti la ricerca sulla produzione di un agente che bloccasse il sanguinamento in battaglia. Difficile che il dottor Rascher, aguzzino tristemente famoso per il suo sadismo (secondo solo a quello di sua moglie), infierisse sul proprio corpo per ottenere campioni da esaminare. E, infatti, le testimonianze del processo di Norimberga avrebbero dimostrato che procedeva in ben altro modo: sparava a distanza ravvicinata a prigionieri vivi per simulare condizioni di combattimento e applicava la formula emostatica per valutarne l’efficacia.

Nello stesso periodo, l’OSS (Office of Strategic Services – il servizio segreto statunitense durante il secondo conflitto mondiale) faceva del suo meglio per mantenersi al passo nelle ricerche sulla manipolazione psichica. Ecco cosa scriveva la commissione sul “siero della verità” diretta dal dottor Winfred Overholser dell’ospedale St. Elizabeth di Washington:
Provata e scartata la mescalina, diversi barbiturati e la scopolamina. Poi, nella primavera del 1943, la commissione decise che la cannabis indica – o marijuana – si rivelava la sostanza più promettete e cominciò un programma di test in cooperazione con il progetto Manhattan”.[15]  
Queste sono parole di John Marks, che nel suo libro The Search for the Manchurian Candidate ebbe il coraggio di evidenziare il rapporto tra le ricerche della CIA e i sanguinari laboratori di Dachau. E per togliere ogni illusione che “nostri” non erano cattivi, continua:
Dovunque portassero questi esperimenti estremi, gli sponsor della CIA sceglievano cavie che equivalevano agli ebrei e agli zingari dei nazisti: malati mentali, prostitute, stranieri, tossicodipendenti e detenuti, spesso appartenenti alle minoranze”.[16]     
Dopo la liberazione di Dachau, le squadre investigative statunitensi spulciarono gli archivi dell’Ahnerbe e della Luftwaffe alla ricerca di qualsiasi notizia utile e applicabile in campo militare. Marks continua dicendo che
nessuna notizia delle ricerche tedesche in tema di condizionamento mentale venne resa nota”.[17]
La bomba in birreria

Lo stesso Himmler non era all’oscuro degli esperimenti psichici in corso e se ne interessò avidamente. All’epoca dell’attentato alla vita di Hitler (9 novembre 1939) Himmler ordinò che il sospettato, l’ingegner George Elser, fosse sottoposto a iniezioni del “siero della verità”, il cosiddetto Pervitin, e poi interrogato da quattro ipnotisti.[18] Quindi già nel novembre del 1939 l’Ordine Nero di Himmler utilizzava le droghe e l’ipnosi per acquisire informazioni.

Hitler, ultimato il consueto discorso dell’8 novembre in commemorazione del fallito Putsch della birreria del 1923, aveva appena lasciato l’edificio quando una bomba esplose proprio nel punto in cui stava in piedi. Stranamente Hitler aveva finito il discorso in anticipo, come se avesse fiutato il pericolo. Chi conosceva le abitudini oratorie di Hitler sapeva che mai in sostanza ma decideva di affrettare la conclusione di un discorso. In quel caso lo fece e (purtroppo) si salvò la vita.

Fu individuato il presunto colpevole, e cominciarono gli interrogatori.

La bomba rese tutti paranoici. Molti ufficiali nazisti temevano che Elser non avesse ideato il piano da solo, bensì cospirando con una cellula comunista. Himmler era determinato: se gli uomini della polizia criminale non sapevano tirar fuori altro che la teoria dell’assassino “folle e determinato”, doveva cercare da qualche altro, parte la conferma ai suoi sospetti; e quindi incaricò un medium di scandagliare l’etere alla ricerca di segni di colpevolezza di Strasser (il leader della cosiddetta ala “anticapitalista” del partito nazista).

Alla bomba di Elser era collegata anche la predizione – da parte dell’astrologo svizzero Karl Ernst Krafft (1900-1945) – di un attentato alla vita di Hitler proprio per quel giorno. Krafft aveva cercato di mettere in guardia i nazisti, ma il suo rapporto era stato archiviato e dimenticato.

Il contatto di Krafft all’interno del RSHA era il dottor Heinrich Fesel (1890-1958), astrologo dilettante e studioso di occultismo, massoneria e culti. Tra il 1941 e il 1945, l’Amt VII era diretta da un certo dottor Alfred Six, uno che in precedenza aveva coperto un ruolo di primo piano nel Vorkommando Moskau, la squadra della morte che nel 1941 aveva imperversato nella Russia occupata uccidendo migliaia di civili (in particolare ebrei). Six si era unito all’SD nell’aprile 1935, a 26 anni; nel 1939 era a capo dell’Amt dell’RSHA. Un anno dopo, Heydrich lo nominò suo futuro rappresentante in Gran Bretagna, in previsione dell’invasione nazista dell’isola. In altre parole, Six avrebbe avuto ampie responsabilità nella pulizia etnica del territorio inglese se i nazisti avessero avuto successo nei loro piani d’invasione e occupazione.

Prima di entrare nelle SS, Six era stato decano presso l’Università di Berlino e docente di Legge e Scienze politiche.

Il dottor Six scontò circa quattro anni dei venti gli furono inflitti per crimini di guerra e tornò poi a lavorare per le Forze speciali della Gehlen-Organisation (nazisti riciclati come agenti segreti della CIA nello spionaggio antisovietico).

Nel 1961 Six era ancora libero e lavorava come agente per la società Porche.

L’ex subordinato di Six, Adolf Eichmann, aveva lavorato per una società concorrente, la Daimler-Bentz. Quando fu processato per crimini di guerra in Israele, Six noto carnefice di ebrei, con estrema sollecitudine si presentò a Gerusalemme come testimone per la difesa.[19]

Quando l’attentato a Hitler si era ormai consumato, Krafft cominciò a dare tormento ai nazisti richiamando la loro attenzione su quanto aveva predetto. Fu un errore madornale da parte sua, perché finì i suoi giorni come ospite delle SS e morì in un campo di concentramento. Dopo la fuga di Rudolf Hess in Scozia fu incluso come molti colleghi nell’elenco dei sospetti, arrestato e spedito in un lager, pur potendo vantare un passato di collaboratore regolarmente retribuito da Fesel per i suoi servizi per l’Amt VII del RSHA.

Pochi mesi dopo la sua predizione, Krafft fu incaricato dalle SS – si presume sottoscrivendo un contratto con il capo della propaganda nazista Goebbels – di tradurre le celebri profezie di Nostradamus mettendo in luce aspetti che potessero dimostrare la previsione della vittoria nazista da parte del veggente francese.

Ovviamente era una mossa propagandistica contro gli Alleati e all’inizio Krafft si appassionò all’impresa. Ma dopo qualche tempo cominciò a sentire dei rimorsi di coscienza nel distorcere i messaggi dell’illustre predecessore e fece del suo meglio per restare quanto più possibile fedele all’originale. Vale la pena di ricordare che Krafft era un nazista entusiasta ed era sinceramente convinto che Nostradamus avesse predetto la seconda guerra mondiale e numerose vittorie tedesche.

La traduzione fu pubblicata in edizione limitata di 299 copie nel dicembre del 1940, ma non bastò a evitargli il campo di concentramento. Il 12 giugno 1941 – un mese dopo il volo di Hess – fu arrestato dall’Amt IV del RSHA, la famigerata Gestapo.


La controffensiva esoterica

L’elemento esoterico non è un patrimonio in esclusiva dei nazisti. Molti famosi agenti dei servizi segreti inglesi erano impegnati a prevenire o persino a contrastare le attività di culto tedesche e la loro tetra incarnazione in strutture come l’Ahnenerbe, il dipartimento del Ministero della Propaganda di Goebbels AMO (Astrologia, Metapsicologia, Occultismo), l’Istituto di ricerca navale e l’Amt VII del RSHA.

Questo non significa che gli Alleati occidentali prendessero sul serio l’occultismo. Riconoscevano però che i nazisti lo facevano e in una certa fase divenne prioritario per l’intelligence britannica sapere quanto più possibile delle varie scienze occulte adottate dai nazisti in generale e dalle SS in particolare. Una volta capito che Himmler dava ascolto ai suoi astrologi, si resero conto che sarebbe bastato reclutare pochi buoni interpreti delle stelle al servizio dell’Inghilterra per sapere che cosa i loro colleghi tedeschi stessero dicendo a Himmler.

Che l’astrologia potesse vantare una certa coerenza interna era dato per scontato; vale a dire, un quadrato Sole Marte che influenza la prima e quarta casa del tema natale di qualcuno – e questo è un fatto che si riscontra semplicemente consultando un’effemeride e una tavola sulla tavola delle case, strumenti astrologici identici in qualunque paese – poteva essere interpretato in modo analogo da astrologi sia inglesi che tedeschi; o, perlomeno, un astrologo inglese che conoscesse i metodi dei colleghi tedeschi sarebbe stato in grado di prevedere con un buon margine di precisione quali consigli gli omologhi germanici avrebbero dato a Hitler, Hess o Himmler. Un allineamento di pianeti era un’assoluta evidenza per qualsiasi astrologo in qualunque parte del mondo e quindi un propagandista capace avrebbe saputo come il fenomeno per persuadere l’opinione pubblica del successo o del fallimento annunciato di un’impresa militare.

E quando i nazisti bandirono le sette occultiste, fornirono involontariamente una nuova arma agli Alleati occidentali. La rete delle logge – con le sue frasi in codice, la sua simbologia segreta – si estendeva all’Europa intera e si prestava a essere sfruttata dai servizi segreti. Proprio a questo scopo agenti segreti come i futuri romanzieri Dennis Wheatley e Ian Fleming si trastullarono con l’idea di servirsi ai danni del Terzo Reich, dei contatti di Aleister Crowley in Germania (oltre che nelle varie società segrete europee e americane).

Crowley

Durante la prima guerra mondiale Crowley aveva scritto materiale propagandistico filotedesco dalla sua postazione di New York. Quando cercò di discolparsi sostenendo di aver mascherato in tal modo i suoi rapporti con i servizi segreti britannici e americani. In Inghilterra nessuno sembrò disposto a dar credito alle sue giustificazioni da “meschino traditore”, come l’aveva bollato l’attaché della Marina britannica a Washington, Sir Guy Gaunt.

Secondo un ricercatore, [20] gli americani avrebbero ammesso che Crowley lavorava per loro come agente segreto nello stesso periodo in cui curava la direzione del Fatherland e dell’International, proprio come lui aveva sostenuto.

Però indipendentemente dalla fiducia che si sceglie di riporre nelle pretese di lealtà di Crowley; nel 1941 la situazione era profondamente cambiata.

Hess si era lasciato convincere a prendere il volo per la Gran Bretagna grazie all’operazione di intelligence più riuscita di tutta la guerra (in apparenza un successo malamente gestito dagli inglesi, che non seppero trarre tutti i vantaggi politici). Ma chi l’aveva convinto? Gli astrologi nazisti che l’avevano consigliato in buona fede di intraprendere la “missione di pace” a cui lo chiamava il destino? O il movimento di resistenza tedesco di Karl e Albrecht Haushofer, sobillandolo con false informazioni sull’appoggio della compiacente aristocrazia inglese?

O c’era di mezzo una cospirazione d’altra natura?

Forse non si conoscerà tutta la verità, ma esistono prove che negli ambienti degli occultisti si erano infiltrati astrologi dei servizi segreti britannici.

E qui entra in gioco Crowley, tutti i suoi vecchi amici sul continente erano stati rastrellati e spediti nei campi di concentramento. Tutte le sette erano state proibite, dalla Golden Dawn alle logge massoniche, all’OTO, e con particolare vigore dopo l’affare Hess, i maghi con i loro altisonanti titoli di eminenza astrale, che furono buttati senza cerimonie a Dachau. Le molte amanti tedesche di Crowley (quelle che non erano morte suicide o rinchiuse in manicomio) molto probabilmente subirono un destino analogo.

Chiuse le logge e messi sotto chiave massoni, teosofi, thelemiti, i vertici nazisti, erano ancora popolati di folli mistici. Va notato che il vecchio collega propagandista di Crowley, Viereck, lavorava per l’apparato nazista di New York. Viereck si era ben sistemato con i fondi che gli provenivano dalle sedi tedesche del partito, che in tal modo ripagava la sua preziosa attività di promozione e disinformazione.

Il battesimo del diavolo

Dennis Wheatley (foto a lato) è un famoso romanziere, autore anche di qualche saggio. Si dice che perfino Hermann Goring fosse un suo grande animatore. Negli Stati Uniti lo si conosce per i suoi romanzi esoterici, tre dei quali – Il battesimo del diavolo, Una figlia per il diavolo e The Satanist – spiccano per i contenuti hard-core.

Sono questi i libri che fecero conoscere al pubblico di Wheatley la moderna magia rituale dove mescolano Thelema – la religione di Crowley – con i culti orientali, i riti della Golden Dawn e i principi teosofici, in un intruglio esplosivo che fece presa sugli amanti del genere sexy-avventuroso: riti satanici e società segrete, iniziazioni sessuali e imprese di grande spregiudicatezza politica e militare (una sorte di versione alleata della teoria nazista della cospirazione ebraico-massonico-bolscevica). Inutile dire che thelemiti e satanisti ne venivano fuori con caratteristiche molto simili: loschi figuri dediti a oscene pratiche di magia nera che emanavano un terribile lezzo e vivevano nel terrore di dispiacere a Lucifuge Rofole, il ministero degli Esteri inglese, o qualche altra entità demoniaca. Stranamente, Wheatley è uno dei pochi autori del genere che conobbe davvero la Bestia (come amava farsi chiamare Crowley).

L’utilizzo di un personaggio come Crowley, da parte dei servizi segreti potrebbe apparire bizzarro, ma chi altri se non uno come lui avrebbe potuto cavare informazioni da Hess, un “mistico” nato in Egitto se non un altro mistico con forti legami nel movimento occultistico tedesco?.

Infine non era certamente un segreto per i vertici dei servizi segreti americani e inglesi che nel programma missilistico degli Stati Uniti – e dunque in una situazione molto competitivo contro gli scienziati nazisti di Peenemünde – si annidasse un altro thelemita e membro dell‘OTO di Crowley, l‘ingegner Jack Parson.

Parson (foto a lato), era impegnato nella ricerca sulla propulsione a razzo, in particolare sul carburante solido; e quindi il suo lavoro era vitale per lo sforzo bellico e nel successivo programma spaziale.

Membro del Cal-Tech e del Jet Propulsion Laboratory, Parson è probabilmente l‘unico occultista conosciuto – e di sicuro l‘unico thelemita – che ha un cratere intitolato a suo nome sulla Luna (sul lato buio).

Nel 1939, Jack Parson fu coinvolto nell‘OTO di Crowley tramite l’Agapé Lodge californiana, all‘epoca controllata da W. T. Smith, che aveva a sua volta aderito alla religione thelemita fin dal 1915 passando per il Vancouver Lodge di Charles Stansfeld Jones (Fratel Parsifal) portavoce e membro dell‘OTO fin dai primi giorni in cui la direzione della comunità mondiale di lingua inglese venne affidata a Crowley. Nel 1942 Crowley sollevò Smith dalla direzione della Agapé Lodge e lo rimpiazzò con Parson.

L’Agapé Lodge veniva gestita dalla casa di Parson a Pasadena, dove si officiavano riti giornalieri e si raccoglievano le quote associative che poi venivamo inoltrate a Karl Germer sulla costa orientale, e da lì spedite a Crowley a Londra.

In altre parole, questa loggia dell‘OTO durante la guerra era gestita sotto gli occhi di tutti da un uomo – il cui nome era Frater 20 –che nello stesso tempo, era impegnato in una delicatissima missione governativa, sotto la guida spirituale di un ex detenuto in campo di concentramento che teneva una regolare corrispondenza con un soggetto accusato di spionaggio per la Germania e all‘epoca residente a Londra!

Parson entrò nel Guggenheim Aeronautical Laboratory, California Institute of Technology (GALCIT) di Pasadena nel 1936, come collaboratore di Frank Malina e Theodor von Karman nella ricerca sulle tecniche di propulsione razzo. Quando gli USA entrarono in guerra la necessità di scoprire un valido propellente solido divenne pressante, in particolare per il programma JATO (Jet Assisted Take Offe) della Marina.

Per quanto ci avesse provato il personale del GALCIT non era riuscito a elaborare una formula efficace. Tutti i carburanti sperimentati avevano la tendenza a deteriorarsi in pochi giorni, rendendo impossibile il trasporto e lo stivamento sulle navi. Furono testati e scartati in toto i diversi tipi di carburante a polvere nera.

E alla fine Jack Parson venne fuori con la soluzione che permise agli USA di entrare nella corsa della propulsione a razzo. Nel 1942 – l‘anno in cui prese la guida dell‘Agapè Lodge e ne trasferì il quartier generale nella propria casa – Parsone decise di abbandonare la polvere nera e si concentrò su qualcosa a cui solo una mente esperta di tradizione magica e alchemica avrebbe potuto pensare: il fuoco greco.

A tutt‘oggi nessuno sa come intuì il passaggio della polvere nera all‘asfalto e al perclorato di potassio. Ma funzionò, e fu la prima grande conquista bellica del GALCIT. Il propellente solido ideato e formulato da Jack Parson fu impiegato largamente e con grande successo dalla Marina nel 1944 e 1945.

Ciò non toglie che Parson, proprio negli anni del conflitto, fu fatto oggetto d’inchieste federali a causa delle sue attività occulte. Nell‘aprile 1945 entrò in amicizia con un certo Frater H. che si rivelò un compagno disastroso. Vantando collaborazioni con i servizi della Marina o con l‘FBI Frater H. riuscì praticamente a distruggere la vita di Parson e fargli perdere in contatto con la realtà.

Grazie a riti di magia sessuale e alle evocazioni che conduceva con Frater H., si convinse di poter comunicare con le stesse forze superiori che Crowley aveva contattato nel 1904 al Cairo; e si spinse al punto di mettere al corrente la Grande Bestia dei suoi successi, senza entrare nei dettagli per tener fede a un supposto patto di segretezza con queste creature aliene.

Crowley correttamente ritenne Parson fosse vittima di una sorta di plagio, mentre il misterioso Frater H. spariva con il denaro depositato su un conto congiunto e concludeva in bellezza sposando la ragazza di Parson. Entro il 1948 Parson aveva cominciato a dichiararsi l‘Anticristo.

Nel 1952, quando orami, aveva assunto il nome di Belarion Armilus Al Dajjal Antichrist, lasciò cadere una fiala di fulminato di mercurio nel suo laboratorio e morì per le conseguenze dell‘esplosione. Così uscì di scena, a 38 anni una delle figure più brillanti e nello stesso tempo più tristi del panorama occultistico contemporaneo. Alla notizia della morte del figlio, il giorno stesso la madre si suicidò.

Frater H. – l‘uomo che condusse Parson alla pazzia, fra l‘altro rubandogli il denaro e la donna che amava – non era altro che lo scrittore di fantascienza L. Ron Ubbard (foto a lato), lo stesso personaggio che fondò Scientology.

Crowley, oltre ad avere contatti con individui del calibro di Parson in America, coltivava in Europa una rete di conoscenze estesa ed eterogenea: spiriti mondani incuriositi della magia rituale, frequentatori dei “caffè culturali“, artisti di vario genere e personaggi decisamente abietti.

La sua collaborazione con il MI 5, risalente al periodo berlinese in cui aveva effettuato attività di spionaggio ai danni dei comunisti tedeschi, non era stata dimenticata. Per di più era appoggiato dallo scrittore inglese Dennis Wheatles, che lo trovava molto affascinante e che si sottopose ai primi gradi di iniziazione della setta personale di Crowley. La scusa era che così facendo avrebbe potuto studiare magia con il maestro e conferire maggiore credibilità ai suoi romanzi.

Crowley fu presentato a Wheatley dal giornalista Tom Driberg, che poi sarebbe diventato un membro laburista del Parlamento e che per anni lavorò come spia per il MI 5 dall‘interno del Partito comunista inglese.[21] (Diberg – nome in codice Z nei libri di Wheatley – entrò nel Partito comunista e riferì diligentemente all‘MI-5 finché venne scoperto dall‘agente segreto britannico nonché uno dei più grandi agenti sovietici che si era infiltrato all‘interno dei e servizi britannici Anthony Blunt, che lo fece estromettere dal partito).

Per quanto Wheatley trovasse Crowley affascinante, non pensava che ci fosse ragione di venerarlo, come facevano i suoi seguaci, né di temerlo come facevano i suoi avversari. Fu Driberg a capire che Crowley possedeva dei poteri occulti (in altre parole capacità che sono definite “paranormali“).

Wheatley nutriva anche un grande spiccato interesse per il crimine e le tecniche investigative. E proprio in quest‘ambito conobbe più celebre agente della storia dei servizi segreti britannici, Maxwell Knight (foto a lato).

È a Knight che Fleming s’ispirò per creare il suo m, il capo dei Servizi segreti che siamo abituati a vedere al cinema mentre assegna a Sean Connery o a Roger Moore pericolosi incarichi con “licenza di uccidere“. Quello che non si sa è che M fu presentato a Crowley da Dennis Wheatley e che stabilì ottimi rapporti con il mago.

Wheatley aveva conosciuto Knight a un party e i due si erano trovati bene insieme. Knight voleva pubblicare un libro e Wheatley lo aiutò nella promozione. E ben presto si resero conto di condividere la stessa passione per l‘occulto.

Wheatley e Knight volevano sapere di più in tema di magia e Crowley accettò di erudirli. Deve essere stata una delle situazioni più strane che ci potesse immaginare: Knight – il grande M – che accetta di subire un‘iniziazione occulta da parte di Crowley e di diventare suo discepolo.[22]

Himmler era ossessionato dall‘idea che dietro i servizi segreti britannici ci fosse l‘Ordine dei Rosacroce e il MI 5 reclutasse seguaci di dottrine occulte.

Quest‘idea di Himmler non era tutto frutto di una paranoia tipicamente nazista, ma aveva dei dati reali come abbiamo visto. Knight, il capo del dipartimento B5(b), la sezione contro insurrezionale dell‘MI5, era un adepto di Crowley e Wheatley  quello dei romanzi prediletti a Goring – prendeva lezioni esoteriche dallo stesso Crowley nello stesso periodo in cui collaborava con il Joint Planning Staff di Churchill. E Fleming, il creatore di James Bond e all‘epoca agente del dipartimento d‘intelligence della Marina, stava tramando per portare in Inghilterra il Reichsleiter Rudolf Hess, con un pretesto occulto che coinvolgeva … Crowley.

Quest‘aneddoto è riportato da autorevoli storici dei servizi segreti britannici.[23]

Fleming prima della guerra faceva il bancario, fu assegnato dal dipartimento d‘intelligence della Marina a lavori d‘ufficio. Desideroso d’incarichi più eccitanti si rivolse Knigth, che come tutti sapevano agiva sempre di testa sua (e ancor di più godeva di un filo diretto con Churchill).

In Gran Bretagna esisteva un‘organizzazione chiamata The Link. Si presentava come un circolo culturale anglo-tedesco ed era patrocinato da Sir Barry Domville, ex direttore dell‘intelligence della Marina dal 1927 al 1937, poi arrestato a causa delle sue idee e convivenze naziste. Negli anni ’30 Knight aveva tenuto sotto stretta sorveglianza l‘associazione e ne aveva richiesto lo scioglimento quando non vi erano più dubbi sulle sue attività spionistiche.

Fleming si era letto la documentazione di Domville e gli era venuta un‘idea. Aveva pensato che se i nazisti avessero creduto ancora attiva l‘organizzazione The Link avrebbero forse abboccato all‘amo. Bisognava solo convincerli che The Link era abbastanza influente da poter rovesciare il governo di Churchill e rimpiazzarlo con uno più malleabile, che avrebbe felicemente negoziato una pace separata con Hitler.

Ma quale dirigente nazista poteva essere così ingenuo da lasciarsi incastrare? Rudolf Hess era sempre stato anglofilo e da diverse fonti emerge un dato importante: Hess aspirava alla pace con l‘Inghilterra perché la Germania doveva concentrarsi contro il vero nemico: l‘Unione Sovietica.

Non ci volle molto per rendersi conto che Crowley amico di Knight e suo mentore occulto, avrebbe potuto essere molto utile in questo contesto. È anche possibile che Fleming, a furia di curiosare tra gli archivi, si fosse imbattuto nei rapporti di Sir Gui Gaunt su Crowley, risalenti alla prima guerra mondiale.

Gaunt, era stato attaché della Marina britannica a Washinton all‘epoca della prima guerra mondiale, in altra parole era il rappresentante del dipartimento dell‘intelligence della Marina negli Stati Uniti.

Aveva monitorato le attività filotedesche e supervisionato il lavoro di agenti infiltrati nell‘ambasciata austriaca. Era riuscito a organizzare la cattura di un importante sabotatore tedesco – il capitano Franz Rintelen von Kleist, responsabile di parecchie esplosioni nelle fabbriche di armamenti statunitensi – e poi si era ritirato a Tangeri con il grado di ammiraglio.

Quando il biografo-detrattore di Crowley, John Symonds, gli scrisse a proposito delle attività del mago, Gaunt convenne che si trovavano di fronte a un “meschino traditore“.[24]

Crowley è sempre stato nella lista nera di Gaunt, che però ne aveva parlato in termini tranquillizzanti con Balfour (il ministro degli Esteri all‘epoca della prima guerra mondiale) e Basil Thomson (l‘ufficiale di collegamento tra i servizi segreti e lo Special Branch di Scotland Yard), sostenendo che aveva tutto sotto controllo.

Fleming e Knigth ci rifletterono sopra. La personalità di Crowley era tale che i due non erano certi di poterlo controllarlo sul campo. E poi, dettaglio ancora più importante, probabilmente i tedeschi sapevano dei contatti di Crowley con i servizi segreti britannici, fin dai tempi di Berlino in cui si era esposto spiando i comunisti per conto del governo britannico.

In ogni caso il duetto decise di far ricorso all‘astrologia. Tramite un astrologo svizzero amico di Fleming furono passate a Hess informazioni astrali (che transitarono anche attraverso il professor Karl Haushofer[25] e il dottor Ernst Schultz-Strathau, consulente astrologico e occultista dello staff di Hess fin dal 1935) che consigliavano una missione di pace in Inghilterra; per di più il duca di Hamilton venne convinto a mettere in giro la voce che si aspettava una visita di Hess proprio a quello scopo. La data fu il 10 maggio 1941, ritenuta particolarmente appropriata grazie alla singolare congiunzione di sei pianeti in Toro.

L‘aspetto astrale segnalava sviluppi importanti e duraturi per le cose terrene. Era una congiunzione faverolissima per un‘impresa che avrebbe avuto conseguenze planetarie, e proprio quel giorno Hess decide di prendere il volo, da solo, alla volta della Gran Bretagna per incontrare il duca di Hamilton e discutere con lui quel trattato di pace tra Germania e Gran Bretagna che avrebbe dato ai nazisti mano libera sul continente, in particolare contro l‘Unione Sovietica.

Per Hitler, sia gli astrologi sia Haushofer era da ritenere colpevoli di una cospirazione. Con l’Aktion Hess si procedette al rastrellamento e al trasferimento degli astrologi nei campi di concentramento, mentre Haushofer veniva ferma per essere sottoposto agli interrogatori della Gestapo.

Il resto è storia. Quel giorno, che per caso coincise con l‘ultimo grande raid aereo sulla Gran Bretagna, Hess prese il volo, atterò in Scozia e fu prontamente arrestato. Stranamente il governo inglese non sfruttò come ci si sarebbe aspettato il risultato di quest’operazione dei propri servizi segreti e Hess restò a languire in prigione, Fleming cercò di ottenere per Crowley il permesso di interrogare Hess e sviluppare qualche missione segreta nel milieu magico del Terzo Reich e in particolare nel vertice esoterico del Partito nazista, ma improvvisamente i “capi segreti“ persero ogni entusiasmo.[26]

Per ragioni che non furono mai chiarite – e che probabilmente avevano a che fare con la politica interna britannica e con il pericolo di smascherare una cospirazione filotedesca nelle alte sfere del governo – Hess fu trattato come un parafulmine, dal momento in cui il suo aereo toccò terra, e la possibilità di capire la reale dimensione occulta del Reich fu persa per sempre. Molti in Germania sospettarono che Hess fosse attirato in Scozia dai servizi segreti britannici.

La collaborazione di Crowley alla sforzo bellico britannico non finì lì, continuò a proporre all‘MI5 piani di propaganda di ogni sorta, che stando alle fonti ufficiali, non vennero messi in atto.

Un Bond per tutte le stagioni: John Dee e Sir Francis Bacon.

 John Dee

Alle origini delle Massoneria contemporanea.

Questa connessione tra spie e occultisti non è una novità, soprattutto in Inghilterra. Alla radice del mestiere di spia ci fu un personaggio come John Dee (1527-1608). Nel 1582 Dee incontrò un uomo più giovane: l‘equivoco Edward Kelley (1555-1597), un personaggio che aveva la reputazione di saltimbanco e ciarlatano dell‘occultismo, che sbarcava il lunario vendendo porzioni alchemiche fasulle.

Crowley asseriva di essere la reincarnazione di Kelley. Elisabetta era molto interessata all‘occulto.

Dee fu responsabile della scelta del giorno che fosse di miglior auspicio per l‘incoronazione di Elisabetta. Quando l‘Armada spagnola comparve sul Canale della Manica, Dee suggerì di non andarle incontro e restare fermi. Egli aveva previsto correttamente che tempeste devastanti avrebbero distrutto la potente flotta spagnola e che sarebbe stato meglio mantenere in porto le navi inglesi.

La conoscenza della natura di Dee si estendeva anche al campo dell‘architettura e della geometria sacra; riguardo a questo Frances Yates in The Theatre of the World, asserì che James Burgabe consultò proprio Dee per il progetto del primo teatro permanente costruito in Inghilterra.

Poco ci è pervenuto in termini di documentazione circa la conoscenza reciproca di Francis Bacon e John Dee, ma il pomeriggio dell’11 agosto 1582 Dee scrisse, sul suo diario, che s’incontrarono a Mortlake. Bacon aveva 21 anni all‘epoca ed era accompagnato da un certo Mr. Thomas Philips, un crittografo di alto livello che lavorava per Sir Wiliam Walsinghan, che guidò il servizio segreto inglese ai suoi albori.

Non c‘è alcun dubbio circa l‘influenza ubiquitaria di John Dee durante l‘età elisabettiana. Quando a Elisabetta successe Giacomo sul trono d‘Inghilterra, le idee di Dee sulla magia non furono più apprezzate. L‘atteggiamento sfavorevole e timoroso di Giacomo verso l‘occulto era l‘opposto di quello di Elisabetta. Bacon divenne ben cosciente che era necessario essere molto cauti nel proporre le proprie idee scientifiche a Giacomo e che qualsiasi traccia delle idee alchemiche di Dee avrebbero potuto impedire la realizzazione dei suoi progetti.

Bacon aveva un cauto e scientifico approccio alla matematica insieme al suo grande interesse per i cifrari. Peter Dawkins nel suo libro Francis Bacon, Herald of the New Age scrive a proposito che Bacon evitasse la matematica:
nulla potrebbe essere più lontano dalla verità: poiché il numero è una cifra e la geometria è un simbolo per la verità, e Francis Bacon era fortemente interessato ai cifrari e ai simboli e ne era un maestro, e al ritmo del linguaggio, usandoli ripetutamente in tutti i suoi lavori in varie maniere criptiche  – poiché egli vedeva la matematica come una scienza di importanza vitale o mistica, e la usava di conseguenza. La matematica, accoppiata con l‘analogia o l‘allegoria, costituisce un mezzo principe per la scoperta di quello che Bacon aveva nascosto in maniera accattivante“.
 Dawkin in seguito enfatizza che:
Francis Bacon considerava la matematica come una branca della metafisica, in grado di far vedere a fondo le più elevate “Forme“ o archetipi – le leggi e le intelligenze dell‘universo. Di conseguenza, come il dott. John Dee, il suo primo istruttore, era affascinato dalla cifra matematica, sia nella sua forma numerica che in quella geometrica, e il uso magico. Bacon dà alla matematica e all‘analogia, che considera una scienza e chiama “filosofia grammaticale“, un posto di rilievo nella sua Great Instauration; che, quando usate insieme, aiutano a schiudere le porte a ciò che Bacon ha deliberatamente nascosto – inclusi certi misteri nascosti nelle opere di Shakespeare. Per esempio, i due grandi libri pubblicati nel 1623 furono il First Folio di Shakespeare – Commedie, Histories è Tragedies – e il De Augmentis Scientiarium di Bacon (il background e le opere di Shakespeare), due capolavori pubblicati insieme, dato che sono come li gemelli, essendo ciascuno una chiave per schiudere tesori nascosti nell‘altro – correlati alle facoltà gemelle della mente (immaginazione e ragione)ed entrambi che si avvicinano alla terza facoltà, la memoria“.
Bacon (a lato) fu indubbiamente una grande mente: la determinazione del principio conoscitivo induttivo, il coraggio intellettuale di fronte all’inerte autorità delle idee ricevute, la coscienza della decisiva importanza storico-politica delle scoperte scientifiche, la padronanza dell‘animo umano che traluce da molte sue considerazioni, sono tali da imporre il massimo rispetto. Eppure, nello stesso tempo per rendere lo spirito più invettivo e pronto, egli proponeva di applicare sulla nuca o sulla testa di un uomo il cuore di una scimmia, che è un animale molto ingegnoso.

Bacon non fa mai cenno ai Rosa-Croce, ma questo non significa niente, mentre è indicativo che egli scriva quasi contemporaneamente in cui cominciano a circolare sul continente gli anonimi rosacruciani, [27] e che la sostanza e il tono stesso dei suoi scritti, annuncianti con religiosa unzione il parto di una nuova era attraverso una riforma generale del sapere, ostacolata vanamente dagli aristotelici e dai papisti, siano perfettamente omogenei, perfino nel gusto del prodigioso scientifico, alle dichiarazioni rosacruciane.

Nella sua opera incompiuta New Atlantis vi è un riferimento molto preciso alla singolare avventura erotica degli angeli di Sodoma.

Si legge nel libro della Genesi che
ad Abramo, mentre era seduto davanti alla sua tenda nell‘afa meridiana, presso il Querceto di Mamré, apparvero tre uomini. Alzò gli occhi e li vide davanti. Una visita fuori del comune, giacché si trattava di Dio e di due angeli. 
Accettarono il suo invito a fermarsi un momento, imbandendo per loro focacce e latte rappreso, carne di vitello e coppe di latte fresco. Dopo una breve pausa ristoratrice, durante la quale essi mangiarono, la sacra comitiva riprese il cammino; Abramo li accompagnò per un tratto, e venne a sapere dal Signore che gli Angeli erano diretti a Sodoma, per constatare se era vero quanto si diceva intorno alle gravi colpe di quella popolazione. 

Abramo capisce che una terribile punizione si addensa sulla città, e prega il Signore di essere clemente. Intanto, i due angeli giungono a Sodoma sul far di sera. Lot, che li vide arrivare, li invitò a casa sua.

I due angeli hanno intenzione di dormire all‘aperto, in un angolo della piazza, ma è tanta l‘insistenza di Lot che accettarono la sua ospitalità. Dopo cena si manifesta l‘inclinazione degli abitanti di Sodoma, si riuniscono attorno alla casa e chiama fuori Lot, vogliono che i due ospiti escano per far baldoria (la Bibbia usa il termine tecnico più preciso).

Probabilmente non avevano capito che si trattava di due angeli. Lot cerca di impedire l‘oltraggio, offrendo in cambio le sue figlie, sulla cui verginità è disposto a giurare. Ma i sodomiti non si lasciano distogliere, e incominciano a spingere. Allora i due angeli ritirano Lot a casa, chiudono la porta e rendono invisibile tutto il complesso minacciato, casa e abitanti, in un modo molto semplice: accecando la folla, che non riesce a trovare la porta e si disperde a tentoni. All‘alba comincia a piovere quella notte movimentata si finirà con una giornata apocalittica.
 Nella New Atlantis Bacon critica l‘usanza inglese della pubblica prostituzione assimilandola alla condizione di Lot, che per evitare deviazioni peggiori pensò di offrire i propri figli ai sodomiti. La soluzione migliore starebbe a suo avviso nella morigeratezza e nella castità.

Il caso degli angeli di Sodoma è interessante sotto un certo profilo, poiché essi svolgono una parte analoga a quella degli agenti segreti, inviati per raccogliere informazioni sull‘avversario da sterminare. E la loro arma principale, per difendersi nel campo nemico è l‘invisibilità. Bacon leggeva la Bibbia con un’attenzione e con implicazioni che difficilmente oggi possiamo immaginare.

L‘invisibilità dei Rosa-Croce è ciò che fa impazzire i poteri costituiti nel continente, e Cartesio a Parigi è costretto a mostrarsi a più riprese nella buona società per evitare l‘accusa (assai pericolosa nei paesi cattolici) di essere un Rosa-Croce.

La New Atlantic di Bacon è la descrizione di un‘isola utopica, Bensalem, terra felice, dove il governo politico di forma monarchica, è coadiuvato da un Ordine di saggi (detto la Casa di Salomone, con riferimento biblico) che si dedica allo studio e alle modificazioni della natura. Lo Stato proto-tecnocratico di Bensalem è retto da leggi che attraverso la Cabala rimandano a Mosè, come fa dire l‘autore con calcolato scetticismo a un abitante del paese, l‘ebreo Joabim. Ben-Salem è parola composta che significa in ebraico figlia di Salem, Salem essendo nella Bibbia un equivalente simbolico di Gerusalemme.

 Lo Stato di Bensalem è ignoto a tutti gli altri Stati della Terra, che sono invece qui ben conosciuti,
Questo era ciò che non potevano spiegarci“, scrive Bacon, “perché ci pareva che la proprietà di starsene celato e invisibile agli sguardi altrui, pur conoscendo gli altri e gettando luce su di essi, fosse una condizione adeguata solo a poteri e ad esseri divini“. 
A questa constatazione un adepto della Casa di Salomone ribatte chiedendo se per caso non li si volesse accusare di magia. Niente di magico, ma piuttosto di “angelico“ in tutto ciò tiene a precisare Bacon. Il segreto delle conoscenze di Bensalem, il mezzo di saper tutto sugli altri restando a loro invisibili, è affidato ai preti scienziati della Casa di Salomone. Che si recano nel mondo per una missione senza svelarsi, assumendo le caratteristiche delle nazioni in cui agiscono.

I fratelli dell‘Ordine non vogliono farsi conoscere dagli altri popoli, ma vogliono conoscerli minutamente in tutto ciò che può risultare utile, vivendo celati in mezzo a loro. Per il bene della scienza, quale fine dichiarato. Ma questo è il segreto della potenza: avere il massimo di informazione sugli altri, e insieme fare in modo che negli altri non sappiano niente di noi. Infiltrazione si risolve in dominio: è già la massoneria, nel suo uovo. L‘uovo di Bacone, ma anche l‘uovo di Colombo.

È dalla tradizione scientifica baconiana che emerge la persona che ha impersonificato il verbo della massoneria speculativa: Jeane Thèophile Dèsaguliers. Una figura di Giano, sperimentatore della Royal Society e prete massonico, che incarna il doppio volto, scientifico e mistico, dell‘utopia baconiana.

Misticismo attivo, del tutto congruo alla tendenza scientifica; i due volti si rimandano a vicenda: studio della natura fisica e studio dell‘anima umana, studio sperimentale e utilitario, che non mira alla conoscenza come valore autonomo e auto pagante, ma alla modificazione e al dominio. Duplice risposta all‘enigma della Sfinge.

La Sfinge, spiega Bacon in De Sapientia Veterum era un mostro dal volto umano, le penne di uccello e le unghie di griffone, che, appostata su di un gioco, catturava i viandanti in viaggio per Tebe, e poneva loro oscuri indovinelli, elaborati dalle Muse. Il viandante che non riusciva a rispondere a rispondere, ma si mostrava indeciso e debole, veniva dilaniato. Per porre termine alla sciagura, i Tebani offrirono il dominio a chi fosse riuscito a sciogliere l‘enigma della Sfinge. Edipo accettò e con animo risoluto si recò alla prova. L‘indovinello verteva sull‘uomo stesso: quell‘animale che al momento della nascita è quadrupede, poi bipede, poi tripede (il bastone del vecchio), infine quadrupede (la sfinitezza dell‘età estrema). Formulando la risposta giusta Edipo riuscì a uccidere la Sfinge e divenne re di Tebe.

La favola, come interpretata da Bacon, è un apologo sulla scienza, e specialmente della scienza applicata alla vita pratica. Infatti, finché gli enigmi, restano alle Muse, cioè alla libera meditazione, nota Bacon, non producono gravi conseguenze, ma passando alla Sfinge diventano micidiali. Allora s‘impone ineluttabile, o la capitolazione o il dominio.

Sottile indagatore della politica internazionale, Bacon non aveva mancato di notare l‘importanza pratica degli Ordini religiosi, e dei gesuiti in particolare nel suo progetto Sui mezzi per arrestare e sottoporre a giudizio la grandezza della Spagna, che circolò manoscritto e che ha l‘andatura di una moderna relazione dei servizi segreti.

Un‘eventuale invasione del Perù e del Mesico, notava in quest‘occasione, significava un fierissimo colpo sferrato alla potenza spagnola ma tale impresa, non è nemmeno pensabile finché si rimanga all‘oscuro sulla situazione dei due paesi, della quale non si conoscono l‘entità e la dislocazione delle forze militari, l‘identità dei loro capi, lo stato dei nativi, quali sono le città fortificate, ecc.

Sarebbe stato quindi opportuno, prima di operare, avere qualcuno che illustrasse tutti questi particolari.

È l‘idea dei servizi segreti organizzati, che però lascia scoperta l‘altra necessità di avere un Ordine religioso internazionale a propria disposizione. L‘Inghilterra protestante non poteva creare un Ordine religioso di tipo tradizionale, per evidenti incompatibilità. Ma un Ordine di tipo nuovo poteva essere concepito e messo in funzione, e quest‘Ordine fu la Massoneria.

L‘ufficializzazione della Massoneria, così come la conosciamo oggi, avviene il 24 giugno 1717: alcuni liberi muratori londinesi e scozzesi appartenenti a quattro logge diverse si riunirono in assemblea. Una delle decisioni più importanti prese dai convenuti, fu quella di sancire la nascita della Grande Loggia d‘Inghilterra, avente la sovranità di Loggia madre del mondo.

 La Freemason's Hall di Londra, il quartiere generale della Gran Loggia Unita d'Inghilterra, Gran Loggia 'Madre del Mondo'

Da quel momento è tolta autonomia alle singole logge e si stabilisce il ruolo universale della Massoneria. Ma segna anche l‘inizio delle persecuzioni per tutte le organizzazioni, interne o vicine, che non ne riconoscono l‘autorità.

I primi documenti ufficiali della Massoneria appaiono un poco più tardi, nel 1723, per opera del pastore presbiteriano James Théophile Déophle Désaguiliers, allievo di Isacc Newton, vero organizzatore della filosofia speculativa. Quest‘ultimo era membro della Rojal Society associazione sorta a Londra per opera di alcuni rosacrociani, in essa confluirono uomini di scienza propensi all‘esoterismo. 

Désaguiliers incarna il doppio volto scientifico e mistico dell‘utopia baconiana: studio della natura fisica e studio della psicologia umana, studio sperimentale e utilitario, che non mira alla conoscenza come valore autonomo e autopagante, ma alla modificazione e al dominio.

Quando la moderna Massoneria fu creata, essa recò una risposta anche a pressanti esigenze di ordine interno: una parte degli ambienti ecclesiastici che la organizzavano, di tendenza moderata, occupava una posizione intermedia nell’ambito del protestantesimo inglese, a cerniera tra l‘Alta Chiesa e le sette puritane, di cui non condividevano le posizioni politico-religiose, ma sentivano l‘esigenza di garantire, da una parte, il nuovo assetto sociale capitalistico affermatosi con la rivoluzione condotta da Cromwel contro la monarchia e dall‘altra di evitare i pericoli di una lacerazione interna.

Essi introdussero una concezione filantropica del cristianesimo che attutiva le asprezze dell‘interesse egoistico del capitalismo nascente e ne offriva insieme la legimitazione.

La Massoneria, come Ordine politico-religioso di nuovo tipo, ha proposto una soluzione a tali problemi di coesione sociale offrendo la vivente esemplificazione di un‘etica capitalistica cristianizzata. Impiantata saldamente nella società e resa unitaria grazie a una versione lata, onnisapiente del cristianesimo, la Chiesa-Stato inglese avrebbe dovuto costituire il polo di riferimento del protestantesimo europeo e formare la forza d‘urto contro la Chiesa di Roma e le monarchie cattoliche, in particolare quella francese, dopo la revoca dell’editto di Nantes[28] da parte di Luigi XIV nel 1685 a Fontainebleau che provocò l‘emigrazione di decine di migliaia di ugonotti.

Si trattava prevalentemente di artigiani o di membri della borghesia (si parla di una cifra intorno ai 200.000), il che favorì l’economia dei paesi accoglienti (Inghilterra e le sue colonie della Virginia e della Carolina del Sud, la Germania, la Svizzera e l’Olanda, in particolare verso le sue colonie nordamericane degli attuali stati di New York e New Jersey) a scapito di quella francese.

Ma in questo periodo storico un‘altra battaglia si deve avvolgere a favore del nascente capitalismo, una battaglia di tipo teologico con enormi implicazioni pratiche: quella sul rapporto tra guadagno economico e salvezza dello spirito. In altre parole la ricerca del consenso per servire allo stesso tempo Dio e mammona.

Il quesito fu risolto dal protestantesimo, in particolare dall‘etica calvinista che introduce l‘idea della predestinazione, per cui ogni individuo è già salvato o dannato dall‘origine. Per Calvino la prova per sapere qual era il proprio destino era ottenere il successo nella vita pratica. Da qui la corsa a emergere nella società per ottenere la verifica concreta della propria salvezza.

La predestinazione si trasforma nella ricerca più spinta della propria caratterizzazione. Cosicché l‘etica religiosa che pone i valori fuori dalla vita materiale nel trascendere, in altre parole, nell’l, si ribalta in un‘etica terrestre dell‘ al di qua.

Quindi lo scopo del capitalismo diventa religioso, l‘accumulazione e il reinvestimento, diventano dei fini in sé.

Con la formulazione di questi principi, la divisione del lavoro diviene uno strumento indispensabile, perché valorizza l‘imprendività, ma nel frattempo legittima anche la diseguaglianza e lo sfruttamento dell‘uomo sull‘uomo, che vi sono insite. Questa concezione favorisce la frantumazione settaria e nella realtà distrugge ogni forma di solidarismo, spezza l‘etica della fratellanza universale, contrapponendovi un‘etica individualistica o di gruppi ristretti che, come ulteriore conseguenza, portano la lotta tra i vari gruppi ai limiti estremi.

La competizione, la violenza, la repressione diventano, in quanto teologicamente giustificate, l‘unico motore della storia.

Detta in parole più semplici è stato divinizzato il denaro e la concorrenza.

È proprio tra il XVI e il XVIII secolo, in perfetta sincronicità con la nascente Massoneria, che nascono e si espandono le Borse, i templi dove viene officiata, dai moderni sacerdoti del capitalismo, la liturgia in onore del più potente degli dei: il denaro.

Ad Anversa, nel 1487 nasce la Borsa come oggi la conosciamo. La città fiamminga diventa la città più importante d‘Europa. Nel 1561 fu fondata la borsa ad Amsterdam, che sostituì quella di Anversa come importanza. A Londra, nella seconda metà del XVI scolo, Thomas Gresham, finanziere e consigliere della regina Elisabetta, fonda nella City il Royal Echange che nel 1773 assume il nome attuale di Stock Exchange.

Nel 1685 fu fondata la borsa di Berlino; nel 1699 quella di Basilea, nel 1762 quella di Vienna, nel 1792 quella di New York, meglio conosciuta come Wall Street, dal nome della strada in cui si trova.

Nel suo modo di procedere il nascente sistema capitalistico se da un lato, grazie ai teorici utopici, descriveva società paradisiache, nella realtà produceva le sue inevitabili crisi, la frantumazione in mille rivoli d’interessi contrastanti e il conflitto di classe. E sono queste lotte che rendono necessarie un tipo di democrazia guidata capace di selezionare i propri capi.

Nasce, quindi, il bisogno del capo carismatico capace di far superare le difficoltà e di rompere gli impedimenti. È in questo periodo che nasce la figura moderna del dittatore, che dall‘interno del sistema parlamentare riesce ad accentrare il massimo dei poteri. Il primo caso fu di Olver Cromwel, esponente della nascente borghesia britannica che per primo fece decapitare l’un re, Carlo I nel 1649 (144 anni prima dell‘esecuzione di Luigi XVI di Francia).

La guerra astrologica

Torniamo a Crowley. Egli sentiva che qualcosa di buono sarebbe venuto dal distribuire volantini di propaganda esoterica nelle campagne tedesche, facendoli piovere da aerei in volo. L‘esatta natura di questo ipotetico materiale cartaceo non è mai stata rivelata, ma è lecito credere che avrebbe dovuto recare previsioni sull‘esito del conflitto e descrizioni in chiave satanica della leadership nazista, e qualche dettaglio – vero o inventato – delle pratiche esoteriche cui si dedicava l‘élite nazista. L‘idea fu scartata, ma una tecnica molto simile finì per essere adottata da un lato e dall‘altro della Manica.

Mentre lo svizzero Krafft si dedicava alla manipolazione delle profezie di Nostradamus, un altro astrologo lavorava sotto copertura per di Dipartimento per la Guerra psicologica di Londra.

Capitano dell‘Esercito britannico, Louis de Wohl, ungherese di nascita, faceva valere i suoi contatti con gli astrologhi del nazismo e convinse i servizi segreti che era possibile trarne grandi vantaggi. [29]

Le sue conoscenze potevano essere sfruttate in due modi. In primo luogo, gli permettevano di riferire ai servizi segreti britannici quanto gli astrologhi di Hitler, Himmler e altri leader nazisti riferito ai loro capi. Ovvero, conoscendo i metodi adottati dagli astrologhi del regime, erano in grado di prevedere se avrebbero raccomandato un attacco o una ritirata, una negoziazione o una battaglia, una dichiarazione di guerra o una richiesta di pace.

In secondo luogo, si poteva contare su di lui per produrre false informazioni astrologiche che, disseminate accortamente nella comunità dei colleghi tedeschi, li avrebbero indotti a consigliare negoziazioni di pace e a sottolineare l‘impossibilità della vittoria tedesca.

A questo scopo de Whohl e i suoi collaboratori – tra cui lo storico dell‘occulto e agente segreto del periodo bellico Ellico Howe – preparano una versione contraffatta della popolare rivista astrologica tedesca Zenit e ne fecero arrivare delle copie oltre le linee nemiche.

Sarebbe stato il guastafeste Wihelm Wulff a entrare in possesso di queste copie e a comunicare a Schellenberg che si trattava di un‘abilissima falsificazione britannica. Ne erano state intercettate delle casse sul percorso Svezia-Germania e il nome dell‘editore era quello del famoso dottor Korsch un astrologo morto anni prima in campo di concertamento. Forse avrebbe potuto in inganno i nazisti, ma certamente sarebbe riuscita ad allarmare la popolazione, sempre affamata di oroscopi.

Un OBE per un OBE?

L‘agente operativo nome in codice Anne probabilmente non venne insignita dell‘OBE (Order of the Btish Empire) per il suo lavoro svolto per i servizi segreti durante la seconda guerra mondiale, ma si rese protagonista di una delle più straordinarie imprese spionistiche del conflitto.

Penetrò nel cuore del Reichswweher di Berlino, copiò documenti classificati e riferì conversazioni segrete tra capi militari… e senza mai lasciare la sua poltrona di Londra. Lo fece focalizzando una particolare dote di viaggio psichico, che oggi i seguaci della New Age chiamano Our of Body Experience, o…OBE.

Questo storia è raccontata in solo testo, Women in Espionage (Donne nello spionaggio) da un ex funzionario governativo cecoslovacco che scrisse anche un libro su Rudolf Hess (The Man and His Mission), ampiamente citato nelle biografie sulla seconda guerra mondiale. J. Bernard Hutton questo è il suo nome, sostiene di aver rintracciato e incontrato la misteriosa Anne… che sfortunatamente restò legata ai servizi segreti (e ai segreti di Stato) e non rilevò alcun dettaglio delle sue imprese con il MI5.

Comunque, riuscì ad accertare che Anne un giorno si era presentata nell‘ufficio di un capo del MI5 portando con sé una lettera di raccomandazione di una comune amico. Un ipotesi plausibile è che questo capo potrebbe essere Maxwel Knight, la cui propensione per l‘occulto è ben nota.

Anne – ex conducente di ambulanza costretta per ragioni di salute ad abbandonare il lavoro – sosteneva di poter accedere a informazioni sui programmi militari nazisti tramite viaggi mentali; vale a dire, si abbandonava su di una sedia, chiudeva gli occhi e viaggiava nel luogo desiderato ascoltando segretamente quanto si diceva. Poteva leggere documenti  e – grazie alla memoria fotografica e alla padronanza della lingua tedesca (che le veniva da qualche anno di studio a Berlino e a Zurigo) – riferirne in modo completo e accurato al ritorno.

Anne fu sottoposta a numerosi test e si rivelò affidabile

Il gruppo di Yonkers

La controffensiva esoterica non fu soltanto un affare esclusivamente britannico, anche gli yankee diedero il loro contributo.

Sam Untermyer, che si dice fosse affiliato alla Golden Dawn di New York, [30] era un avvocato ben noto nell’ambiente legale e politico per il suo impegno filantropico oltre che per il suo talento professionale. Secondo Maury Terry, giornalista specializzato in indagini criminali, un quotidiano britannico aveva definito Untermyer un satanista[31] (bisogna dire che per la stampa britannica tutte le persone che si occupavano di esoterismo erano dei satanisti).

Nel 1903 comprò l’ex proprietà di Samuel Tilden a Yonkers. Tilden era famoso per essersi candidato – senza successo – alla presidenza contro Rutherford B. Hayes, nel 1876. La proprietà immobiliare conosciuta come Greystone, fu adibita a parco pubblico dopo la morte di Untermyer, nel 1940, e fu proprio in questo parco (a pochi passi dell’abitazione di David Berkowitz) che 37 anni dopo gli adepti del Figlio di Sam avrebbero tenuto le prime riunioni con tanto di sacrifici di cani in onore a Satana,

Untermyer era anche ben noto per la sua campagna antinazista sul territorio New York, cominciata nel 1933, quando Hitler era salito al potere, e portata avanti sotto l’egida della sua Lega non settaria antinazista per il sostegno dei diritti umani e del Consiglio mondiale antinazista. Quest’ultimo era un’organizzazione globale, rappresentata anche in Asia, Africa, Sudamerica ed Europa. Nel cuore degli anni ’30 Untermyer finanziò una mostra itinerante sul nazismo che girò per tutti gli Stati Uniti. Ma, più che altro, dedicò le sue considerevoli risorse alla caccia agli agenti nazisti che continuavano a sbarcare dalle navi di carico sui moli della zona ovest newyorchese.

Nel maggio 1935 Sam Untermyer si avvalse della collaborazione di un investigatore, Richard Rollins, che si era offerto volontariamente a partecipare a un’operazione di controspionaggio ai danni dei gruppi fascisti e nazisti che conducevano apertamente un’aggressiva campagna di reclutamento negli Stati Uniti, sotto la guisa di Fritz Kuhn, che era il capo della German-American Bund che figurava tra gli stipendiati del Reich e che durante le Olimpiadi di Berlino aveva marciato in testa a una colonna del Bund. Rollins fu nominato investigatore capo di una società segreta[32] cui si riferiva genericamente con il termine “the Board”, diretta da Untermyere composta da singoli e associazioni rimasti anonimi.

Rollins collezionò grandi successi contro la Bund, la Black Legion e il Klan.

Nel memoriale in cui Rollins ripercorre le missioni antinaziste, I Find Treason, scopriamo un resoconto de rito d’iniziazione della Black Legion fascista, che comprende una formula di giuramento davvero singolare e nello stesso tempo illuminante:
Nel nome di Dio e del Diavolo (comincia), e con il potere della luce e dell’oscurità, del Bene e del Male, qui sotto l’arco Nero del corrispondente simbolo ò del cielo, offro e consacro il mio corpo le mie membra, il mio cuore e la mia mente e giuro per i poteri del Paradiso e dell’Inferno che dedicherò la mia vita”.[33]
La formula procede con l’ammonimento di stampo massonico che, se il giuramento dovesse essere infranto, l’adepto sarà ridotto a pezzi che saranno disperi sulla terra e così sia, e si conclude con “Nel nome di Dio e del Diavolo, Amen”.



[1] Cfr. Henry Ashby Turner Jr., I trenta giorni di Hitler. Come il nazismo arrivò al potere, Mondadori, Milano 1997, pag. 89.

[2] Cfr. Jacques Delarue, Storia della Gestapo, Dall’Oglio Editore, Varese 1964, pag. 178.

[3] Lifton Robert Jay, The Nazi Doctor, Basic Books, News York 1986; tradoto in italiano I medici nazisti, Rizzoli, Milano 1988.

[4] Bisogna ricordarsi che nel 1209 la stampa di Gutenberg non era stata inventata e che della Bibbia esistevano pochi esemplari. Quei pochi erano in latino o in greco e di proprietà della Chiesa. La gente comune non sapeva granché di quanto fosse sostenuto nella Bibbia, a parte quella che raccontavano i preti.

[5] Fulcanelli è lo pseudonimo di un autore di libri di alchimia del XX secolo, la cui identità non è mai stata resa nota. Lo pseudonimo utilizzato è formato dall’unione delle parole Vulcano e Helio, due elementi che rimandano ai fuochi alchemici. Si è supposto potesse trattarsi di Jean Julien Champagne, o René Adolphe Schwaller de Lubicz, o Camille Flammarion, o Pierre Dujol o Jules Violle, medico francese. Eugène Canseliet (nato nel 1899) si è sempre dichiarato discepolo di Fulcanelli, che parlò sempre attraverso Canseliet, che a sua volta curò le prefazioni dei suoi libri.

[6] Il termine teosofia (dal greco θεός, ‘dio’, e σοφία, ‘sapienza’) indica diverse dottrine mistico-filosofiche storicamente succedutesi, che si richiamano l’una all’altra. Ne elenco alcune: nella filosofia neoplatonica, la teosofia indica la sapienza divina alla quale l’uomo può accedere solo attraverso un’esperienza mistica, nella filomazia, la teosofia indica la circolarità di tutte le cose divenire alla quale l’uomo può accedere solo attraverso la perenne ricerca di se stesso partendo dall’osservazione del contingente realismo.
La teosofia diventa una dottrina filosofica del XVII secolo, la quale sostiene che tutte le religioni hanno un’unica origine. Tale dottrina afferma di poter condurre l’uomo alla verità tramite una conoscenza esoterica della divinità.
Un nuovo movimento ed una dottrina religiosa-esoterica risalenti al XIX secolo, in un sistema sincretico di elementi cristiani, orientali, filosofici, spiritisti, assume la possibilità di un contatto diretto con la divinità, predicando la metempsicosi (letteralmente passaggio da un corpo a un altro).
La teosofia è anche la dottrina propugnata dalla Società Teosofica, cofondata nel 1875 a New York da Helena Petrovna Blavatsky (1831-1891), che appunto si proponeva di divulgare il pensiero teosofico, in altre parole tutte le religioni deriverebbero da un’unica verità divina. Tale verità sarebbe stata tramandata nel corso della storia attraverso una strettissima cerchia di iniziati, i quali avrebbero rivelato solo gli aspetti più conformi al periodo storico in cui essi si sarebbero venuti a trovare.
Il testo sacro dei teosofi è il Libro di Dzyan. La cosmogonia teosofica prevede uno sviluppo del mondo tramite vari stadi intermedi tra la materia e lo spirito; l’uomo, composto di corpo, spirito e anima, cresce anche esso attraverso vari stadi definiti: materia, corpo fisico, corpo eterico, corpo astrale, ragione, anima e infine spirito.
L’anima umana non ha né inizio né fine: essa è destinata ad un ciclo di reincarnazioni finché raggiunge la sostanza assoluta del cosmo.

[7] Paul Ladame, Rahn.

[8] Schellenberg Walter, Le memorie di Schellenberg, Longanesi; Milano 1960.

[9] Wulff Wilhelm, Zodiac and Swastika, Coward McCann & Geoghegan, New York 1973.

[10] Giuseppe Casarrubea Mario J. Cereghino, lupara nera La guerra segreta alla democrazia in Italia 1943-1947, Tascabili Bompiani.

[11] Harriet Mills, Thoght Reforme: Idelogical Remolding in China, <Atlanric Monthly>, dicembre 1959 (cit. da Snow, L‘altra riva del fiume cit. p.447).

[12] Gregorio Bermann, la salute mentale in cina Medicina e politica nella rivoluzione cinese, Nuovo Politecnico 40 Einaudi.

[13] Mao Tse-Tung, Pekin, Edizioni in lingue straniere, Pekin 1966, P. 148.

[14] C.s. P. 141.

[15] Marks John, The Search for the ”Manchurian Cndidaye“, The CIA and Mind Control, Times Books, New York, 1979, pag. 6.

[16] C.s. p. 18

[17] C.s. p. 11

[18] Schellenberg Walter, The Schellenberg Memoirs, Andre Deutch, London 1956; trad. it. Le memorie di Schellenberg Longanesi, Milano 1960.

[19] Il diabolico dottor Six risulta tuttora a piede libero.

[20] Deacon Richard, A History of th British Secret Service, Taplinger Publishing Co., New York, 1969; Storia del servizio segreto britannico, CDE, Milano, 1973, pag. 310-11.

[21] Masters Anthony, The Man Who Was M. The Life of Maxwell Knigt, Basil Blackwell, New York 1985, pag. 67.

[22] C.s. p. 68

[23]   Maters p. 127, Deacon p. 320.

[24] Symonds JOHN, The Great Beast. The Life of Aleister Crowley, Rider & Co,, London 1951.

[25] Karl Haushofer (1869.1946). Hess era stato un suo studente all‘Università di Monaco e durante la prigionia di Landsberg. Haushofer gli aveva fatto conoscere le sue teorie di geopolitica. Si diceva di lui che era stato un generale del Kaiser che aveva trascorso molto tempo in Estremo Oriente come attaché militare per il governo tedesco e che parlava e scriveva in giapponese, che fosse stato iniziato a una società segreta durante i suoi soggiorni asiatici.
Esistono prove del fatto che Haushofer  nutrisse uno spiccato interesse per l‘astrologia e che avesse perfino dichiarato di possedere doti di chiaroveggenza. È certo che egli finì con lo assumere una posizione di potere all‘interno del regime nazista, tramite la Deutsche Akademie e l‘Institute für Geopolitik dell‘Università di Monaco – che era un centro che combinava ricerca interdisciplinare e spionaggio – di cui era direttore.
I suoi rapporti con uomini d‘affari e statisti giapponesi furono cruciali nella costituzione dell‘alleanza tedesco-giapponese nella seconda guerra mondiale. Fu anche il primo nazista di alto rango a intrattenere relazioni importanti con i governi sudamericani, in previsione dell‘azione militare e politica contro gli Stati Uniti; un’amicizia che poi sarebbe stata sfruttata dai criminali di guerra per fuggire in America Latina dopo la fine del conflitto.
Prima di perdere i favori di Hitler, fu il suo più prezioso consigliere politico e militare. La sua Deutsche Akademie aveva ramificazioni in tutto il mondo – compresi gli Stati Uniti – e in queste sedi squadre di professionisti ben pagati (accademici, ingegneri, meteorologi, storici, psicologi, agronomi in pratica consulenti esperti in ogni disciplina applicabile alla vita umana) raccoglievano in loco informazioni di geografia, economia, politica, efficienza militare, riserve alimentari, capacità industriale, questioni culturali, influenza dei media. A queste informazioni di natura scientifica però era associata una massiccia dose di astrologia, misticismo e occultismo.
 Coune Haushofer è ricordato nei testi storici per il concetto Lebensraum. Il concetto di <spazio vitale> è la dottrina in base alla quale Hitler si arrogò il diritto di espandere il Reich.

[26] Masters Anthony, The Man Who Was M. The Life of Maxwell Knigt, Basil Blackwell, New York 1985, pag. 129.

[27] Nel 1623, compaiono sulle mura di Parigi dei curiosi manifesti. Si tratta degli <avvisi> firmati dalla confraternita dei Rosa-Croce, i cui membri parlebbero tutte le lingue del mondo. In questi manifesti si raccomanda a tuti gli uomini di buona volontà di raggiungerli ed essi li renderanno invisibili, trasportandoli in un paese a loro scelta.
Il movimento dei Rosa-Croce era già noto in Germania nel 1614, dove aveva pubblicato dei testi esoterici. La Rosa era il simbolo del segreto: riunirsi sub rosa, sotto la rosa, significava celebrare un iniziatico convito, dove ciascuno può pervenire a sollevare il mistero della vita. I rosoni delle cattedrali e la rituale rosa d‘oro del papa attestano l‘antichità di tale pensiero; è un fatto curioso che il sigillo di Lutero sia composto di una rosa vista di fronte, recante una croce nel pistillo.

[28] L’Editto di Nantes fu un decreto emanato dal re Enrico IV il 13 aprile 1598 che pose termine alla serie di guerre di religione che avevano devastato la Francia dal 1562 al 1598, regolando la posizione degli ugonotti (calvinisti). Esso fu revocato nel 1685 da Luigi XIV (Editto di Fontainebleau).

[29] Howe Ellic, Uranias‘s Children, William Kimber, London 1967; trad. it. Gli astrologhi del nazismo, Mondadori, Milano 1968, p. 204.

[30] La Golden Dawn o più precisamente Hermetic Order of the Golden Dawn (“Ordine Ermetico dell’Alba Dorata”) fu un ordine della fine del XIX secolo e dell’inizio del XX secolo, che praticava una forma di teurgia e sviluppo spirituale e che ebbe una grande influenza sull’occultismo occidentale del XX secolo.
I tre fondatori, William Robert Woodman, William Wynn Westcott e Samuel Liddell MacGregor Mathers furono massoni e membri della Societas Rosicruciana in Anglia (S.R.I.A.)
Società iniziatica fondata sulla tradizione della Qabalah ed orientata al recupero della più autentica tradizione d’Occidente, adottò l’immagine dell’Alba come simbolo del risveglio spirituale, dell’illuminazione alla consapevolezza.
Iniziato all’Ordine il 18 novembre 1898, Crowley fu molto vicino a McGregor-Mathers.
Come mai il movimento nazista greco si chiama Alba Dorata? C‘è un rapporto.
L’indiscusso capo dell’Alba Dorata greca è il deputato Nikos Michaloliakos. La sua carriera “politica” ha radici nel periodo della dittatura dei colonnelli, quando era ancora giovanissimo. Dopo il ripristino della democrazia è coinvolto in varie aggressioni e attentati dinamitardi ragion per cui il 1978 finisce in carcere. Durante il suo interrogatorio del 27/7/78 Michaloliakos dà alla polizia i nomi dei suoi complici che vengono condannati a pene da 5 a 12 anni, mentre lui se la cava con 13 mesi.
Nel 1982 Michaloliakos si distingue nel campo intellettuale come prefatore della raccolta poetica di Odisseas Paterakis intitolata La luccicante oscurità di Lucifero che il futuro capo di Alba Dorata elogia per “la sua audacia intellettuale e coerenza ideologica”. Più tardi, negli anni di Alba Dorata che è istituita nel 1993, lo stesso Michaloliakos, compone una poesia in cui si mescolano “crimini di odore gelido”, “sacrifici umani”, “Luciferi”, “enormi macchie di sangue”, “altari” e “istinti nobili di violenza”. Sarà per questo che uno dei suoi deputati, eletto nelle politiche dell’anno scorso, è Ghiorgos Ghermenis membro di un complesso musicale black metal che spesso è stato associato ad atteggiamenti estremi e di satanismo,  [Il Ghermenis è bloccato da due uomini di sicurezza perché ha picchiato una bambina di 12 anni].
Non è certo un caso isolato: anche il resto della combriccola dimostra una variegata raccolta di precedenti penali. È dell’anno scorso inoltre la notizia apparsa sui giornali e sulla rete che il capo di Alba Dorata risulta membro del consiglio di amministrazione – di cui vicepresidente è sua moglie, deputato pure lei – di un albergo a luci rosa nel quale lavorano anche degli immigrati. Alba Dorata ha smentito, argomentando che l’albergo è sì di proprietà della moglie di Michaloliakos, ma che lei l’ha semplicemente affittato a terzi.

[31] Terry Maury, The Ultimate Evil, Doubleday, New York, 1987, p. 192.

[32] C‘è una differenza di come si concepisce la lotta antifascista da parte della sinistra borghese e i comunisti. Per la prima importante e una mobilitazione che non rimetta in discussione il sistema economico e politico che l‘ha generato e perciò limitano a mobilitazione delle masse, per i secondi decisiva è la mobilitazione della classe operaia e del resto delle masse popolari.

[33] Rollins Richard, The Story of an American Ant-Nazi Agent, William Morrow & Co., New York, 1941, pag.73.



fonte : https://marcos61.wordpress.com/2013/11/28/la-guerra-dei-maghi-nella-seconda-guerra-mondiale-2/

Nessun commento:

Posta un commento