Il raduno dell’ “opposizione” a Mosca, i prigionieri politici in Polonia, i Martiri di Odessa e … i giornalisti servi in Italia
Eh, cosa vi tocca fare per portare a casa una cena calda la sera, cari “giornalisti” Italiani!
A
dire il vero mi curo sempre meno e sempre più svogliatamente delle
risibili panzane, della servile propaganda e delle quotidiane miserie
dei giornali Italiani e Occidentali.
Secondo
me si stanno scavando la fossa da soli. Perseverando a prendere in giro
i propri lettori con balle sempre più colossali e inverosimili, ogni
anno ne perdono ormai costantemente qualche decina di migliaia.
Per fare un confronto, il mio ultimo articolo per il Saker sul declino Italiano,
ripreso poi da molti altri siti, ha avuto un numero di visualizzazioni
pari all’11% della tiratura del maggior quotidiano nazionale (che poi
tiratura non significa che siano state vendute tutte le copie nè, tanto
meno, che tutti i lettori abbiano letto ogni articolo delle pagine
politiche o degli esteri).
Ormai
sulla Russia se ne sentono di tutti i colori. Dalle consuete
descrizioni ormai abusate degli scaffali dei supermercati vuoti,
corredate da fotografie scattate negli Anni Novanta, agli esilaranti
racconti di fantasiose rivolte di bambini delle elementari anti-Putin
sedate a fatica dalle maestre Putiniane. Dai classici resoconti delle
feroci repressioni contro i dissidenti, fino alle originali
ricostruzioni di come aerei Russi che volavano a pochi Km dalla propria
costa siano passati non lontano da navi Americane che si trovavano ad
8.000 Km dai propri porti, con ovviamente i cattivoni russi nella parte
dei provocatori.
Sinceramente
non riesco a capire la logica di questi giornali di propaganda al
servizio dei regimi Euro-Atlantici. Si illudono di potere attingere alla
loro riserva di credibilità da un pozzo senza fondo?
Pensano che più ne
disperdono e più se ne rigenera? Purtroppo per loro dubito che sia
così. La credibilità, una volta spesa male, non torna più. E quando è
esaurita e ci si rende improvvisamente conto che proprio nessuno ti da
più ascolto, si finisce attoniti e spettinati, in un collegamento
notturno da oltre oceano, a chiedersi sconsolati: “cosa succederà a noi giornalisti se non riusciamo più ad influenzare il voto degli elettori?”
Udo
Ulfkotte, uno dei più famosi giornalisti tedeschi. Nel 2014 pubblicò il
libro “Gekaufte Journalisten” (“Giornalisti Comprati”) nel quale ammise
di essere stato a libro paga della CIA per anni, incaricato di
disinformare il pubblico tedesco, e affermò che questa era pratica
comune non solo a lui, ma a molti altri giornalisti occidentali. “Per
anni sono stato un falsario e una marionetta nelle mani del Governo
Americano e della CIA” dichiarò. A chi gli chiese se non temesse
ritorsioni per le sue affermazioni Ulfkotte rispose di che ormai poco
gli importava della sua vita, e di essere pronto a morire per la verità.
Poco più di due anni dopo Udo Ulfkotte fu trovato morto a 57 anni. La
versione ufficiale parla di “attacco di cuore”.
L’ultima ondata di Russofobia e Putinofobia (la penultima fu quella dei “russi che picchiano le mogli” [1])
è stata trasmessa a reti unificate e testate giornalistiche
omogeneizzate in tutto l’Occidente a partire da domenica scorsa, quando
una manifestazione di protesta di poche migliaia di persone organizzata
dal blogger Aleksey Navalny è stata fermata dalla polizia Russa.
Per
comprendere la situazione è importante che tutti capiscano chi sia
veramente Aleksey Navalny, il nuovo eroe dei media dell’Occidente.
1) Tre Russi su quattro non sanno chi sia.
2) Alle ultime elezioni il suo partito di riferimento ha preso lo 0,73% dei voti, arrivando all’undicesimo posto tra tutti i partiti che hanno partecipato alle consultazioni (per fare un paragone in Italia considerate i risultati elettorali della “Destra” di Storace o di “Grande Sud – MPA”… ovviamente se vi ricordate ancora che questi partiti esistono).
3) Nel 2010 è stato selezionato dalla University of Yale nell’ambito del “corso di formazione dei leader politici mondiali emergenti.” [2] Trattasi dei percorsi di indottrinamento che hanno formato molti degli organizzatori delle famigerate “Rivoluzioni Colorate” che hanno sovvertito o tentato di sovvertire i Governi regolarmente eletti nello spazio ex Sovietico.
4) Non si fa problemi ad ammettere di essere, fin dal 2006, a libro paga del NED [3], la principale organizzazione Americana atta a destabilizzare le Repubbliche ex Sovietiche. Il NED è uno dei tentacoli della CIA.
5) Non si fa problemi ad ammettere di pagare i ragazzi (spesso minorenni) per spingerli a partecipare ai suoi raduni.
6) È condannato per frode e appropriazione indebita (Prima che Soros iniziasse a foraggiarlo. Adesso evidentemente non ha più problemi di contante).
7) Prima di diventare il paladino della stampa atlantista militava in grupposcoli politici xenofobi e in forte odore di nazismo. Quando era iscritto a “Jabloko” (un altro partitino filo-Occidentale) fu espulso per “razzismo”.
8) Nonostante siano pagate per essere presenti, alle sue manifestazioni si contano sempre poche centinaia, raramente poche migliaia di persone. Troverete più gente alla Sagra del Salame d’Oca in qualche Paese Italiano di poche migliaia di abitanti, che non ai raduni dei “liberali e democratici” di Navalny in una metropoli da 12 milioni di abitanti come Mosca.
9) Specificatamente alla manifestazione di domenica scorsa non è vero che non era stata autorizzata. Era stata autorizzata ma il nostro è uscito volontariamente dal percorso assegnatogli per creare il caso, sicuro della pronta copertura dei media Occidentali
Dunque
questo è il personaggio: un po’ signor nessuno in cerca di notorietà,
un po’ provocatore e saltimbanco, un po’ pericoloso estremista, ma
soprattutto tanto agente al soldo dello straniero.
Grazie a questo curriculum vitae
di tutto rispetto i media Occidentali lo hanno eletto a campione delle
libertà e della democrazia e ce lo presentano addirittura come “leader dell’opposizione” in Russia (cit. il solito Saviano)
Un po’ come se in Italia definissimo leader dell’opposizione il capo di CasaPound.
Perché
i media occidentali demonizzano tanto Putin, con vere e proprie
campagne di stampa coordinate trasmesse a reti unificate e costruite
quasi sempre su miserevoli calunnie? Semplicemente perché ha rimesso in
piedi la Russia umiliata e sconfitta degli Anni Novanta, la Russia
filo-Americana con le pezze al sedere di Boris Eltsin. Putin in 3 lustri
ha diffuso il benessere tra la popolazione Russa e ha restituito alla
Russia il ruolo che le spetta nel contesto globale. È questo è
insopportabile per i teorici del Mondo unipolare.
Ovviamente nessuno spiega che in
Russia esistono veramente due partiti di opposizione di massa: il KPRF e
il LDRP, entrambi intorno al 15% dei consensi a livello Nazionale.
Peccato che entrambi questi partiti siano molto più anti-Occidentali di “Russia Unita”, il partito di Putin,
e spronino il Presidente a rispondere finalmente per le rime alle
continue provocazioni dei regimi Euro-Atlantici, a rinunciare ad ogni
forma di dialogo con l’Occidente che da anni sta aggredendo la Russia in
tutti i modi e con tutti i mezzi immaginabili.
Delle vere opposizioni non si parla, perché non fa comodo. Dunque “leader dell’opposizione” diventa il blogger
xenofobo con meno elettori di Oscar Giannino. E ci si strappa le vesti
perché è stato condannato a 15 giorni di carcere e 325 Euro di multa per
turbativa di ordine pubblico.
A
parte che qualcuno potrebbe obiettare che, se un politico proviene da un
corso di indottrinamento Americano che insegna come fare a pezzi il
proprio Paese, se ammette candidamente di farsi finanziare dalla CIA e
se ammette altresì di pagare i pochi manifestanti che lo seguono nelle
sue piazzate, il capo di imputazione corretto non dovrebbe essere “turbativa di ordine pubblico”, bensì magari “alto tradimento”. Ma soprassediamo e ricordiamo invece un caso analogo a parti invertite.
L’anno
scorso in Polonia è stato arrestato un uomo politico che dava molto
fastidio alla NATO. (Infatti l’arresto è avvenuto appena prima del summit NATO del Maggio 2016).
Trattasi di Mateusz
Piskorski, fondatore del movimento “Zmiana” (“Cambiamento” in polacco)
che teorizzava il riavvicinamento alla Russia, l’unità di tutti i Popoli
Slavi e un’Europa Unita da Lisbona a Vladivostok, libera dalla presenza di soldati Americani.
Ho provato ad andare su google e a digitare il nome di Mateusz Piskorski insieme a repubblica.it, corriere.it, lastampa.it, rainews.it ecc.
Niente. Non gli hanno dedicato neanche una riga.
Gli stessi giornali che hanno sbattuto in prima pagina la velina preconfezionata dal nostro moderno MinCulPop
sul caso Navalny e sulle manifestazioni di Mosca, non hanno accennato
neanche a fondo pagina ad un uomo politico Europeo arrestato a causa
delle sue idee (reato di opinione?)
Piskorski
purtroppo non vive in Russia sotto la tirannide di Putin, ma vive nella
democratica e liberale Europa. Quindi non gli hanno dato 15 giorni come
a Navalny. A distanza di un anno è ancora dietro le sbarre, e ne avrà
presumibilmente ancora per molto.
Come disse Oscar Wilde:
“Esistono due classi di uomini: i giusti e gli ingiusti. La divisione viene fatta dai giusti.”
Mi è tornato in mente poi un altro caso. Ancora più triste e penoso.
Venerdì 2 Maggio 2014 ad Odessa, in Ucraina si svolse una manifestazione. Proprio come a Mosca pochi giorni fa.
I
cosiddetti “filo-Russi” protestavano contro il governo (golpista) di
Kiev e contro il divieto ad usare la Lingua Russa (lingua madre della
maggior parte della popolazione dell’Ucraina e di tutta la popolazione
di Odessa)
Li hanno messi in prigione per 15 giorni?
No, li hanno bruciati vivi.
I
picchiatori neonazisti di “Pravy Sektor”, finanziati dagli USA e dalla
UE, hanno inseguito i manifestanti fino ad attirarli in una trappola
nella “Casa dei Sindacati” e lì è partito il massacro (dalle 40 alle 300
vittime a seconda delle fonti).
Abbiamo anche le fotografie (agghiaccianti) di come è avvenuta la strage, perché gli assassini le hanno postate loro stessi sui social networks per vantarsi, e le immagini sono state poi raccolte da vari siti [4].
Cosa pensate? La
nostra stampa avrà dato almeno un ventesimo dello spazio che ha
riservato alla micro-manifestazione di Mosca di domenica scorsa per la
cronaca di quella carneficina?
No. Scriveva il Corriere online in una noticina nella pagina degli esteri:
“L’incendio nella sede del sindacato dei lavoratori, a Odessa, nel quale sono morte 38 persone. In questa gallery alcuni momenti dello scontro tra gli attivisti filo-russi e i sostenitori del governo di Kiev.”
Minimizzando dunque il numero delle vittime e senza neanche specificare chi avesse ucciso chi. [5]
Un
altro dei campioni della democrazia e della libertà Occidentali nei
Paesi ex Sovietici: il georgiano Mikhail Saakashvili conosciuto anche
come “il mangia-cravatte” per una sua poco elegante abitudine.
Eroinomane, ha studiato negli Stati Uniti ed è poi tornato in Georgia
per realizzarvi, col sostegno Americano, la Rivoluzione Colorata locale,
nota come “Rivoluzione delle Rose” (2003). Dopo avere provato a
sottomettere la minoranza Osseta con bombardamenti sui civili e un
tentativo di pulizia etnica e avere causato in questo modo una
sanguinosa guerra, Saakashvili ha portato la Georgia ad un passo dalla
rovina economica. Ricercato infine nel suo Paese si è rifugiato in
Ucraina in tempo per riciclarsi, a seguito del Colpo di Stato di Maidan
finanziato dall’Occidente, come Governatore della martoriata regione di
Odessa. Alla fine ha dovuto dimettersi anche da quella carica e la sua
avventura politica sembra definitivamente terminata. I danni che ha
causato invece sono ancora lungi dall’essere riparati.
Servono altri esempi di disinformazione? Di non-notizie ingigantite e di notizie vere nascoste? Credo proprio di no.
E
allora voi, pseudo-giornalisti di politica estera che alimentate la
propaganda dei regimi dell’Occidente, voi che vi inalberate (o fingete
di inalberarvi) quando un agente della CIA viene messo in prigione a
Mosca per 15 giorni, adesso fermatevi per un giro e fate un bel mea culpa.
Carnevale
è già passato, ma mi piace immaginarvi, spinti da un improvviso moto di
contrizione, mentre andate a cercare tra le riserve di magazzino
invendute, per trovare ancora qualche copricapo con le orecchie da
somaro da indossare.
E poi a scrivere un bel cartello:
“Sono un giornalista servile e sempre allineato.
Mi passano le veline e tutto quello che faccio io è sostituire qualche termine con sinonimi e metterci la firma.
Quale sia la verità non solo non mi interessa, ma non lo so più neanche io.
Non fa parte del mio compito saperla e svelarla.
Anzi il più delle volte per lavoro devo celarla e mistificarla.
Non possiedo nè il dono del coraggio nè quello dell’originalità e sono abituato ad abbassare il capo e a dire sì.
Mentire
per me è diventata un’abitudine quotidiana alla quale sono assuefatto,
come il boia che non guarda più neanche in faccia i condannati che deve
decapitare.
Del
resto, se solo una volta mi rifiutassi di farlo, i miei padroni mi
sostituirebbero immediatamente con un’altra nullità come me.”
C’è anche la versione per i lettori che credono ancora alle nostre TV e ai nostri giornali:
“Sono un lettore gonzo, e mi abbevero in modo acritico alla stampa di regime.
Riescono sempre a farmi credere che il carnefice sia la vittima e che la vittima sia il carnefice.
E per me va bene così.
Non mi pongo domande e non cerco di approfondire.
Non
ho mai imparato le parole di Albert Einstein che affermano che il Mondo
non è minacciato tanto dalle persone che fanno il male, quanto dagli
indifferenti che lo tollerano.
E
così, con la mia superficialità, col mio conformismo e con la mia
stupidità, contribuisco a rendere peggiore e meno umana la società in
cui vivo.”
E poi magari anche a mandare una lettera di solidarietà a Mateusz Piskorski, che è ancora in prigione, ma nessuno dei vostri giornali gli ha mai dedicato neanche una riga.
Infine,
in mezzo alle tante fotografie delle pietanze e ai goal della vostra
squadra del cuore, su facebook a mettere per una settimana, come
copertina al vostro profilo, una immagine dedicata ai Martiri della
strage di Odessa.
Ma
dubito che lo farete. Invece resterete lì tutti in fila, in
pantaloncini corti, pronti allo sparo dello starter, per fare a gara a
chi si sdegna in modo più convincente e a chi digrigna in modo più fido
quando verrà la prossima velina trasmessa a reti unificate dal Grande
Fratello Occidentale che incita ai due minuti dell’odio per i terribili
crimini di Putin.
Note:
[1] La precedente ondata, solo 2 mesi fa, sempre a reti e giornali unificati nel trasmettere la velina del giorno, fu quella della legge che “permette ai russi di picchiare impunemente le mogli”. In pratica in Russia esisteva una legislazione che puniva di piщ la violenza domestica rispetto ad ogni altro tipo di violenza. Abrogando tale legge la violenza domesticaè stata parificata nelle pene ad ogni altra forma di violenza a prescindere da chi la compia, un po’ come avviene in quasi tutti i Paesi Europei, del resto. Ritenendosi molto furbi i nostri giornalisti hanno fatto passare la notizia dell’abrogazione della legge sulla violenza domestica, senza precisare che i responsabili di tale reato sarebbero stati comunque puniti in base alla legge piщ generale. E’ nata così la bufala dei russi che possono picchiare impunemente le mogli. Ovviamente tutte le televisioni e tutti i giornali d’Europa hanno trasmesso la notizia con la stessa omissione. E poi hanno il coraggio di auto-attribuirsi la qualifica di “libera stampa”…
[2] Ogni anno l’Università seleziona 16-20 politici provenienti dai Paesi dove и necessario “esportare democrazia” per avviarli ad una serie di corsi di aggiornamento. Nell’ambito di tale programma i politici selezionati (“Yale Fellows”) rispondono a livello gerarchico a veterani del Pentagono e del Foreign Office Britannico e ad alti rappresentanti delle Open Society di Soros.
[3] National Endowment for Democracy
[4] Attenzione, immagini molto forti: https://ilcomunistaonline.wordpress.com/2014/05/07/ucraina-la-verita-sul-massacro-di-odessa-foto-e-video-shock/
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Articolo a cura di Cesare Corda per SakerItalia.it
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