L'ha dichiarato il presidente della Federazione Russa
Vladimir Putin. Lui ha concesso un'intervista ai principali mass media
cinesi alla vigilia alla sua visita al summit di APEC a Pechino.
Vladimir Putin ha definito la costituzione della TPP un ennesimo
tentativo degli USA per costruire un'architettura della cooperazione
economica vantaggiosa per essi.
Il progetto è stato
avviato già nel 2003 da Nuova Zelanda, Singapore e Chile. Cinque anni
dopo se ne sono interessati gli USA che si sono assunti la missione per
la costituzione di un blocco con una possibile zona del libero scambio.
Tuttavia l'accordo sulla costituzione della TPP tuttora non è stato
firmato. I negoziati sono in corso.
Secondo l'opinione
di Vladimir Putin, per ora è difficile valutare ciò che è stato
realmente raggiunto nell'ambito della TPP. L'avanzamento di questa
iniziativa avviene in un modo chiuso perfino per gli imprenditori e il
pubblico dei paesi stessi coinvolti nei negoziati, tralasciando gli
altri stati. Inoltre il presidente ha messo in rilievo che nei cinque
anni, il periodo della durata dei negoziati, le dichiarazioni sui
progressi raggiunti sono poi smentite in seguito.
Anche
Australia, Brunei, Vietnam, Canada, Malesia, Messico, Peru e Giappone
intendono associarsi alla TPP. La Russia e la Cina non hanno ricevuto le
proposte per unirsi ai negoziati. Secondo il parere di Andrei
Vinogradov, direttore del Centro sudi politici e analisi, gli USA
considerano la costituzione della TPP innanzitutto come un progetto
politico:
Non a caso questo progetto è sorto nel periodo quando la Cina si è dichiarata un potenziale leader nell'Asia Orientale. E rispettivamente come un potenziale concorrente degli USA nell'economia globale. La TPP per gli USA è senz'altro un serio strumento che possa aiutare loro consolidare i paesi della regione intorno a sé. Ciò vuol dire isolare in qualche modo la Cina oppure ostacolare l'integrazione economica nell'Asia Orientale, il centro della quale oggettivamente è la Cina.
Intanto
tutti i paesi candidati all'adesione alla TPP hanno il volume dello
scambio commerciale con la Cina superiore a quello con gli USA. Perciò
la scelta proposta dagli americani, o noi o la Cina, per loro è
palesemente scomoda. Inoltre ai negoziati per la costituzione del blocco
commerciale permangono serie divergenze tra gli USA e i partner.
Innanzitutto per le questioni riguardanti il prolungamento del periodo
dei brevetti per i farmaci, le misure volte al rafforzamento della
proprietà intellettuale, esportazioni di tessili, il commercio d'auto e
dei prodotti agricoli.
I candidati per l'ingresso nella
TPP fanno notare che gli USA mettono troppo in alto l'asticella della
liberalizzazione del commercio, senza prendere in considerazione i loro
interessi. Per lo stesso motivo, anche se gli USA l'invitassero al
tavolo dei negoziati, è poco probabile che la Cina l'accetti.
Sul
sito di WikiLeaks, noto per le pubblicazioni delle informazioni
confidenziali, sono state diffuse le testimonianze di una forte
pressione da parte degli USA sui suoi partner. Lo scopo era di
costringere loro a concludere l'accordo alle condizioni vantaggiose per
gli USA. Per ora però nemmeno il Giappone cede alla pressioni. Gli USA
non rinunceranno mai a questa tattica, ritiene Andrei Ostrovskij,
vice-direttore dell'Istituto dell'Estremo Oriente:
Ci sono i paesi che saranno costretti a sottomettersi. Ci sono invece i paesi, come il Giappone, che possono anche non accettare. E' una seria controversia tra i grandi paesi che dispongono di un potenziale economico abbastanza serio. Quei paesi che cercano di orientarsi nella loro politica verso la cooperazione economico-commerciale con la Cina possono semplicemente abbandonare questo meccanismo poiché economicamente questo progetto semplicemente non sarà interessante per loro.
Nell'intervista ai mass media cinesi
Vladimir Putin ha confermato l'interesse della Russia
all'approfondimento dell'integrazione economica regionale. Nello stesso
tempo ha sottolineato che l'integrazione regionale deve essere di
carattere trasparente, assicurare lo scambio delle informazioni
nell'ambito di tutti i processi negoziali. Gli stessi accordi di libero
scambio non devono frammentare, ma complementare il sistema commerciale
multilaterale. Gli accordi del genere devono essere costruiti sulla base
della trasparenza, uguaglianza, considerazione delle esigenze di
ciascuna economia.
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