lunedì 10 novembre 2014

La Partnership Strategica Transpacifica senza Russia e Cina non si realizza

La Partnership Strategica Transpacifica senza Russia e Cina non si realizza

E' poco probabile che l'assenza nella Partnership Strategica Transpacifica (Тrans-Pacific Partnership (TPP) della Russia e della Cina possa permettere di costruire un'efficiente interazione economico-commerciale nella regione.
 
L'ha dichiarato il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin. Lui ha concesso un'intervista ai principali mass media cinesi alla vigilia alla sua visita al summit di APEC a Pechino. Vladimir Putin ha definito la costituzione della TPP un ennesimo tentativo degli USA per costruire un'architettura della cooperazione economica vantaggiosa per essi.

Il progetto è stato avviato già nel 2003 da Nuova Zelanda, Singapore e Chile. Cinque anni dopo se ne sono interessati gli USA che si sono assunti la missione per la costituzione di un blocco con una possibile zona del libero scambio. Tuttavia l'accordo sulla costituzione della TPP tuttora non è stato firmato. I negoziati sono in corso.


Secondo l'opinione di Vladimir Putin, per ora è difficile valutare ciò che è stato realmente raggiunto nell'ambito della TPP. L'avanzamento di questa iniziativa avviene in un modo chiuso perfino per gli imprenditori e il pubblico dei paesi stessi coinvolti nei negoziati, tralasciando gli altri stati. Inoltre il presidente ha messo in rilievo che nei cinque anni, il periodo della durata dei negoziati, le dichiarazioni sui progressi raggiunti sono poi smentite in seguito.

Anche Australia, Brunei, Vietnam, Canada, Malesia, Messico, Peru e Giappone intendono associarsi alla TPP. La Russia e la Cina non hanno ricevuto le proposte per unirsi ai negoziati. Secondo il parere di Andrei Vinogradov, direttore del Centro sudi politici e analisi, gli USA considerano la costituzione della TPP innanzitutto come un progetto politico:
Non a caso questo progetto è sorto nel periodo quando la Cina si è dichiarata un potenziale leader nell'Asia Orientale. E rispettivamente come un potenziale concorrente degli USA nell'economia globale. La TPP per gli USA è senz'altro un serio strumento che possa aiutare loro consolidare i paesi della regione intorno a sé. Ciò vuol dire isolare in qualche modo la Cina oppure ostacolare l'integrazione economica nell'Asia Orientale, il centro della quale oggettivamente è la Cina.
Intanto tutti i paesi candidati all'adesione alla TPP hanno il volume dello scambio commerciale con la Cina superiore a quello con gli USA. Perciò la scelta proposta dagli americani, o noi o la Cina, per loro è palesemente scomoda. Inoltre ai negoziati per la costituzione del blocco commerciale permangono serie divergenze tra gli USA e i partner. Innanzitutto per le questioni riguardanti il prolungamento del periodo dei brevetti per i farmaci, le misure volte al rafforzamento della proprietà intellettuale, esportazioni di tessili, il commercio d'auto e dei prodotti agricoli.

I candidati per l'ingresso nella TPP fanno notare che gli USA mettono troppo in alto l'asticella della liberalizzazione del commercio, senza prendere in considerazione i loro interessi. Per lo stesso motivo, anche se gli USA l'invitassero al tavolo dei negoziati, è poco probabile che la Cina l'accetti.
Sul sito di WikiLeaks, noto per le pubblicazioni delle informazioni confidenziali, sono state diffuse le testimonianze di una forte pressione da parte degli USA sui suoi partner. Lo scopo era di costringere loro a concludere l'accordo alle condizioni vantaggiose per gli USA. Per ora però nemmeno il Giappone cede alla pressioni. Gli USA non rinunceranno mai a questa tattica, ritiene Andrei Ostrovskij, vice-direttore dell'Istituto dell'Estremo Oriente:
Ci sono i paesi che saranno costretti a sottomettersi. Ci sono invece i paesi, come il Giappone, che possono anche non accettare. E' una seria controversia tra i grandi paesi che dispongono di un potenziale economico abbastanza serio. Quei paesi che cercano di orientarsi nella loro politica verso la cooperazione economico-commerciale con la Cina possono semplicemente abbandonare questo meccanismo poiché economicamente questo progetto semplicemente non sarà interessante per loro.
Nell'intervista ai mass media cinesi Vladimir Putin ha confermato l'interesse della Russia all'approfondimento dell'integrazione economica regionale. Nello stesso tempo ha sottolineato che l'integrazione regionale deve essere di carattere trasparente, assicurare lo scambio delle informazioni nell'ambito di tutti i processi negoziali. Gli stessi accordi di libero scambio non devono frammentare, ma complementare il sistema commerciale multilaterale. Gli accordi del genere devono essere costruiti sulla base della trasparenza, uguaglianza, considerazione delle esigenze di ciascuna economia.
 

Natalia Antakolskaja   


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