lunedì 11 luglio 2016

L’individualizzazione


Sono morto come minerale e come pianta risorto.
Sono morto come pianta e ancora risorto come animale.
Sono morto come animale e risorto come uomo.
Perché temere allora di divenire meno morendo?
Ancora una volta morirò come uomo.
Per risorgere come un angelo perfetto dalla testa ai piedi.
E ancora quando da angelo soffrirò la dissoluzione
io muterò in ciò che supera l'umano concetto.
(Jalāl al-Dīn Rūmī)

Secondo la concezione samkhya, uno dei sistemi filosofici più antichi dell’India, nel piano generale dell’evoluzione si compie una graduale e crescente differenziazione della grande corrente della Vita Divina. La differenziazione della vita prosegue finché si giunge alla differenziazione definitiva cioè si giunge all’essere umano. Infatti, oltre l’uomo non si può andare, perché l’uomo è un essere che non è divisibile perché l’uomo è un’anima singola.

In conseguenza a questo, è evidente che il concetto di “anima-gruppo” presente nel regno minerale, vegetale e minerale va considerato come un concetto riferito a uno stadio intermedio. In effetti, l’anima che non è in grado di vivere un’esistenza autonoma deve vivere dentro un’anima-gruppo che, va pensata come un blocco di vita che contiene molti frammenti di vita. La vita del regno minerale, vegetale e animale viene unita e garantita da un’anima-gruppo che si occupa di essa. 
 
La vita che si aggrega nell’anima-gruppo può essere immaginata come un feto che cresce perché è accudito nel grembo materno finché il feto non è maturo per vivere nel mondo esterno. Come il feto è nutrito dalla madre, così l’involucro dell’anima-gruppo nutre e accresce tutta la vita che racchiude al suo interno. Il cambiamento più importante per l'evoluzione avviene quando l’animale raggiunge l’individualizzazione cioè quando l’animale diventa un essere umano. Questo importante passaggio evolutivo accade quando si forma il corpo causale.

Secondo i teosofi, il Logos emana 3 potenti Onde di Vita che si mostrano con tre aspetti. Il primo aspetto forma e anima la materia, il secondo aspetto le imprime le qualità e ne costruisce le forme, invece il terzo aspetto spinge la monade umana ad unirsi con le forme materiali create dal secondo aspetto. Prima di diventare un individuo, l'anima vive nell’anima-gruppo, perché non ha ancora sviluppato un corpo causale.

Il corpo causale diventa il veicolo animato della scintilla divina discesa dai mondi superiori. L'evento è richiamato simbolicamente nell’immagine della coppa del Graal che è divenuto il simbolo della formazione del calice in cui può essere versato il vino della vita divina. Con questo importante progresso vediamo che un frammento dell’anima-gruppo, è riuscito a formare un corpo che viene occupato dall’Ego ossia dall’anima individuale.

Da questo momento vediamo che tutto quello che l’Ego apprenderà con l’esperienza di molte vite non sarà più condiviso con altri membri della sua specie, ma sarà trasmesso al centro di vita che si "concentra" all'interno del corpo causale. Una volta che il corpo causale viene formato, è stato creato un veicolo permanente per l’evoluzione, e la coscienza individuale che si sviluppa, al suo interno, deve imparare a far funzionare il veicolo in cui è inserita.

All’inizio dello sviluppo, gli sforzi per controllare le nuove funzioni sono incerte, perché l’Ego appena nato si comporta come un neonato. È necessario del tempo affinché l'Ego maturi e impari a comporsi in modo meno infantile e immaturo. L’anima ossia l'Ego è l’individualizzazione dello spirito universale che si focalizza in un solo punto, perciò l’anima umana è il punto di vista particolare dello spirito manifestato. L’anima è il ricettacolo in cui si riversa lo spirito facendo in modo che, quello che è universale, possa mostrarsi come un essere particolare e separato dal resto dl mondo.

Ma è certo che, tutto quello che è identico nella sua essenza sembra separato ma in realtà non lo è, perciò la separazione è solo apparente. Lo scopo dell’evoluzione è aiutare lo sviluppo della vita su tutti i piani e tutti i livelli dell’universo. Lo scopo del processo evolutivo è che l’anima possa conoscere tutti i piani della vita - sia quelli materiali che spirituali - senza dover subire nessuna interruzione di coscienza. Lo scopo è che l’anima possa sviluppare una coscienza che sa trascendere ogni piano di consapevolezza e sa acquisire tutta la conoscenza.

L’individualizzazione dell’anima non avviene solo per costruire dei corpi ossia per avere delle forme dentro cui si può riversare qualcosa, perché la formazione dell’uomo segue lo stesso percorso della formazione di un sistema solare. All’inizio, le forme sono incerte e nebulose finché si forma un centro permanente che crea un sistema con un sole al centro e dei pianeti che gli ruotano intorno. Lo stesso fenomeno avviene con l’individualizzazione dello spirito che diventa un individuo che cresce con l’evoluzione.

L’Ego prende possesso del suo ricettacolo e vi lega lo spirito che l’ha creato e formato. Madame Blavatsky scrive che, nel triplice schema dell’evoluzione umana si richiede la formazione di tre Upadhi, ossia di tre veicoli o supporti periodici che - nel nostro sistema solare - sono collegati e connessi tra loro. Questi 3 corpi ci collegano alla Monade superiore, poiché ci uniscono al mondo intellettuale rappresentato dai Deva Solari che ci donano l'intelligenza e la coscienza.

Essi ci uniscono al corpo fisico che viene rappresentato dai Pitri Lunari, e dall’unione di queste due correnti opposte - afferma Madame Blavatsky ne “La Dottrina Segreta”- si forma quell’entità complessa che è l’essere umano. L’uomo viene definito l’essere che racchiude la spirito più alto e la materia più bassa che vengono unite dall’intelligenza. E si dice che l’uomo è un dio manifestato che continuerà ad evolvere all’infinito.

L’uomo vero è l’Ego che si reincarna perciò va pensato come il Pensatore cioè come entità individuale. La discesa dello spirito nella materia avviene in 7 stadi. Per i primi 3 stadi, lo Spirito scende e mentre fa la sua discesa, cova la materia definendone qualità, attributi e poteri. Quando lo Spirito giunge al 4° stadio che è quello più basso, vediamo che si trova davanti alla Materia, perciò affronta la lotta che viene descritta nella battaglia di Kurukshetra della Bhagavad Gita.

Solo quando lo Spirito ha trionfato sulla Materia può iniziare l’ascesa che viene compiuta con gli ultimi 3 stadi finali di risalita verso l'origine che rappresentano il percorso dell’ascesa spirituale. L’induismo chiama la discesa dello spirito, il Pavritti Marga cioè il Sentiero dell’Uscita; invece, l’ascesa dal punto più basso della manifestazione cioè la risalita dalla materia viene chiamato il Nivritti Marga cioè il Sentiero del Ritorno.

Nel momento del ritorno l’uomo riporta con sé una coscienza desta che gli sarà utile per il percorso futuro. Raggiungere l’individualizzazione è lo scopo finale dell’evoluzione animale perché il suo sviluppo consente al Logos di diffondersi tramite un “centro individuale.” Lo sforzo che rende possibile il percorso e il fatto che si possa realizzare l’individualizzazione deve provenire dal basso, perciò la volontà deve venire dall’animale.

Per questo motivo è naturale che delle tracce dell’egoismo del selvaggio siano ancora presenti nell’uomo. Senza l’egoismo dell'inizio non sarebbe potuto nascere un Io individuale cioè un centro solido e stabile. Ma, al giorno di oggi siamo arrivati ad una fase evolutiva in cui l’egoismo deve essere visto come un anacronismo. In questa fase storica, l'egoismo cieco va considerato come un residuo dello stato preistorico dell'uomo perciò va considerato come il segno che l'essere umano può arrenarsi nell'evoluzione.
 

Buona erranza
Sharatan


fonte: http://lacompagniadeglierranti.blogspot.it/2016/05/lindividualizzazione.html

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