giovedì 20 luglio 2017

“Dove” vale la pena di guardare.


Otranto, stop al Twiga. Il cantiere fermato per abuso edilizio.
Briatore: “In Italia non si può lavorare”…
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La cronaca quotidiana “serve in tavola”, regolarmente, una serie infinita di notizie che, nella sostanza, ti dicono tutto ed il contrario di tutto (sai perché? Perché tu, personalmente, non hai nessun potere di “verifica”, né di “incisione”. Quindi, ti limiti a “leggere” ed a prenderne atto, sviluppando – nel tempo – una sorta di “impotenza” e, di più, l’abitudine all'impotenza).
“Qua, così” le fake news le assorbi, non le scrivi (le scrivi quando sei, però, parte in causa: quando hai interesse sottodominante).
Eppure, il problema sembra diventato l’esatto opposto (l'evoluzione della censura: l'auto censura. Una forma di prevenzione sempre più avanzata), dato che la legge studia di mettere il “bavaglio” alla tua possibilità di espressione (tu che sei diventat3, prima di tutto, un semplice terminale che si limita a leggere, ed è delimitato, da ciò che legge).
Quel famoso monito, appeso in molti esercizi commerciali, la dice molto lunga:
per colpa di qualcuno, non si fa credito a nessuno”.
È come quando, in un corteo pubblico che manifesta pacificamente, s’introduce una frangia polarizzata (e violenta), che rende apparentemente l’intero corteo “pericoloso”
È sempre (sempre) la stessa “cosa (strategia)” che succede.
C’è una regia occulta, che lascia comunque “tracce (frattali) di sé”. Che non serve investigare ma... accorgersi.
Ora, il decodificare - in questa maniera - la realtà manifesta, ti induce ad essere “investit3”, come minimo, della classificazione auto disinnescante “complottista”.
Il che equivale a sostenere che 1) non sei credibile, 2) sei patetic3 e 3) perdi il “tuo” tempo.
Anche questo atteggiamento, indotto nella Massa attraverso qualsiasi “modo” (sempre nel “qua, così”), è servo di una esatta, perfetta, unica ed univoca, strategia dominante…

  
Quindi, se insisti nella tua “teoria”, oltre che essere complottista sei, anche, paranoic3
Il che, se continui su questa via, rischi di diventare “un pericolo per la società”.
Ergo:
l’Autorità deve intervenire al fine del mantenimento dell’ordine pubblico. Dal momento in cui “prevenire è meglio che curare”.
C’è qualcosa di particolarmente difficile, complesso, opinabile, etc. sino a questo punto della “dimostrazione”?
Dimostrazione di che cosa (chi)?
Del s-oggetto che “è”, non tanto alla regia, quanto – di più – “la regia” della trama di questa realtà manifesta “qua, così”.
In questo spazio (potenziale) potresti trovare molto “amabile” leggere le notizie della cronaca, rivedute ed interconnesse tra loro, in maniera simpatica, brillante, profonda e soprattutto “alla moda (fig3)” ma (ma) l’opera che ti viene garantita, evita accuratamente un simile tipo di “meschinità”, dato che mancherebbe completamente – altrimenti – l’aggancio al senso compiuto più esteso e significativo, che esiste indubitabilmente in quanto costante “a monte” per/di ogni notizia di cronaca riportata fedelmente dai/nei Media (e non solo). 
Il riferimento è ovvio:
alla compresenza immanifesta dominante
l’onda polarizzatrice che caratterizza interamente ogni ambito dell’ambiente reale manifesto “qua, così”.
Ossia, qualcosa che ti risulta alquanto “ostico da digerire”. Vero?
Farti ridere è molto apprezzato da "te". Ad esempio, è la formula "vincente" di Striscia la notizia. Ma (ma)... a furia di ridere (da oltre trentanni), passa tutto in secondo piano.
Non a caso, il "feedback (verso questo spazio/potenziale)" riporta costantemente la tua nullità d’interesse, a tal proposito. 
Un’ottima riposta collettiva, soprattutto, perfettamente in linea con l’esposizione centrale della “tesi” proposta e, dunque, la relativa sostanza dimostrata in-direttamente per mezzo del “tuo” atteggiamento, comportamento, configurazione.

  
Tu sei, quindi, la “prova del nove” grazie alla quale dimostri l’esistenza della dominante che, bada bene, essendo immanifesta (strategicamente) si rileva sempre e solo attraverso “effetti collaterali”. 
Un po’ come il concepire l’esistenza del Buco Nero, attraverso l’azione della sua “esistenza (massa)” sui corpi più prossimi, in termini di “modifica del comportamento”.
“Metti giù come vuoi questa frase (in termini, magari, più appropriati, per come te li attendi)” ma… nella sostanza, non cambia proprio nulla. Hai certamente compreso il “significato” di detta dimostrazione. Vero?
Molto spesso poni più attenzione alla “forma”, lasciando da parte la “sostanza”. Per cui, è sufficiente “lavorarti ai fianchi”, sottilmente, per renderti “succube dell’apparenza”.
Renditi conto che sei in una sorta di “caos organizzato (ordine)”.



Ad esempio. Hai bisogno di soldi? "Bene". 
Vai a chiedere un finanziamento in quei luoghi preposti ufficialmente e legalmente a farlo (banche).
Quale risposta ottieni?
No. Per una serie di motivi completamente “di parte”.
Poi, ritorni a casa – abbacchiat3 (questo è l’effetto desiderato, nell'effetto più “social” che ti sfugge sempre) – e cosa ritrovi nella tua casella di posta elettronica?
Una mezza dozzina di offerte di finanziamenti “alternativi”, possibili per ogni ordine e tipologia di “cattivi pagatori”. 
Sembra che non importa più nulla, a quel livello.
E tu che cosa fai? Elimini tutto, cancellando tali forme di pubblicità. Perché lo fai?
Perché, generalmente, “non ti fidi”.
Bè… dopo essere andat3 in banca, è piuttosto bizzarro che la tua fiducia non venga riposta nei committenti sottintesi da quelle e-mail, terminate nel cestino.
Dopo una secolare storia di “truffe (legalizzate)” diramate dal mondo bancario, infatti, ancora “oggi” ritieni tale “circuito” come “sicuro”
È pur vero che “al peggio non c’è mai fine (non c'è rimedio)”, tuttavia, non credi di essere già giunt3 all'estremità del buonsenso, rivolgendoti ancora alla banca?
Che cosa c’è di ancora peggiore?
Certo, quelle e-mail possono celare “pericoli” ancora maggiori (non solo usura).
Del tipo:
dobbiamo “lavare denaro sporco”, per cui, una parte te la tieni tu (per il servizio reso) ed il resto ricircola in Rete.
Grazie e… sconosciuti come prima...
Il fatto che il denaro sia “sporco”, ti blocca?
Ma (ma) quello che fluidifica i circuiti speculativi globali, credi che sia molto migliore?
Dove credi che va a finire tutto lo “sporco” proveniente dai traffici internazionali e nazionali?
Perché la banca dovrebbe essere “pulita”?
Non sei così sprovvedut3, per cui, lo sai già. Ma (ma) non ti sembra possibile farci nulla. Così ti auto adatti, omettendo tuttavia di “sporcarti ancora di più le mani (la coscienza)”, gettando subito via ogni alternativa altra.
È paura. È viltà.

Il denaro, garantito dalla banca, è tutelato anche dalla legge (sino ad un certo valore). Quindi, la banca risulta sempre più avvantaggiata, secolarmente, rispetto a qualsiasi altra fonte
Di più, ti sembra sempre che la banca corrisponda a qualcosa di “legale”, mentre tutto il resto, no. Nonostante la “fedina penale” della banca (lavata a suon di campagne pubblicitarie accattivanti).
Allora, confermi proprio che “l’abito fa il monaco” e che “sei sotto ad incanto”.
Per cui, ancora una volta, confermi e dimostri l’esistenza di un potere superiore, al quale ti genufletti per mancanza di alternativa sostanziale percorribile senza troppi “voli pindarici”, alias:
senza rischiare nulla.

  
Sempre a livello di "provocazione", via e-mail "vinci, ogni giorno, milioni di euro". Erediti in continuazione. Vieni premiat3 sempre e sei super fortunat3. Che cosa vuoi di più? Che sia vero
Povero te.
"Dove" stai guardando la tua "fortuna"?
Di certo, dipendi sempre da ciò che "non" hai "qua, così".
Qualcosa che riflette il potenziale, ma che in questa maniera ti auto mantien3 come "separat3 in casa".
Anche per il “gioco” è andata così. L’Autorità ha tracciato una linea:
da una parte c’è quello illegale
da una parte c’è quello legale.
Ma si tratta sempre dello stesso “giogo”, con te al centro dell’attenzione, in quanto “pietanza da servire in tavola”…
Eppure, da una parte vai e dall’altra, no. Perché, nella illegalità c’è ingiustizia. Perché i guadagni eludono il pagamento delle tasse. Perché è tutto dubbio, etc.
Ma (ma)… non è esattamente quello che succede anche in ambito di “legalità”?

Quale giustizia c’è, nei meccanismi del gioco legale che permette allo Stato, sicuramente, di fare guadagni miliardari
Non è, forse, eticamente “di parte”, approfittarsi della situazione personale di milioni di persone che, se giocano, lo fanno per una strana sorta di “necessità (dipendenza)” e che, dunque, non sono propriamente “lucide”?
Tali guadagni dell’Autorità, sei proprio sicur3 che – poi – si traducano in 1) pagamento delle tasse (a “cosa”? A se stess3. Dunque: a chi? Il fatto che lo Stato sei anche tu, è una favola. Apri gli occhi), 2) utilizzo degli stessi per scopi sociali generali e che 3) sulla nave, ritenuta unica, tutte le parti siano sostanzialmente “sulla stessa nave, nello stesso modo”?
Come puoi, tu, sapere che l’Autorità paga le tasse a se stessa? E, anche se lo fa... non le cambia niente la "cosa". 
Leggendo il “bilancio” ufficiale?
Certamente:
sei in grado di capirlo? E corrisponde a verità?
Piuttosto, lo interpreti, prendendo atto di ciò che i Media descrivono (al posto tuo).
Puoi sempre pagare un commercialista molto molto competente. E sai che cosa ti dirà?
Non è “lì” che ti fregano.
È come quando studi al “microscopio” l’estratto conto bancario, credendo che ti stiano buggerando. Non è “lì” che devi guardare con tanta attenzione. Non è lo scontrino del supermercato che conta sino ad un simile livello, dove – al massimo – può sommarsi un errore di qualche dipendente, del tutto involontario.
Non… è… “lì”, che…

Un “buon” commercialista, dopo anni ed anni di attività sa esattamente come “funzionano le cose”
Se ne è fatt3 una valida ragione e laddove non arriva con la sua competenza, arriva con la competenza espansa a livello intuitivo.
In una maniera in grado di “riunire i puntini”, sull'onda lunga dell’esperienza acquisita sul campo.
Allora, come mai nessun commercialista arriva a “denunciare l’Autorità”?
Lo stesso discorso vale per qualsiasi persona esperta…
La “denuncia” non arriva per il solito motivo:
paura di “perdere tutto”.
Il che si ritraduce in:
un potere troppo grande da combattere (cambiare)…
Il che, ancora una volta, dimostra l’esistenza della dominante
Dominante che puoi rilevare a qualsiasi livello.
Anche a livelli "inferiori" che, comunque, la riflettono sempre soprattutto in termini di “valenza simbolica sostanziale (frattale espansa)”.
Beccarla in flagrante, in qualsiasi ambito, significa:
prenderla con “le mani in pasta”.
Nel corso della storia (deviata) si è “diluita” talmente (la dominante) da essere divenuta, praticamente, immanifesta (inesistente, inimmaginabile, dimenticata). 
Un po’ come, guarda non caso, ti conferma il principio omeopatico (sempre che ci credi)…

   
Questo spazio (potenziale) che cosa si ripromette, allora, di “Fare…”
Molte “cose”, ma (ma) quella principale sarà (“è”):
riportare a galla (alla tua coscienza, memoria e logica)
la verità dominante (compresente ed immanifesta).
Il che si ritradurrà in:
focus
certezza
linearità
coerenza
giustizia universale (ad angolo giro), etc.
relativ3 al “perché di una simile ‘forma del mondo’”.
Qualcosa di indubitabile, di sempre alla luce solare, di lapalissian3…
Qualcosa che “è” così.
Qualcosa che “lo sanno anche i sassi”.

  
La “fine” della giustizia di parte. Del “chissà perché succedono sempre cose tanto brutte”.
Del “perché non cambia mai niente?”.
Del “non ci posso fare nulla”.
La fine della paura. La fine del “qua, così”…
La fine di un impero ultra millenario.
Qualcosa che usa tutt3, come la propria conseguenza (interesse).
Il Pakistan diventa Mercato Emergente: le opportunità
Link 
La fine delle “fake news”…
Questo è il “carico da novanta” che anche quest’oggi – questo spazio (potenziale) – cala su di te, per te.
Ecco la motivazione centrale, che spinge a
Ecco il desiderata, la ferma intenzione, il progetto, la meta, l’obiettivo.
Qualcosa che è completamente distaccato dall’”interesse”.
Qualcosa sul quale riflettere profondamente e superficialmente, allo stesso tempo.
Logica ed intuizione, rafforzano ed espandono il tuo “essere”…
Nel corso della storia (deviata), la ragione fondamentale ha tolto se stessa dall'equazione più apparente (quella ispirata a livello di "credo" scientifico/religioso deviato):
quella che usi, mente sei usat3.
Questa “omissione”, ha reso tutt3 auto disinnescato (loop, infinito, destino).
Lasciandoti “sol3” con la possibilità di riferirti a “Dio (e al Diavolo)”, allo Stato, alla gerarchia.
Il “bene” ed il “male” delineano la “dualità”, mentre ad un certo “livello” si narra (tratta) di “trinità”:
a parte quello che non capisci, ora, poiché non ricordi il “è già successo”
che cosa significa se non che
“il terzo incomodo (quello che ‘gode’)”
è completamente compresente ma immanifestamente “qua, così”.

  
La dualità descrive una realtà manifesta “impoverita”, proprio come quelle guerre “tra impoveriti dentro” che continuano ad auto succedersi (se) sempre “qua, così”…
Eppure, lo sai che le guerre sono sempre state “organizzate”. Vero?
Per quale motivo, secondo te? 
Per fare l’interesse di questo o quest’altro “Stato (popolo)”?
Vai indietro nel tempo:
una volta, lo “Stato” era una Signoria
era un Signore (che decideva tutto in funzione propria, per sé).
Il concetto di “Stato” è un'altra invenzione di parte (è sempre lo stesso tipo sostanziale di "schema").
Sempre della stessa “parte (trama)”.
Qualcosa che è un riflesso frattale espanso, relativo all’assoluto dominante (ragione fondamentale).
Quando tale verità, dapprima, persino sotto alla forma di “dibattito”, salirà a livello di “opinione pubblica”, allora:
si inizierà a “ragionare” sensatamente.
Sino a quel “momento”, infatti, non avrai nessuna alternativa sostanziale al “qua, così”.
Non avrai altro Dio all'infuori di me…”.
Primo Comandamento

  
Una “negazione”. Quindi, una portante. Un vincolo. Un cardine. E, di più, una significatività sulla quale, allora, “fare… leva”.
È “lì” che vale la pena “guardare”.
“Fai…”.
       
 
Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2017
Bollettino numero 2067
 

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