“Se talvolta inclinassi la bilancia della giustizia, fa’ che ciò avvenga non sotto il peso dei doni, ma per un impulso di misericordia…” .
Don Chisciotte
Praticamente, da qualsiasi “epoca” giungono sino a te le “voci” di una situazione che non è mai cambiata.
Qualcosa con a “capo” una sorta di ingiustizia, non meglio interpretabile dal momento in cui… “hai sempre le mani legate ‘qua così’”.Molto spesso, la popolazione conosce bene tale “giustizia di parte”, potendola ricollegare alle situazioni locali e, dunque, più vicine e prossime alla comprensione “sulla propria pelle”.
Insomma, la lottizzazione storica del tempo, copre ciò che non sembra più “una sol cosa”.
Infatti, la storia (deviata) umana è una narrazione del sangue occorso per giungere sino alla forma reale manifesta di oggi. Qualcosa di nuov3? No.
Purtroppo, per te, no.
Una “linea di sangue” che ha trasformato ogni “nuova” generazione, nella sostanziale continuazione di quella precedente, senza memoria alcuna, relativamente al “come è iniziato” e, dunque, al “è già successo”.
Non evidentemente, uno “shock” ha sepolto tutto all’interno delle pieghe della mente, compreso se stesso. Che cosa ti rimane, “ora”, di tanto capace ed utile al fine di ricordare?
La memoria ambientale infrastrutturale frattale espansa:
un “registro” del (per il) funzionamento
una codifica del passato (sempre compresente)
la simbologia sostanziale dei fatti (del “successo”).
Se non ti basta, è “solo” perché sei sotto ad incanto.
Ossia, sei proprio la riprova sopravvivente di ciò che ritrovi in questo spazio (potenziale).
Dentro ad una vicenda esatta, perfetta, unica, etc. che ti dà l’esatta idea, opposta, di se stessa.
Così, ti sembra che tutto sia malfunzionante, imperfetto, casuale, fortuito, aleatorio, etc. pur riconoscendo (credendo) che “qua, così” sia sempre una “lotta”, una sorta di conflitto tra le parti e nelle parti.
Come hai potuto confondere la “perfezione”, con il suo esatto opposto?
Attraverso l’opera continua e costante di un “depistamento” senza pari, scambiato per qualcosa che sfugge, dato che non hai mai tempo per decodificarne sensibilmente la portata (il significato).
Qualcosa che “ora” riemerge alla latitudine tecnologica, ad esempio, in Internet… allorquando prendono a vorticare informazioni “false”.
Una caratteristica fondamentale per mezzo della quale “è stata edificata la forma reale manifesta ‘qua così’”, che si regge – appunto – sulla visione di parte (interesse) di ogni ambito della realtà emers3 “di conseguenza (un riflesso, esatto, della compresenza immanifesta dominante, nonché, ragione fondamentale)…
Difficile a credersi?
Bè, credi a “cose” molto, molto, più azzardate.Come mai non ti accorgi di una simile “realtà ombra”?
Come mai... quando qualsiasi forma organizzata umana, ha sempre – al proprio interno – qualcosa di simile.
Ti sei talmente abituat3 a ciò, che hai sviluppato una forma di assuefazione alla cosa, ritenendo il “mistero (segreto)” come una parte naturale dell’emerso e del manifesto.
Dimenticando, hai dimenticato.
Che altro.
Non “vedi” più l’alternativa sostanziale. Non ti sembra più nemmeno ipotizzabile, non scorgendo nemmeno il tempo da dedicarle.
Quando “hai tempo”, in qualche maniera ti scivola via,
come sabbia dalle mani soffiata via dal vento. Come acqua. Come un
insieme di pesciolini che sembrano tanto facili da afferrare, quando li
vedi sotto al pelo dell’acqua, attorno ai tuoi piedi conficcati nel
fondo sabbioso.
Siamo nel 1976, a Trapani. La mafia è ancora considerata da molti come un’invenzione di scrittori e giornalisti… La storia del commissario Maltese è quella di un uomo che si trova da solo a combattere contro qualcosa che a detta di tutti non esiste…
Maltese
Come puoi credere a qualcosa che, nel profondo, ti terrorizza?
Preferisci, infatti, ostinarti a non vedere.
Perché il prenderne atto corrisponde al ritenerti fondatamente in “pericolo”.
È qualcosa di assurdo, se ci pensi bene e comprendi la situazione “come si deve”.
Diciamo che in te si sono accumulati millenni di ingiustizia, che anche “ora” ti caratterizzano, trasmettendoti la paura per ciò che una violenza tale può ancora farti.
La “mente” ha chiuso a doppia mandata questa situazione, rispondendo ad una richiesta in-diretta di “maggiore tutela”. Ma, se ti accorgi, un simile “far finta di nulla” non corrisponde affatto a ciò che ti auguri, in maniera alquanto sprovveduta ed illusoria.
Una certa situazione, anche se ritenuta in-certa (da “te”), infatti, non smette di sussistere. Non smette di esistere.
E… il “tuo” comportamento applica una convinzione che ha un senso di fondo, persino “autentico (in quanto a valenza)”, ma che “qua, così” non è in grado di “cambiare” ciò che si ammanta in un siffatto “modo (configurazione)”.
Ignorare qualcosa, non lo esclude dalla “tua” vita, quando sopravvivi dentro agli effetti di quel “qualcosa”, alla sua mercé, completamente inerme, inerte, disorganizzat3.
Il protagonista della vicenda - un uomo sulla cinquantina, forte di corporatura, asciutto di corpo e di viso - è un hidalgo spagnolo di nome Alonso Quijano, morbosamente appassionato di romanzi cavallereschi.
Le letture lo condizionano a tal punto da trascinarlo in un mondo fantastico, nel quale si convince di essere chiamato a diventare un cavaliere errante.
Si mette quindi in viaggio, come gli eroi dei romanzi, per difendere i deboli e riparare i torti.
Alonso diventa così il cavaliere Don Chisciotte della Mancia e inizia a girare per la Spagna. Nella sua follia, Don Chisciotte trascina con sé un contadino del posto, Sancho Panza, cui promette il governo di un'isola a patto che gli faccia da scudiero…Purtroppo per Don Chisciotte, la Spagna del suo tempo non è quella della cavalleria e nemmeno quella dei romanzi picareschi, e per l'unico eroe rimasto le avventure sono scarsissime.
La sua visionaria ostinazione lo spinge però a leggere la realtà con altri occhi…
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Perché, da “sempre”, il “mito del cavaliere (eroe)” ha “sempre” suscitato qualcosa di molto profondo nella Massa?
Anche in periodi caratterizzati dall'abitudine a vedere cavalli montati da “cavalieri”.
Certo, evidentemente, non era sin da allora la stessa cosa.
Figurati “oggi”.
Allora, una simile “figura” è diventata un simbolo, il mito, la leggenda, etc. Qualcosa che vive ancora (sempre), nonostante le apparenze. Qualcosa che ti fa “comprendere (ricordare, accorgere)” che la giustizia è sempre stata “di parte”. Di più:
Osserva talune espressioni riportate:
le letture lo condizionano a tal punto da trascinarlo in un mondo fantastico, nel quale si convince di essere chiamato a diventare un cavaliere errante (un “mondo fantastico” che corrisponde ad una “accensione”, ad una “ascensione da vivo”, uno spostamento di livello, etc.)
si mette quindi in viaggio, come gli eroi dei romanzi, per difendere i deboli e riparare i torti (applica “valori universali”)
nella sua follia (“follia”?)
la Spagna del suo tempo non è quella della cavalleria (infatti, era “già successo”)
per l'unico eroe rimasto le avventure sono scarsissime (lo status quo “qua, così” leviga tutt3)
la sua visionaria ostinazione lo spinge però a leggere la realtà con altri occhi (questa è una “leva”. La “visionaria ostinazione” è una virtù).
Se sei d’accordo nel ritenere il “fenomeno” della Mafia come esistente, allora, non ti puoi fermare “lì”.
Perché, in tal “caso”, è come se ti auto disinnescassi da te.
Come il fare ogni cosa, a metà, perdendo il senso e disperdendoti dentro a…
La Mafia, seppure fisica, è – di più – un “riflesso frattale espanso”, un simbolo sostanziale relativo all’assoluto dominante “qua, così”. Se ti sei accort3 della Mafia, come puoi non espanderne la portata, sino alla valenza fondamentale più “a monte” im-possibile?
L'effettiva origine del lemma e del fenomeno sono incerte.
Alcuni ritengono che il fenomeno abbia origine e sia ispirato dalla setta segreta spagnola della Garduna, secondo altri da quella dei Beati Paoli, operante in Italia nel XII secolo circa.
Una delle prime descrizioni del fenomeno fu nel 1838 in un documento redatto in Italia dal funzionario del Regno delle Due Sicilie Pietro Calà Ulloa, che a proposito del fenomeno scrisse:“Ci sono in molti paesi delle fratellanze, specie di sette che diconsi partiti, senza riunione, senza altro legame che quello della dipendenza da un capo, che qui è un possidente, là un arciprete. Una cassa comune sovviene ai bisogni, ora di fare esonerare un funzionario, ora di conquistarlo, ora di proteggerlo, ora d'incolpare un innocente... Molti alti magistrati coprono queste fratellanze di una protezione impenetrabile"…
In merito a ciò ricordiamo quanto scritto già nel 1876 da Vincenzo Mortillaro nel suo Nuovo dizionario siciliano-italiano… per mafia:
“voce piemontese introdotta nel resto d'Italia ch'equivale a camorra”… Tra le cause della nascita del fenomeno sono sicuramente da annoverare il dominio dal latifondo che vessava una massa di contadini miserabili.
Fra nobiltà terriera e contadini era presente un ceto di spregiudicati e violenti massari, campieri ("guardie armate" del latifondo) e gabelloti (gestori dei fondi a gabella, cioè in fitto) che terrorizzavano i contadini e i proprietari con i loro sgherri, venivano a patti con i briganti, amministravano una rozza giustizia che però non ammetteva alcuna forma di opposizione. I briganti, i ladri, i ribelli avevano un ambiguo rapporto con i massari.
I contadini servivano i massari e vedevano talvolta in loro degli alleati possibili contro i latifondisti che a loro volta si servivano dei massari e dei campieri, pur disprezzandoli e temendoli, come forza contro il latente pericolo costituito da possibili rivolte delle masse contadine.
Massari e campieri si servivano dei briganti contro nobili e contadini ma sapevano anche spazzarli via con violenza quando dovevano dimostrare a tutti gli abitanti del feudo chi comandava effettivamente.
Per giungere al dominio del territorio la mafia controllava non solo il mondo rurale, i trasporti, l'attività mineraria, gli allevamenti, ma anche la delinquenza urbana, i tribunali, le centrali di polizia, i centri del potere. I mafiosi erano nel contempo imprenditori, organizzatori della produzione, giudici, gendarmi, esattori delle tasse, poiché prelevavano quote di ricchezza dal lavoro e dalla rendita dei ceti sociali in mezzo ai quali vivevano ed operavano…
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i contadini servivano i massari e vedevano talvolta in loro degli alleati possibili contro i latifondisti che a loro volta si servivano dei massari e dei campieri, pur disprezzandoli e temendoli, come forza contro il latente pericolo costituito da possibili rivolte delle masse contadine (loop)
tra le cause della nascita del fenomeno sono sicuramente da annoverare il dominio dal latifondo che vessava una massa di contadini miserabili
per giungere al dominio del territorio la mafia controllava non solo il mondo rurale, i trasporti, l'attività mineraria, gli allevamenti, ma anche la delinquenza urbana, i tribunali, le centrali di polizia, i centri del potere. I mafiosi erano nel contempo imprenditori, organizzatori della produzione, giudici, gendarmi, esattori delle tasse, poiché prelevavano quote di ricchezza dal lavoro e dalla rendita dei ceti sociali in mezzo ai quali vivevano ed operavano…
Sono tutte “cose” che sai, ma “le sai in una maniera (livello) annacquata, senza senso né potere alcuno”.
Ti limiti a subirle ed a subirne le conseguenze, che ti sei abituat3 “qua, così” a ritenere persino normali, per via di tutta una serie di considerazioni che affondano nel reame della “paura di…”.
Leggende non solo popolari, sembrano fungere da “spunto” per fatti reali.
Il tutto, sempre, immerso in una atmosfera sfuggevole, inclinata, rovesciata, auto disinnescata, etc.
Insomma:
una vera e propria “caratteristica ambientale”. No?
Perché non partire da “lì”, ad esempio?
Infatti, tu non hai bisogno di sapere se è vero, oppure, no.
Vai Oltre Ogni Orizzonte:
il fatto, stesso, che la notizia è giunta sino a te, va decodificat3 a livello di simbolismo sostanziale frattale espanso, ossia, a quel livello dove “tutto è vero” sempre, comunque e quantunque.
Laddove “il caso non esiste, poiché nulla gli è lasciato”…
I Beati Paoli, secondo alcune fonti, furono una setta segreta siciliana - di origine incerta - formata da vendicatori-giustizieri-sicari… nata presumibilmente a Palermo, con il nome di vendicosi, intorno al XII secolo circa…
Non ci sono certezze circa la loro esistenza posto che l'unica fonte a riportarla è data da quanto scritto da Francesco Maria Emanuele marchese di Villabianca. A ritenere che sia stata una setta realmente esistita è Francesco Paolo Castiglione nel saggio Indagine sui Beati Paoli…
Storia.
L'associazione sarebbe stata costituita, secondo Francesco Maria Emanuele marchese di Villabianca… come reazione allo strapotere e ai soprusi dei nobili che amministravano direttamente anche la giustizia criminale nei loro feudi.
È difficile trovare documentazioni che ne convalidino l'esistenza e l'operato, anche perché i racconti della tradizione popolare erano esclusivamente orali.
Data la natura estremamente ambigua e a tratti leggendaria se ne ignorano gli sviluppi al di là del periodo del regno normanno in Sicilia.Ad oggi vi sono molteplici teorie non concordanti tra loro che oscillano da una affermazione della loro storicità al convincimento che ci si trovi di fronte ad una invenzione letteraria, mentre è più facile trovare documentazione a partire dalla fine del XIX secolo su una diffusione in Sicilia di una convinzione popolare riguardo all'effettiva veridicità della setta…
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Reazione allo strapotere e ai soprusi dei nobili che amministravano direttamente anche la giustizia criminale nei loro feudi (valore simbolico sostanziale frattale espanso, “leva”).
La “leva” è stata sapientemente ben celata tra le righe e le pieghe della narrazione “qua, così”.
Qualcosa che può farti meglio inquadrare il fenomeno delle “fake news (che non è affatto una novità ma, piuttosto, una ‘denuncia frattale espansa’”):
origine incerta
non ci sono certezze circa la loro esistenza
è difficile trovare documentazioni che ne convalidino l'esistenza e l'operato
anche perché i racconti della tradizione popolare erano esclusivamente orali
data la natura estremamente ambigua e a tratti leggendaria se ne ignorano gli sviluppi
ad oggi vi sono molteplici teorie non concordanti tra loro
al convincimento che ci si trovi di fronte ad una invenzione letteraria…
Dopo una serie di simili “questioni”, come puoi ancora ritenere una simile organizzazione, del tutto esistente?
Infatti, non lo credi. Anzi, ignori persino che sia mai esistita detta “schiera”. Ricorrendo al termine, solo nel gergo popolare.
Anche Robin Hood, o Zorro, sembrano esistere solo in quanto leggenda, mito, “augurio”, etc.
Si può ritenere, dunque, che ogni tipo di “eroe” sia già stato auto disinnescato, anche per quanto riguarda la sua memoria presso te. Ma (ma) è proprio il “valore (universale) simbolico” che non può mai (mai) venire meno.
Il “che cosa significa”, al di là del fatto se “è vero, oppure, no”. Comprendi?
È di un “salto logico” che si tratta:
il solo modo per superare ed oltrepassare il “firewall” delle cosiddette “fake news”.
Qualcosa che non è l’Autorità a dover “fare” per…
In quanto, l’Autorità è sottodominante e si guarda bene dal risolvere “a monte” una simile caratteristica ambientale AntiSistemica, “perfetta proprio per la manutenzione dello status quo ‘qua così’”.
Ogni sorta di “soluzione” pensata e messa in pratica dall'Autorità, equivale ad un inasprimento della tua “libertà di…”.
Come al solito, “qua, così” la situazione, generale, è capovolta.
“Ce n’è anche per i beati paoli…”.
Alcuni scrittori del Cinquecento adoperano l'espressione per significare “grande quantità, fracco di botte”…
Link
Costoro si “vendicavano”, ossia, “menavano”.
Ma, nel tempo, sono state loro prese le misure. Ossia:
di botte “ce n’è anche per i beati paoli…”.
Questo è il “segno (frattale espanso)” che il movimento originale è già stato, nel tempo, messo a tacere.
E, di più, che l’organizzazione si è trasformata – a sua volta – nella copia sostanziale, che intendeva ridurre ad impotenza.
Non a caso, la Mafia “sembra” discendere da detta organizzazione…
“Qua,
così” sopravvivi nei luoghi comuni, nella convenzione, nell'abitudine,
etc. Ossia, conseguendo nella “voce che urla di più”.
Nella fase continua di propaganda, dell’unica “voce in capitolo”:
Tu, infatti, hai la possibilità di “farti sentire”?
Nonostante tutta la tecnologia sviluppata e le leggi che sembrano acconsentire, nulla di tutto questo – sostanzialmente – accade, poiché, nella pratica non è previsto (seppure il potenziale rimane del tutto intatto, ma non ne ricordi per nulla la valenza).
“Le persone corrompono il denaro…”.
StartUp
Se questo è vero, da una certa prospettiva, è “più vero del vero, che…”:
il denaro è una invenzione, di parte.
Per cui, è apparenza (menzogna) tutto ciò che “a valle” si scatena.
Compresa la citazione appena riportata poco sopra.
Conferisci un “peso (sostanza)” a qualsiasi s-oggetto. E, poi, riedifica la realtà manifesta, ad una simile “luce”…
“Il suo successo finale… sembra una cupa prospettiva per le banche…
Deve esserci un motivo per il quale nessuno la considera…”.
StartUp
Le due “cose” sono interconnesse ed appartenenti ad un interesse “superiore (che viene prima, ‘a monte’)”.
“Credo che ci sia una specie di inclinazione a temere quello che non si sa o che non si capisce e credo che ci sia il terrore del futuro.
Ok. Io in realtà non capisco di che cosa esattamente si tratti…”.
StartUp
Una specie di “inclinazione”:
certamente “è” così (leva).
“Non capisco di che cosa esattamente si tratti…”:
sì… perché tende proprio a sfuggire (strategia).
“Ha il valore che collettivamente gli attribuiamo..”.
StartUp
Perfetto:
potenzialmente, quindi, “ha un valore pari a zero”.
Ottima considerazione…
“Lo rendiamo di più di un codice. Lo trasformiamo in qualcosa di molto reale, che avrà il potere di cambiare il mondo…”.
StartUp
Ecco il “è già successo”.
Certo, perché “il mondo è già cambiato” ed, ora, è auto limitato al più “semplice” solo trasformarsi, così come le leggi fisiche testimoniano a pieno, essendo “visioni di parte, parziali e delimitanti”…
È riconosciuto in biologia, con valore controverso… un ottavo regno, quello dei Virus, che comprende tutti gli organismi privi di struttura cellulare, ma biochimicamente e quindi riproduttivamente completamente dipendenti da un organismo ospite…
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L’”organismo ospite” non è quello che pensi, dato che è:
l’organismo che ospita il “virus”.
La delegazione frattale espansa è realtà manifesta anche “qua, così”. Il
demandare è una strategia, che libera la compresenza e così la rende
sempre concentrata, coerente, lungimirante, relativamente al tipo di
interesse che “ospita” a sua volta.
Una caratteristica talmente diffusa, da non destare la minima preoccupazione.
Mentre “tutto scorre” e continua a farlo normalmente (sullo sfondo massivo che continua a “soffrirne le conseguenze”, quasi del tutto abituato nel ritenere tutto ciò “troppo grande per essere, ancora, affrontato”)…
L'espressione, in realtà, è disseminata a spaglio in molte parlate d'Italia, poiché si tratta di una reinterpretazione paretimologica popolare dell'annuncio liturgico di lettura delle lettere di San Paolo, Lectio epistulae Beati Paoli:
il genitivo Beati Paoli è stato reinterpretato come sostantivo plurale, che porta dunque con sé l'idea di una grande quantità.
In passato, si cercava di dare una spiegazione del sintagma e del suo significato ricorrendo all'aneddoto del ciarlatano che intendeva dispensare gratuitamente farmaci portentosi a tutti coloro che si chiamavano Paolo, per devozione al santo; trovatosi di fronte a una folla di presunti aventi diritto, avrebbe esclamato: "Oh, quanti Beati Paoli!"…
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L’auto disinnesco cancella, dalla memoria, il “valore originale”.
Eppure, rimane sempre la sostanza della “truffa”, nella quale sei “qua, così”.
“Fai…” tutto tu? No. Fai tutto da “te”…
E, questo, “fa” la differenza.
Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2017
Bollettino numero 2066
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