lunedì 31 luglio 2017

Trump getta la maschera sull’Iran: Washington prepara la guerra


Quando gli Iraniani festeggiano in piazza l'accordo....

Qualche cosa di straordinario è accaduto a Washington: il presidente Trump ha messo in chiaro senza ambiguità il suo sforzo di sabotare gli accordi con l’Iran dissimulando la sua doppiezza nel sostenere  che Teheran non stia rispettando gli accordi sul nucleare dello scorso Ottobre. In sostanza Trump e soci negano che l’Iran stia rispettando gli accordi ed in questo modo stanno preparando il terreno per un confronto militare. 

I suoi consiglieri hanno fatto la loro parte nello spiegare questo al presidente e procedono in questa direzione. Raramente era accaduto che un piano come questo per annullare un accordo di controllo sulle armi atomiche e spianare il percorso verso un conflitto  fosse così apertamente manifestato.

Lo smascheramento dei piani di Trump per sabotare l’accordo era iniziato due settimane prima quando, a coloro che rinfacciavano l’accordo, Trump dovette dichiarare che l’Iran di fatto stava adempiendo. L’intelligence USA e l’Agenzia per l’Energia Atomica aveva confermato la correttezza degli adempimenti di Teheran. Tuttavia Trump aveva lanciato la sua rabbia contro l’Ufficio Ovale per non aver saputo questo  trovare un modo di affermare che l’Iran stava ingannando.

Sulla base della Politica Estera i responsabili presenti in sala, il segretario di stato, Rex Tillerson e il segretario alla Difesa, Jim  Mattis, oltre all’assessore alla Sicurezza, H.R. McMaster, riuscirono a calmare Trump soltanto promettendo che verso Ottobre avrebbero trovato il modo di far saltare gli accordi.

Prima di questa rivelazione, con  la debacle di questo riconoscimento da parte di Trump, la maggior parte degli analisti e dei diplomatici ritenevano che l’atteggiamento di Trump e la sua retorica sull’Iran era soltanto quella  di parlare a vuoto. La sua apparenza era peggiore della sua mordacità, come si dimostra quando, di fronte all’attestazione dell’adempimento dell’Iran in Aprile, aveva ugualmente rinnovato le sanzioni in Maggio.

Generale McMaster con Trump
La distanza fra la sua retorica e la sua politica era reale e tangibile. Retoricamente i funzionari dell’Amministrazione Trump avevano descritto l’Iran come la radice di tutti i problemi in Medio Oriente e come “il maggior patrocinatore del terrorismo”. Lo stesso Trump aveva lasciato intendere di voler arrivare a  rescindere l’accordo.

Nelle sue prime azioni tuttavia Trump aveva rinunciato alle sanzioni ed aveva ammesso che l’Iran stava rispettando l’accordo. Come risultato molti arrivarono alla conclusione che Trump avrebbe seguito a rispettare gli obblighi dell’accordo mentre continuava a spingere la sua retorica per tacitare gli oppositori interrni all’accordo nucleare, così come gli alleati Arabia Saudita ed Israele.

Tuttavia adesso le valutazioni stanno cambiando. Il pericolo tangibile della malizia di Trump sull’accordo, così come il pericolo dei consiglieri di Trump in sala è divenuto più chiaro questa settimana quando parte dei piani reali sono iniziati a trapelare dalle Tv.

Come distruggere un accordo

Riconoscendo che il negarsi ad ammettere che l’Iran sta rispettando gli accordi, avrebbe l’effetto di isolare gli Stati Uniti, i consiglieri di Trump gli hanno consegnato un altro piano. Gli stessi  hanno suggerito di utilizzare il meccanismo delle ispezioni in loco per il nucleare, con la richiesta di accesso ad un insieme di installazioniu militari in Iran.

Una volta che l’Iran neghi l’accesso a questi siti – mettendo in evidenza che questi siano utilizzati per esperimenti nucleari illeciti- Trump avrebbe il pretesto di dichiarare che l’Iran stia violando l’accordo dando la colpa a Teheran per la rottura.

In questo modo i consiglieri di Trump, quelli che si presuppone che dovrebbero moderare Trump,  dimostrano  che il loro obiettivo non era quello di mantenere un accordo nucleare di successo che aveva allontanato la minaccia di un Iran con le bombe nucleari e la prospettiva di una guerra.

Piuttosto quello di distruggere l’accordo in un modo che possa occultare  la malafede di Trump e di darne la colpa all’Iran.

Secondo il New York Times le basi di questa strategia sono state già stabilite. Dalla relazione del presidente della Commissione Esteri del Senato, Bob  Corker, questa viene definita strategia radicale di esecuzione del progetto. “Se loro (gli iraniani) non permettono (le ispezioni), Boom”! Ha detto Corker al Washington Post. “Voi volete che la rottura di questo accordo ricada sull’Iran. Voi non volete che questo sia sugli Stati Uniti poichè vogliamo che i nostri alleati siano con noi”.

Questa è una farsa, una ripetizione della macchinazioni che portarono ad una guerra con l’Iraq.

Non importa quello che l’Iran fa o non fa. Se fosse stato per Trump, non avrebbe mai riconosciuto che l’Iran stava adempiendo agli accordi. Lo ha ammesso al Wall Street Journal, “se fosse dipeso da me, non avrei tenuto (gli iraniani) docili entro i 180 giorni”.

Dimostrandosi radicalmente sicuro dell’applicazione di questa strategia, Trump ha aggiunto che “credo che saranno non conformi in Ottobre”, in questo modo confermando i dubbi che il processo sia quello di verificare se l’Iran stia rispettando gli accordi oppure no. L’Amministrazione si è impegnata a trovare un modo per reclamare all’Iran una presunta violazione degli accordi, indipendentemente dai fatti, come fece Bush con l’Iraq.

Generale Soleimani al centro
Potenziale di esplosione prematura

Tuttavia la fiducia del successo del piano potrebbe essere infondata su due livelli. In primo luogo abusare dei meccanismi di ispezione potrebbe risultare più difficile di quello che crede Trump. Le ispezioni sono l’offerta e la pietra angolare dell’accordo e la capacità dell’Iran di ingannare è essenzialmente inesistente mentre l’integrità e l’efficacia delle ispezioni continui in forma intatta.

Tuttavia se Trump  inizia ad abusare delle ispezioni per prefabbricare il pretesto di un conflitto, finirà per affossare il sistema delle ispezioni e in realtà migliorerà l’abilità di quelli che in Iran vorrebbero realizzare una operazione segreta di armi nucleari. Precisamente perchè l’impegno dell’Europa e di altri alla non proliferazione può essere in grado di far resistere a Trump ed alle sue trame per giocare con le ispezioni.

In secondo luogo con le rivelazioni di sua mano, Trump ha mostrato la sua doppiezza a tutti. 

Questo include l’opinione pubblica americana i cui sentimenti contro la guerra continuano ad essere forti e sono la ragione di fondo per cui i cittadini USA hanno appoggiato l’accordo nucleare con l’Iran.

Il pubblico statunitense sa ormai quale è stato il gioco sporco sull’Iraq. I sostenitori di Trump sono ancora infuriati per la disastrosa guerra con l’Iraq. Loro sanno come si sono svolti i giochi ed è difficile pensare che permetteranno le stesse macchinazioni ad un altro presidente che non ha lasciato dubbi sulla sua intenzione di ingannare.



Trita Parsi

Fonte: Information Clearing House

Traduzione: Luciano Lago
http://www.controinformazione.info/trump-getta-la-maschera-sulliran-washington-prepara-la-guerra/

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