Senza controbattere molto, l’articolo del 13 luglio pubblicato da Bloomberg e ripreso dalla testata Johnson’s List di Leonid Bershidsky [in Inglese],
propone un’immagine della Russia come un avversario degli Stati Uniti, e
trova quindi (essenzialmente) una scusa alla collusione tra il regime
di Kiev e il Comitato Nazionale Democratico (DNC) contro Donald Trump
durante le elezioni presidenziali americane del 2016, a dispetto
dell’affermazione non così motivata di una collaborazione nello stesso
periodo tra Donald Trump e il governo russo contro Hillary Clinton.
Russia e gli Stati Uniti non sono in
guerra l’uno contro l’altro e il regime di Kiev non è formalmente
alleato con gli Stati Uniti nella stessa maniera dei paesi membri della
NATO. E’ estremamente miope accettare senza obiezioni la propaganda
anti-russa del regime di Kiev, progettata per cercare un maggior
deterioramento delle relazioni USA-Russia, con l’ipotesi di una Ucraina
come valido baluardo strategico contro la Russia.
Il colpire ossessivamente la Russia minimizza la
problematica cleptocrazia del regime di Kiev, in un contesto in cui la
notevole violenza nazionalista ha soppresso le prospettive pro-russia [in Inglese].Tenendo a mente questo concetto, è ostinatamente sbagliato opporsi senza obiezioni a un importate player
mondiale come la Russia, evidenziando (più o meno) esclusivamente gli
errori russi (reali e dopati) mentre si minimizza gli elementi negativi
del regime di Kiev.
Alcune invenzioni del regime di Kiev sono bizzarre sciocchezze, come è evidente nell’infondata affermazione del presidente ucraino Petro Poroshenko [in Inglese] che
gli ebrei in Crimea non hanno potuto osservare la loro fede dopo la
riunificazione della Crimea con la Russia. Rispetto al dibattuto
tentativo della MSNBC-CNN di trovare una collusione tra Trump e la
Russia, si può ragionevolmente ipotizzare un possibile tentativo di
“false flag” da parte del regime di Kiev e del DNC per accusare il
governo russo di hackeraggio del Comitato Nazionale Democratico. Ci sono
validi motivi [in Inglese] per mettere in dubbio la presunta azione di hackeraggio del DNC da parte del governo russo, fatto che evidenzia come il
Comitato Nazionale Democratico abbia utilizzato CrowdStrike come fonte
per la sicurezza informatica e i suoi legami con il Consiglio Atlantico,
anti-russo e pro-Kiev. [in Inglese]
Così come è vero per alcuni altri
importanti conservatori americani, l’ospite pro-Trump di Fox News Sean
Hannity non è stato così entusiasta come il presidente degli Stati Uniti
nella ricerca di un miglioramento delle relazioni tra Stati Uniti e
Russia. Questa linea è coerente con tutti i limiti dei mass media
americani nello scoprire la prova di colpevolezza che riguarda Trump e
la Russia.
Connotare ingiustamente Trump e i suoi sostenitori
dell’establishment americano, può portare a un pesante contraccolpo, con
la conseguenza di un tipo di ritrattazione che la CNN ha dato a Anthony Scaramucci [in Inglese].
D’altra parte, i commenti scorretti contro il mainstream russo e gli
altri che sono critici nei confronti dei pregiudizi anti-russi non
possono aspettarsi lo stesso tipo di seguito da parte dei mass media
americani.
La scorsa settimana Tucker Carlson,
ospite di Fox News, ha avuto un plauso ben meritato per essersi occupato
dei diffusi pregiudizi anti-russi. Il culmine dello scambio di battute
di Carlson è stato il suo incontro con Ralph Peters, che per anni ha
spudoratamente fatto propaganda contro la Russia. I siti Antiwar.com [in Inglese] e Russia Insider [in Inglese] sono
alcune dei media in lingua inglese e anti-establishment che hanno
commentato la discussione Carlson-Peters. L’establishment realista della
politica estera americana che appoggia la testata National Interest ha
riportato un lungo articolo [in Inglese]
sulla sfida di Carlson alla percezione della politica estera dei
neoconservatori/neoliberarali.
Per la cronaca, si può e si dovrebbe
rispondere ai commenti di Peters.
Peters afferma falsamente che la Russia
non ha fatto uno sforzo concertato nei confronti dell’ISIS. In uno dei
suoi momenti più precisi, Wolf Blitzer della CNN ha affermato che la
dichiarazione dell’ISIS di aver abbattuto un aereo civile russo in
Egitto era in risposta alla guerra della Russia contro l’ISIS.
Devi
essere un bugiardo e un disinformato per non capire il motivo per cui la
Russia si è attivamente opposta all’ISIS. Quest’ultimo vede la Russia
come un nemico, pur avendo un buon numero di persone con radici in
Russia e in alcune altre parti della ex Unione Sovietica.
La descrizione che Peters ha fatto della
Russia che mira alle aree civili è in malafede. Nel corso degli anni,
la questione dei danni collaterali è qualcosa che periodicamente viene
ripreso in risposta alle vittime causate dalle azioni militari di Stati
Uniti e di Israele.
Peters non fornisce alcuna prova alla
sua accusa che il presidente russo Vladimir Putin uccida i giornalisti.
Ci sono numerosi sostenitori anti-Putin vivi e vegeti in Russia. Quel
paese ha un problema di violenza. Ricordiamoci come erano gli Stati
Uniti dagli anni ’60 ai primi anni ‘70. Del resto, Bernie Sanders non è
incolpato per la persona pro-Sanders che ha tentato di uccidere i
legislatori repubblicani.
Data la situazione del Kosovo e della
parte settentrionale di Cipro, Peters è un ipocrita senza mezzi termini
per quanto riguarda la Crimea. Il Donbass è un conflitto civile che
coinvolge un certo sostegno russo verso i ribelli, che provengono
prevalentemente dall’ex Repubblica Socialista Sovietica Ucraina. Questi
individui hanno una ragione reale per opporsi al regime di Kiev,
succedutosi al rovesciamento di un presidente ucraino eletto
democraticamente.
Durante la rivoluzione americana, si
diceva che la maggior parte dei combattenti pro-britannici fossero
coloni già insediati in America. Inoltre, i rivoluzionari americani
ricevettero un sostegno significativo dalla Francia. Tenendo questi
fattori in mente, i ribelli del Donbass non sembrano essere meno
legittimati rispetto ai rivoluzionari americani.
Alcuni elementi del regime Kiev [in Inglese] prendono
come riferimento positivo la pulizia etnica del 1995 in Croazia da
parte dei serbi di Krajina (nota come Operation Storm) come soluzione
finale all’opposizione in Donbass. La Russia non vuole il problema di
una massa di rifugiati in Donbass e di altre parti della ex Repubblica
Socialista Sovietica Ucraina. Del resto, un numero considerevole di
residenti ucraini sono fuggiti in Russia.
Putin non è anti-Usa come afferma
Peters. Inoltre, Peters è chiaramente più anti-russo (in maniera più
ottusa) di quello che può essere ragionevolmente attribuito alla visione
di Putin verso gli Stati Uniti.
Le evidenti differenze di Putin
rispetto ai neoconservatori, ai neoliberali e agli irriducibili che
odiano la Russia, sono per definizione un atteggiamento anti-Usa. E’
stato il primo leader straniero a inviare parole di conforto agli Stati
Uniti dopo il 9 settembre. Il presidente russo è sempre stato
ufficialmente a favore di migliori rapporti USA-Russia (anche in un
certo momento sondando una partecipazione della Russia alla NATO), il
che spiega il motivo per cui abbia manifestato di essere a favore di
Trump rispetto alla Clinton.
Alcuni (tra cui Trump) non sono
d’accordo con questo punto di vista, che comprende la consapevolezza che
i russi (in linea di massima) preferiscono la prevedibilità. E’ vero in
generale.
Tuttavia, il punto di vista sulla Russia dei
neoconservatori/neolibelari della Clinton è stato l’elemento per cui
molti russi erano disposti a darsi una chance con Trump, la cui campagna
comprendeva un atteggiamento a paragone più positivo verso il loro
paese. Allo stesso tempo, un buon numero di russi si sono chiesti se
Trump avrebbe mantenuto quell’ atteggiamento.
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Articolo di Michael Averko publicato da Strategic Culture Foundation il 17 luglio 2017
Traduzione in italiano a cura di Elvia Politi per SakerItalia.it
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