Quando gli Stati Uniti volevano rovesciare un governo, lo
facevano fare segretamente all’Agenzia Centrale di Informazioni (CIA),
particolarmente quando questi governi erano stati democraticamente
eletti, come l’Iran (1953), il Guatemala (1954), il Cile (1973), il
Nicaragua (1980), Haiti (2006), Honduras (2009), l’Ucraina (2014) e la
Siria, dove questo progetto sanguinario è ancora in corso, dove la conta
dei cadaveri continua ad aumentare e dove milioni di rifugiati sono
senza rifugio.
Nel corso degli ultimi decenni, gli Stati Uniti sono diventati più sfrontati nei loro progetti di regime change.
Quel che di solito si faceva in segreto, attualmente viene praticato
senza complessi sotto gli occhi di tutti. Il progetto di regime change
in Venezuela del 2017 è oramai diventato di pubblico dominio. La gran
parte degli Statunitensi non è in grado di vedere la foresta che viene
loro nascosta dagli alberi della propaganda, che li ha ingannati sulle
ragioni dell’attuale caos venezuelano.
La principale delle quali è il
finanziamento da parte degli Stati Uniti, a colpi di milioni di dollari,
dei partiti politici dell’oligarchia. Senza questi soldi, i partiti
politici dell’opposizione sarebbero più divisi e più deboli di quanto
non siano.
I grandi media fanno propaganda dicendo che il presidente Maduro è un
dittatore. Che Maduro reprime e uccide il suo popolo di pacifici
manifestanti. Che i giudici della Corte Suprema del Venezuela sono suoi
complici e sono andati oltre i loro poteri costituzionali. Che il
referendum costituzionale voluto da Maduro è illegale. Che lo scrutinio è
stato truccato. Che l’opposizione è composta da democratici che
vogliono la democrazia.
Che Maduro ha distrutto l’economia del
Venezuela. Che la stampa e la televisione sono censurati da Maduro. Che
il presidente Barack Obama ha imposto delle sanzioni al Venezuela,
perché esso costituisce una minaccia per la sicurezza nazionale degli
Stati Uniti. Che il presidente Trump ha imposto ulteriori sanzioni
perché si preoccupa della democrazia, della libertà e del governo del
Venezuela.
Nulla di tutto questo è vero. Però i grandi media continuano a ripeterlo: New York Times, Washington Post, Guardian, Fox News, CNBC e CNN. I membri del Congresso continuano a ripetere queste menzogne,
un’espressione che raramente utilizzo. Dalla co-cospirazione dei media
dominanti in occasione della invasione illegale dell’Iraq nel 2003 da
parte dell’amministrazione Bush-Cheney, non sono mai
caduti così in basso e non si sono mai tanto macchiati di complicità,
diffondendo propaganda menzognera a sostegno della politica estera
statunitense di aggressione illegale. Chiunque ancora si facesse
illusioni sulla libertà e sull’indipendenza dei media statunitensi
dominanti, deve ravvedersi guardando la disinformazione che ci
dispensano oggi a proposito del Venezuela.
La complicità dei media dominanti non è nuova. Ecco un editoriale del
New York Times, pubblicato dopo il rapimento di Hugo Chavez nel corso
del colpo di Stato militare del 2002:
Insurrezione in Venezuela: il governo; il capo del governo costretto alle dimissioni; i potere affidato ai civili
di Juan Forero, 13 aprile 2002
di Juan Forero, 13 aprile 2002
Un governo di transizione guidato da un uomo d’affari di primo piano
ha sostituito oggi Hugo Chavez, poco dopo che alcuni ufficiali
dell’esercito lo avevano costretto alle dimissioni. E’ la fine
improvvisa del regno turbolento di un uomo forte eletto con la promessa
di rendere indipendente il suo paese dall’influenza degli Stati Uniti,
sconvolgendo il precedente ordine sociale del Venezuela.
Pedro Carmona Estanga, il presidente della più importante società
commerciale del Venezuela è stato nominato presidente ad interim nel
corso di una cerimonia che si è svolta alle 18.00. Il nuovo presidente
ha promesso che il suo governo difenderà «una visione pluralista,
democratica, civile e garantirà il rispetto della legge, lo Stato di
diritto».
Nuove elezioni saranno indette entro un anno, hanno affermato I responsabili ufficiali.
L’amministrazione Bush ha fermamente attribuito la colpa del
rovesciamento del signor Chavez allo stesso leader destituito. I
responsabili ufficiali hanno definito questa destituzione una vittoria
della democrazia.
(Pedro Francisco Carmona Estanga, ex dirigente di una società commerciale venezuelana, ha per breve tempo sostitutito Hugo Chavez come Presidente della Repubblica, dopo il colpo di Stato del 2002)
Il giorno dopo, il New York Times è stato costretto dalle circostanze a dire il contrario,
una specie di ritrattazione che non ritratta. Notate che «l’eminente
uomo d’affari» non è più così «eminente» dopo avere «sciolto l’Assemblea
Nazionale, licenziato i giudici della Corte Suprema, abrogato la
Costituzione, arrestato importanti ministri del governo Chavez e
costretto altri a nascondersi».
Tutto questo assomiglia di più al genere
di fascisti di destra che gli Stati Uniti preferiscono vedere ai posti
di responsabilità. Quanto alla questione sul chi l’aveva «collocato»
alla presidenza ad interim, il New York Times non lo dice precisamente.
Certamente la cosa doveva aver dato a Bush qualche ragione di
soddisfazione.
Né il Times né gli Stati Uniti hanno reagito come ci si
sarebbe aspettato reagiscano dei paladini della democrazia dopo un colpo
di Stato militare. Come potrebbe infatti considerarsi un colpo di Stato
come una vittoria della democrazia?
Vedi: L’insurrezione popolare legittima Chavez a rivendicare la presidenza del Venezuela
(…………………………)
Vedi: L’insurrezione popolare legittima Chavez a rivendicare la presidenza del Venezuela
(…………………………)
L’amministrazione Bush, il New York Times e I grandi media non hanno manifestato né rammarico, né vergogna
– il governo degli Stati Uniti ha continuato a tenere sotto
sorveglianza e a boicottare il governo chavista in tutti i modi
possibili. Gli Stati Uniti sono tuttora impegnati e continuano a
finanziare un progetto di regime change a lungo termine. L’Impero non
rinuncia mai.
Gli Stati Uniti hanno perfezionato le loro tecniche di regime change, camuffandole in «promozione della democrazia»,
che finanzia la sovversione attraverso l’Agenzia per lo Sviluppo
internazionale (USAID), il Servizio di Informazioni degli Stati Uniti
(USIS) e il National Endowment for Democracy (NED) finanziato dal
Congresso, l’International Republican Institute (IRI) e altre
organizzazioni non governative selezionate. La CIA e l’esercito USA
continuano anche adesso a boicottare a democrazia in Venezuela.
Il regime change è stato perfezionato con tecniche di pubbliche
relazioni sofisticate, che utilizzano strategie da marketing, come il
bombardamento di slogan, il controllo delle immagini, la scelta delle
parole, le campagne contro, i media, la propaganda menzognera e la
mozione dei sentimenti. La scelta di deporre un capo di Stato eletto
democraticamente, come oggi il presidente del Venezuela Nicolas Maduro,
viene cinicamente presentata come promozione della democrazia e dei
diritti umani.
La vera motivazione è invece il tentativo di trovare un
capo di Stato docile; ma non è questo che racconterà la macchina di
propaganda dei media, come ha dimostrato il New York Times, dopo il
colpo di Stato del 2002 appoggiato dagli Stati Uniti.
Dal crollo dell’Unione Sovietica nel 1991, gli Stati Uniti si sono proposti come missione l’egemonia mondiale, conosciuta come Dottrina Wolfowitz:
«Impedire a qualsiasi Potenza ostile di dominare una regione le cui risorse, una volta consolidato il controllo, sarebbero sufficienti a creare una potenza mondiale».
Paul Wolfowits, ex segretario di stato USA
E il Maestro del Grande Scacchiere Zbigniew Brzezinski :
«Il compito più immediato è assicurarsi che nessuno Stato o raggruppamento di Stati abbia i mezzi per scacciare gli Stati Uniti – da [qualsiasi parte del mondo] – o anche di ridimensionarne in modo significativo il ruolo di arbitro decisivo».
Gli Stati Uniti impongono la loro egemonia mondiale con la Potenza, le pressioni politiche e il dominio economico.
La potenza militare degli Stati Uniti è incontestabile col loro
budget annuale di mille miliardi di dollari, le loro 1000 basi
all’estero in tutte le regioni del mondo, le loro alleanze militari
ampie come la NATO e il loro apparato di forze speciali paramilitari
segrete e la loro cyber-sorveglianza.
L’egemonia economica esige il controllo di organizzazioni
mondiali come le Nazioni Unite, la Banca Mondiale, il Fondo Monetario
Internazionale, di enormi società internazionali e l’utilizzo
del dollaro USA nelle transazioni finanziarie mondiali. La brutale
potenza economica degli Stati Uniti è un rigurgito della falsa teoria
dell’economia liberale, che per buone ragioni merita di essere definita
economia voodoo.
Niente e nessuno può passare avanti l’egemonia militare ed economica
statunitense nel mondo.
Mantenerla necessita un impegno da parte di
universitari, media, burocrati, politici e di una classe di servi
disposti a vendere la propria anima per prestigio e remunerazione. Una
delle più importanti funzioni di tutto questo apparato è quella di
fabbricare il consenso della maggioranza della popolazione degli Stati
Uniti e dei loro alleati. Gli Stati Uniti non esiterebbero ad uccidere
milioni di persone, pur di mantenere intatta la loro egemonia. Come ha
detto proprio il Maestro del Grande Scacchiere Zbigniew Brzezinski :
«Attualmente è più difficile controllare un milione di persone, che ucciderle».
Le parole di Brzezinski non erano solo retorica di un intellettuale,
politologo o filosofo. Le ha dette molto molto seriamente. Il numero
delle persone uccise direttamente o indirettamente a causa dell’egemonia
degli Stati Uniti dal 1991 si calcola in milioni. Sono milioni di
persone che non potevano essere controllate, dunque sono state uccise o
sono diventate danni collaterali a profitto dell’Impero statunitense. Il
numero di persone che gli Stati Uniti hanno ucciso per la democrazia e i
diritti umani è pari a zero.
La popolazione statunitense è diventata controllabile grazie ad un
apparato di sicurezza statale fatta di spie, polizia militarizzata,
carcerazione su scala industriale, politiche di lavaggio del cervello,
per mantenerla letteralmente grassa e indolente, per tenerla
costantemente preoccupata attraverso un assurdo sensazionalismo, con la
creazione di una cultura consumista, intrattenendola con dosi massicce
di sesso e di violenza, tenerla obbediente attraverso la propaganda di
una rete di media commerciali compiacenti.
Ottenere il non dissenso del pubblico nei confronti di un budget
militare astronomico, guerre all’etero, campagne militari e campagne di
regime change, è il risultato di un meccanismo sofisticato che fa
sembrare “1984”, il romanzo di George Orwell, un libro per bambini.
Nonostante le migliaia di miliardi di dollari spesi per l’Impero, la
gente si è lasciata convincere che gli Stati Uniti non possono
permettersi investimenti nel capitale umano, come la sanità,
l’istruzione, alloggi popolari, programmi di lotta contro la povertà,
trasporti pubblici e la manutenzione e il miglioramento necessario delle
infrastrutture.
Né gli Stati Uniti stanno fermi quando un altro paese investe nel suo
capitale umano. Hanno promosso una campagna per rovesciare il governo
del Venezuela dopo l’elezione di Hugo Chavez nel 1998. Egli aveva rotto
col sistema neoliberale e neocoloniale che lo teneva sottomesso agli
Stati Uniti. Il Venezuela, tra le sue grandi risorse naturali, possiede i
maggiori giacimenti acclarati di petrolio. Sono risorse che gli Stati
Uniti intendono controllare.
Chavez ha commesso il crimine imperdonabile agli occhi degli Stati Uniti egemonici di respingere l’economia neoliberale,
di utilizzare la ricchezza petrolifera del Venezuela a profitto del suo
popolo, di nazionalizzare le attività petrolifere, di adottare un
modello economico socialista, di legarsi a Cuba e diventare un esempio
per l’America del Sud, sfidando apertamente il dominio degli Stati
Uniti. Hugo Chavez, il suo socialismo bolivarista e il suo successore,
Nicolas Maduro, sono inaccettabili per gli Stati Uniti, che hanno
tentato di sradicarli.
Murales di Chavez
Nel 2002, l’amministrazione George W. Bush è stata presa con le mani
nel sacco in un complotto con la classe ricca e mediosuperiore del
Venezuela per rovesciare Chavez con un colpo di Stato. Chavez è stato
esautorato per poco, tenuto prigioniero in una prigione militare
statunitense, e gli Stati Uniti si sono affrettati a riconoscere la
legittimità del governo golpista.
Con gran sorpresa per gli Stati Uniti e con scorno per Bush, il
popolo venezuelano ha manifestato in massa, pretendendo il ritorno di
Chavez, il presidente che aveva democraticamente eletto. Il governo
golpista e gli Stati Uniti non hanno avuto altra scelta se non di
capitolare. Ma ciò non ha impedito che gli Stati Uniti continuassero e
demonizzare Chavez ed a tentare di rovesciare il suo governo socialista
democratico.
Dopo la morte di Chavez nel 2013, Nicolas Maduro, il vice presidente
democraticamente eletto, ha assunto le funzioni di presidente,
conformemente al dettato costituzionale. Alle elezioni che sono seguite,
nuovamente Maduro è stato democraticamente eletto alla presidenza. Gli
Stati Uniti non hanno riconosciuto la legittimità di questa elezione e,
in accordo con la classe superiore ricca del Venezuela, hanno
immediatamente gridato alla frode elettorale.
Gli Stati Uniti hanno continuato a calunniare Maduro, accusandolo di
essere un dittatore e di violare I diritti dell’uomo. Non hanno
abbandonato il progetto di un regime change. Hanno stanziato centinaia
di milioni di dollari in una sedicente «promozione della democrazia» da parte di USAID, USIS, NED, IRI, di alcune ONG
e di molte alter organizzazioni in Venezuela, per rovesciare Maduro e
il socialismo bolivarista, attraverso le elezioni, la violenza di piazza
o un colpo di Stato militare. Con grande delusione e rabbia degli Stati
Uniti, fino ad oggi hanno fallito.
Assistiamo oggi ad una fase intensa del progetto USA di regime change in Venezuela.
Si tratta di un colpo di Stato visibile da chiunque. Segue lo scenario
applicato in Ucraina, in Honduras e altrove per decenni. Il popolo
venezuelano ama la sua democrazia così come è. Ma nessuno negli Stati
Uniti lo saprà, a causa della propaganda dei media dominanti.
Il presidente Donald Trump, il Segretario di Stato Rex Tillerson
(foto a sinistra), il Segretario al Tesoro Steven Mnuchin e il Congresso
appoggiano i ricchi autori del colpo di Stato in Venezuela. Molti di
essi sono gli stessi che hanno appoggiato la destituzione e il tentativo
di colpo di Stato contro Hugo Chavez nel 2002.
Rex Tillerson
Gli Stati Uniti finanziano l’opposizione, guidano la pressione
diplomatica internazionale contro il presidente democraticamente eletto
del Venezuela Nicolas Maduro, impongono sanzioni e incoraggiano
l’esercito venezuelano a fare un colpo di Stato.
La narrazione
statunitense e la propaganda sono piene di falsità, non c’è modo più
educato di dirlo.
Non vi sono parole educate per le menzogne. Gli
artefici del regime change e i fautori del colpo di Stato conoscono
esattamente la verità. Ecco qualche esempio di falsa dichiarazione
scandalosa:
«Come ha detto chiaramente il presidente Trump, gli Stati Uniti non ignoreranno gli attuali tentativi del regime di Maduro di distruggere la libertà e lo Stato di diritto»,
ha dichiarato il Segretario al Tesoro,
Steven Mnuchin.
[La verità: il Venezuela è una democrazia dotata del migliore sistema elettorale del mondo, come hanno certificato la Fondazione Carter e l’Organizzazione degli Stati americani (OEA). Maduro rispetta la Costituzione del Venezuela e non è un dittatore].
Ecco cosa ha detto Mike Pompeo, il direttore della CIA:
«Nel momento in cui v’è un paese tanto grande e con la stessa capacità economica del Venezuela, gli USA sono profondamente interessati ad assicurarsi che sia stabile, e il più democratico possibile. E dunque lavoriamo assiduamente per questo».
[La verità: il Venezuela è più democratico e ha un migliore bilancio
in termini di diritti dell’uomo dei docili governi del Messico, della
Colombia e del Brasile, che si uniscono agli Stati Uniti nelle critiche a
Maduro, che sarebbe un dittatore. Pompeo ha lasciato intendere che gli
interessi della CIA in Venezuela riguardano la sua «capacità economica».
Sta parlando del petrolio].
Le notizie false contribuiscono alla cospirazione di un regime change
promosso dagli USA. Ripetono in continuazione che Maduro è un
«dittatore», che il referendum di domenica per istituire una Assemblea
costituente, che ha visto un tasso di partecipazione tra i più elevati
nella storia del Venezuela, era truccato.
Che le forze di sicurezza di
Maduro sono responsabili dei morti e della violenza, cosa che non è
vera; è stata l’opposizione a provocare la maggior parte dei morti.
Le notizie false continuano a ripetere il numero dei morti senza dire
chi è che ha ucciso, facendo credere che siano tutti responsabilità di
Maduro. E’ un’altra menzogna per omissione.
Quei cecchini misteriosi, che abbiamo già visto in Ucraina, sono ricomparsi.
Questi agenti provocatori hanno soprattutto ammazzato dei testimoni
innocenti e i loro stessi manifestanti dell’opposizione, come in
Ucraina. E’ un omicidio a sangue freddo per il petrolio.
Gli Stati Uniti non si preoccupano della democrazia e dei diritti umani.
Se così fosse, lancerebbero delle campagne e imporrebbero sanzioni
all’Arabia Saudita, che sta effettuando decapitazioni a ritmo frenetico
dall’inizio dell’anno. Gli Stati Uniti si preoccuperebbero del numero
osceno di giornalisti assassinati in Messico, dell’Honduras che ha
rovesciato un governo democratico con un colpo di Stato (con l’aiuto
degli Stati Uniti), della Colombia, protagonista di una delle politiche
più sporche nell’America del sud, dove il 60% dei votanti non si sposta
nemmeno per andare ai seggi, del Brasile, sommerso dagli scandali, dalla
corruzione e dalla recessione e dove meno del 5% della popolazione
approva il presidente Michel Temer.
Il
popolo statunitense deve capire che gli Stati Uniti non si preoccupano
della democrazia, dei diritti umani, della giustizia, dei prigionieri
politici, della tortura, dei giornalisti o dei milioni di persone uccise
o mutilate nelle guerre statunitensi di aggressione, di provocazione
del caos e di regime change.
Tra i venti paesi sudamericani, il
Venezuela si colloca al settimo posto nell’indice di sviluppo umano
delle Nazioni Unite. La propaganda delle false notizie non menzionerà
questa circostanza.
Durante le elezioni che hanno portato alla presidenza Hugo Chavez nel
2012, l’ex presidente Jimmy Carter, osservatore umanitario ed
elettorale internazionale, ha certificato i risultati e definito il
sistema elettorale del Venezuela come il «migliore nel mondo».
L’opposizione e gli Stati Uniti, che avevano promesso prima delle
elezioni di attenersi al giudizio di Carter, hanno denunciato brogli
all’annuncio dei risultati. Solo gli Stati Uniti, in ragione del loro
supposto eccezionalismo, possono decidere chi vince le elezioni, chi
viene eletto democraticamente presidente e chi è un dittatore.
Il Venezuela non ha bisogno di «promozione della democrazia» (vale a
dire sovversione) da parte di USAID, USIS, NED, IRI, o da parte di una
qualsiasi ONG bidone. Il Venezuela potrà dimostrare al resto
dell’America del sud e agli Stati Uniti di saperla più lunga in materia
di democrazia e di diritti umani.
L’interesse per il Venezuela riguarda
solo la sua «capacità economica», come ha ammesso il direttore della CIA
Mike Pompeo, riferendosi soprattutto al petrolio. Gli Stati Uniti
vogliono che il Venezuela accetti il neoliberalismo in modo che le mega
società internazionali possano sfruttare il suo petrolio, che è la più
grande riserva acclarata del mondo. Il Segretario di Stato Rex
Tillerson, l’ex amministratore delegato di Exxon, vuole che sia il suo
ex datore di lavoro a trarne profitto, piuttosto che il popolo
venezuelano.
Quando la gente riuscirà a capire che gli Stati Uniti non si
preoccupano della democrazia, dei diritti umani, della morte di civili
innocenti, di vedove e di vedovi, degli orfani e dei senza tetto
prodotti dalle guerre statunitensi? Che vogliono solo il petrolio?
David William Pear
Fonte: Off Guardian
Traduzione: Ossin
https://www.controinformazione.info/rivelato-il-progetto-di-regime-change-in-venezuela/
Nessun commento:
Posta un commento