martedì 20 agosto 2013

Cosa è vero?

 
cosa è vero?

Questa è la domanda che un amante del vero si pone nel momento in cui riceve un’informazione.
Infatti, ogni qualvolta riceviamo un’informazione, chi può dire se essa sia vera dal momento che in molti casi non viene vissuta in prima persona?

Valutiamo intanto la questione da un punto di vista prettamente razionale.

Prendiamo l’esempio della Siria, che sta scatenando molte tempeste in questi mesi. Io non sono mai stato in Siria, quindi a livello di esperienza diretta, non posso sapere se ci sia una guerra in atto causata dalla repressione del regime di Assad nei confronti del suo popolo. Potrebbe essere una strumentalizzazione dei media, come spesso accade per favorire gli interessi dei soliti noti; i video potrebbero essere di altre guerre, o creati come in un film… chi può dirlo?
 
L’unica soluzione rimasta è prendere il primo volo ed andare a vedere di persona. Atterrato in Siria, per ipotesi, mi potrei rendere conto che la versione dei giornali e delle televisioni non sia vera, oppure lo sia solo in parte. A quel punto prenderei l’aereo di ritorno per informare le persone sulla verità dei fatti. Ma eccoci ancora una volta al punto di partenza: con quale criterio coloro che ricevano la mia informazione possono dire che sia vera, se non ne hanno fatto esperienza diretta? 

Potrebbe essere un’altra strumentalizzazione come quella dei giornali o delle televisioni. A livello razionale tutto è opinabile e c’è sempre a livello più profondo un principio di indeterminatezza.
 
Inoltre, in molti casi giudiziari è stato provato che diversi testimoni di un crimine vivono ed interpretano lo stesso evento in modi anche completamente differenti fra loro, con diverse versioni dei fatti e persino diversi colpevoli.

Inoltre l’elité che comanda il mondo e controlla di conseguenza l’informazione televisiva e giornalistica, ci ha portato a credere che solo un certo tipo di informazioni siano accettabili, altre solo probabili e altre ancora addirittura ridicole. Tutto questo ovviamente allo scopo di salvaguardare i loro interessi.

Facciamo un esempio. 

Vi potrei direi che, essendo in contatto con civiltà di vita extraterrestri, sono stato sulle Pleiadi attraverso una navicella che viaggiava in un tunnel spazio-temporale.
Per arrivare è occorso pochissimo tempo grazie alle tecnologie di cui questa specie dispone. Lì ho incontrato diverse forme e razze di vita che comunemente non conosciamo.

Che ne pensate a questo punto? 

Forse la maggior parte dell’umanità mi ridicolizzerebbe, pensando che sia stato sotto l’effetto di qualche allucinogeno. Ma perché questa informazione viene ritenuta meno probabile di una guerra in Siria? 

Tra l’altro l’universo è immenso ed è altamente probabile che ci siano altre forme di vita intelligenti. Inoltre arrivare sulle Pleiadi a livello di distanza universale, sarebbe come per una persona che vive a Milano andare a Torino. Quindi, perché è altamente probabile che venga ridicolizzato dalla maggior parte delle persone? 

Semplice; le dichiarazioni di contatti con civiltà extraterrestri sono state ridicolizzate o tenute segrete in migliaia di casi che spaziano dal semplice contadino al super soldato addestrato con i migliori strumenti possibili. 

Questo non significa che tutte le dichiarazioni su contatti con altre forme di vita siano state veritiere, ma semplicemente che, essendo un argomento scottante per gli interessi dei poteri forti è stata attuata una campagna globale di ridicolizzazione.

D’altronde non c’è molto da meravigliarsi se pensiamo che solo circa 400 anni fa, Galileo è stato processato e ridicolizzato con il rischio di pena di morte dal Vaticano per aver detto che la terra è rotonda e gira intorno al sole.

Quindi, cosa ne sappiamo realmente? E come facciamo a sapere se l’informazione che stiamo ricevendo è vera?

Beh, il modo c’è, ma non nasce da un punto di vista razionale. Ad un livello, è attraverso l’intuizione e la capacità di essere in contatto con il proprio sentire che diamo più o meno valore ad un’informazione. 

Vi faccio un esempio vissuto in prima persona.

Intrapresi una discussione con una donna riguardo alle ultime normative attuate dal governo per far fronte ad una delle tante crisi. Lei affermava che l’austerità e il rigore che il presidente Monti chiedeva ai cittadini fossero necessari. Io le spiegai in maniera calma e serena come funziona il sistema monetario globale basato sul signoraggio bancario, per poi portarla a comprendere che in realtà, il debito pubblico non esiste, in quanto non esiste moneta nel mercato per pagare interessi alle banche centrali su moneta che non è mai stata creata da loro, e che quindi non esiste.
 
Fui così preciso e chiaro che non poté ribattere su niente, e mi disse: “Mi stai dicendo che coloro che governano il nostro pianeta sono degli strozzini?” E risposi: “Molto peggio”. Lei, pur non avendo nessuna informazione necessaria per controbattere mi rispose: “No, invece credo che Monti voglia salvare l’Italia”.

Risposta strana, dal momento che le avevo spiegato in termini finanziari concreti che ciò era impossibile, e soprattutto con le norme che stava applicando. Adesso la domanda che sorge è: perché questa risposta?

Molte informazioni inequivocabili vengono rifiutate perché cozzano con delle emozioni che non vogliono essere ascoltate perché troppo dolorose. Per questa donna ad esempio era troppo doloroso emotivamente comprendere che 7 miliardi di persone vengono manipolati tramite guerre, povertà e altre forme di distruzione alla stessa stregua con cui noi facciamo girare dei criceti su una giostra. Era più facile e comodo credere alle false parole di Monti che entrare in contatto con l’emozione di tradimento, dolore e manipolazione che avviene a livello individuale e globale.

A livello umano, infatti, un’informazione è più o meno accettata in relazione alla carica emotiva che porta con sé e non dalla vera realtà dei fatti. Testimoniare un evento per quello che semplicemente è significa accogliere qualsiasi emozione passi attraverso senza rimanerne identificato. Ecco perché anche molti di coloro che sono a conoscenza del complotto globale sono arrabbiati e con sete di vendetta. Vorrebbero riversare l’energia che gli passa attraverso verso coloro da cui pensano sia stata scatenata, senza invece essere in grado di accoglierla ed accettarla per quella che semplicemente è.

Questo infatti è l’unico motivo con cui l’elitè riesce a controllare il mondo, perché la loro propaganda sul terrore e il rischio di povertà va a toccare un tasto dolente in ogni essere umano: la paura della morte. La paura è così tanta che si preferisce sottostare alle loro “soluzioni” dittatoriali, oppure rivoltarsi con violenza contro di loro, piuttosto che entrare in contatto con questa emozione spiacevole.
 
 
                                                                      Kissinger’s quote

Vi siete mai chiesti come l’elitè scatena il cambiamento di cui hanno bisogno per salvaguardare o accrescere i loro interessi? 

Prendiamo l’esempio del 9/11, le torri gemelle.
  • 1. Creano un problema – finto attacco terroristico.
  • 2. Scatenano una reazione del popolo: paura, rabbia, vendetta.
  • 3. Offrono una soluzione – far scoppiare una guerra con coloro che hanno “provocato” il finto attacco per proteggere il paese.
Risultato: sono andati in Afghanistan con il consenso del popolo statunitense depredandoli per i loro fini geopolitici e finanziari, cosa che senza il finto attacco NON sarebbe mai potuta succedere a causa del dissenso del popolo.

Per esempio, come vi sentite, adesso, se vi dico che il piano attuale dell’elitè che comanda il mondo è di uccidere il 90% della popolazione?

Potrebbe essere vero, ed entrare a fondo in questa informazione potrebbe addirittura salvarvi la vita. 

Ma forse c’è troppa paura, troppe emozioni spiacevoli e poi, parliamoci chiaro: è impensabile!
 
Ma quale ebreo mi avrebbe creduto se nel 1932 gli avessi detto che 6 milioni di loro sarebbero morti nei campi di concentramento tedeschi negli anni a seguire? Forse mi avrebbero risposto: “Ma no, è impensabile!”

Questo è il punto! 

Chi comanda il mondo, lo fa attraverso delle informazioni false che vengono usate per controllare le persone, ma affermando a livello pubblico la benevolenza e l’interesse nei confronti del proprio popolo.

C’è solo un motivo per la quale questo accade: perché non siamo ancora capaci di ascoltare ed accogliere le nostre paure più profonde! Per questo molte persone credono o reagiscono arrabbiate a ciò che ancora le televisioni o i giornali dicono.

Il mondo che si manifesta non è nient’altro che il riflesso di ciò accade in noi. Quando lottiamo per qualsiasi cosa, o quando cerchiamo di cambiarla, la mente si mette al di sopra della vita ritenendo cosa sia migliore e peggiore. 

Nella reale accettazione di ciò che è, sorge la comprensione che tutto è perfetto così come è, anche nel dolore più profondo. In questo Vedere cessa la lotta e, di conseguenza, la manifestazione che aveva provocato tale sensazione.

Cosa significa? 

Che il mondo in cui viviamo si trasformerebbe di un’abbondanza e amore mai visti e pensati, se ci fosse l’urgenza di stare con le sensazioni, soprattutto quelle spiacevoli. Ciò non è una tecnica ma qualcosa di inevitabile che accade, quando c’è il riconoscimento che vivere così non ha senso e si è pronti a lasciar andare tutto.

Sii sincero con te stesso e dai un’occhiata al mondo, è questo il modo in cui vuoi che l’umanità viva? Questo è il risultato del nostro vivere insieme? Un mondo dove vige separazione, povertà e distruzione. E’ questa la soluzione che i governanti sono riusciti a fornirci con le loro buone finte intenzioni?

Ma non c’è da arrabbiarsi con l’elitè che comanda il mondo perché non è una loro responsabilità. 

Sono a recitare il ruolo di cui abbiamo bisogno affinché ci risvegliamo come umanità; affinché iniziamo ad ascoltare le emozioni che normalmente rifuggiamo, ed iniziamo ad essere più aperti e ricettivi a qualsiasi cosa ci passi attraverso. E’ una fiducia irremovibile nella vita di cui siamo attori e registi allo stesso tempo.
 
Visto le condizioni attuali in cui viviamo, non vale forse la pena rischiare?

Buon divertimento a tutti,
 
Dharma Cristiano Botti

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