lunedì 12 agosto 2013

Guerra silenziosa di Obama in Yemen

Guerra silenziosa di Obama in Yemen

Con un attacco nella provincia di Lahj i droni americani hanno messo a segno il nono bombardamento in Yemen nell’arco di due settimane, descrivendo i contorni di un’offensiva segreta della Casa Bianca contro basi e militanti di Al Qaeda.
 
Le autorità di Sana’a affermano che in totale sono stati eliminati 38 miliziani di Al Qaeda, in gran parte di nazionalità yemenita ma anche sauditi. Gli attacchi sono iniziati in coincidenza con l’allarme terrorismo che ha portato gli Stati Uniti a chiudere 22 sedi diplomatiche in Nordafrica e Medio Oriente – ora in gran parte riaperte – a seguito dell’intercettazione di comunicazioni fra Ayman al Zawahiri, capo di Al Qaeda, e Nasser Al-Wahishi, capo delle cellule in Yemen da poco nominato vice dell’intera organizzazione. 

Sebbene Washington non ammetta ufficialmente l’offensiva, come il presidente Barack Obama ha ribadito nella conferenza stampa di venerdì, l’obiettivo più importante sembra essere proprio Al-Wahishi, ex segretario di Osama bin Laden in Afghanistan, veterano di Tora Bora e noto con il nome di battaglia di “Abu Basir”. Il ministro della Difesa yemenita, generale Mohammed Nasser Ahmed, e il viceambasciatore americano a Sana’a, Karen Sasahara, si sono incontrati assieme ad alcuni esperti di sicurezza per esaminare le operazioni in corso.

La valutazione degli effetti militari dei droni deve essere bilanciata con le proteste che iniziano a sollevarsi dalla popolazione civile per via dell’impatto delle numerose esplosioni ed anche di uno schieramento ben visibile delle forze americane, come avvenuto all’inizio della settimana quando un aereo spia Usa P-3 Orion ha sorvolato la capitale per oltre dieci ore, è stato visto e sentito, e molte persone hanno fermato le auto in strada per protestare. 

La maggiore difficoltà che l’antiterrorismo incontra è dovuta alla natura stessa di Al Qaeda in Yemen, che si distingue per essere composta di miliziani che appartengono a tribù di villaggi in zone remote, rendendo difficile identificare i miliziani fra la popolazione civile. E’ possibile che proprio in alcune di queste aree tribali si nasconda Al-Wahishi, noto per teorizzare attacchi kamikaze contro le navi che transitano per lo Stretto di Bab el Mandeb.

Fonte: Irib

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