Con un attacco nella provincia di Lahj i droni americani hanno messo a segno il nono bombardamento in Yemen nell’arco di due settimane, descrivendo i contorni di un’offensiva segreta della Casa Bianca contro basi e militanti di Al Qaeda.
Le autorità di Sana’a affermano che in
totale sono stati eliminati 38 miliziani di Al Qaeda, in gran parte di
nazionalità yemenita ma anche sauditi. Gli attacchi sono iniziati in
coincidenza con l’allarme terrorismo che ha portato gli Stati Uniti a
chiudere 22 sedi diplomatiche in Nordafrica e Medio Oriente – ora in
gran parte riaperte – a seguito dell’intercettazione di comunicazioni
fra Ayman al Zawahiri, capo di Al Qaeda, e Nasser Al-Wahishi, capo delle
cellule in Yemen da poco nominato vice dell’intera organizzazione.
Sebbene Washington non ammetta ufficialmente l’offensiva, come il
presidente Barack Obama ha ribadito nella conferenza stampa di venerdì,
l’obiettivo più importante sembra essere proprio Al-Wahishi, ex
segretario di Osama bin Laden in Afghanistan, veterano di Tora Bora e
noto con il nome di battaglia di “Abu Basir”. Il ministro della Difesa
yemenita, generale Mohammed Nasser Ahmed, e il viceambasciatore
americano a Sana’a, Karen Sasahara, si sono incontrati assieme ad alcuni
esperti di sicurezza per esaminare le operazioni in corso.
La valutazione degli effetti militari dei droni deve
essere bilanciata con le proteste che iniziano a sollevarsi dalla
popolazione civile per via dell’impatto delle numerose esplosioni ed
anche di uno schieramento ben visibile delle forze americane, come
avvenuto all’inizio della settimana quando un aereo spia Usa P-3 Orion
ha sorvolato la capitale per oltre dieci ore, è stato visto e sentito, e
molte persone hanno fermato le auto in strada per protestare.
La
maggiore difficoltà che l’antiterrorismo incontra è dovuta alla natura
stessa di Al Qaeda in Yemen, che si distingue per essere composta di
miliziani che appartengono a tribù di villaggi in zone remote, rendendo
difficile identificare i miliziani fra la popolazione civile. E’
possibile che proprio in alcune di queste aree tribali si nasconda
Al-Wahishi, noto per teorizzare attacchi kamikaze contro le navi che
transitano per lo Stretto di Bab el Mandeb.
Fonte: Irib
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