Chi sulla rete pensa di fare “controinformazione”, chi
dedica del tempo nel descrivere e denunciare questa o quella fonte di
potere, vorrebbe, in cuor suo, avere nel suo piccolo un ruolo attivo
nello “scardinamento” del sistema.
E’ un sentimento umano e comprensibile: nel rendersi conto delle grandi
ingiustizie e delle storture del mondo reale, ognuno vorrebbe dare il
proprio contributo per “combattere” l’apparato del potere.
Ecco quindi che l’idea che il proprio lavoro possa essere “censurato”,
che i propri scritti “oscurati”, dà la sensazione di avere davvero un
ruolo in questo gioco, di essere, anche nel proprio piccolo, “temuti”.
Si tratta, in qualche modo, della necessità di dare un volto al nemico:
che sia il governo per mezzo di una sua agenzia, un ricco imprenditore
che controlla i mezzi di informazione, oppure, salendo di livello, gli illuminati o i gesuiti
in persona, è forte la necessità di avere un punto di riferimento
quando si porta avanti una “lotta”, una entità concreta che ci consideri
quali “avversari”, e che possa rivalersi su di noi.
Purtroppo, questo nemico non esiste, o per meglio dire, non gli si può assegnare un volto.
La vera tragedia del mondo occidentale di questi tempi, infatti, per tutti coloro che percepiscono una malattia di fondo dell’intero sistema, è l’impossibilità di definire un vero e proprio bersaglio contro cui scagliarsi.
E’ frustrante analizzare i meccanismi del potere, e poterli esporre, senza che nulla accada.
Senza che “il potere” reagisca in nessun modo, senza che nemmeno un minimo accenno di censura venga applicato.
Durante i totalitarismi del passato, era sufficiente mostrare un
piccolo segno di insofferenza nei confronti del dittatore di turno che
subito si veniva prelevati e tratti in arresto.
Si trattava di situazioni orribili, e noi siamo sicuramente fortunati nel non dover vivere in regimi del genere.
Ma, da un altro punto di vista, chi all’epoca era davvero un uomo, aveva la possibilità di mostrare fino in fondo la sua natura.
C’era qualcosa di concreto contro cui lottare, un senso da dare alla propria sete di giustizia.
Oggi, a noi, questa possibilità viene negata.
Nonostante percepiamo chiaramente l’essenza ipocrita e subdola del
sistema di potere corrotto a cui sottostiamo, sappiamo anche che non abbiamo nessuna via veloce ed “eroica” di reagire.
Sfogandoci al massimo davanti ad uno schermo, vorremmo per qualche
momento convincerci di stare facendo davvero qualcosa di “sovversivo”.
Ma così non è: a differenza dei totalitarismi del passato, quello in cui attualmente viviamo si è fatto molto più sottile, ed all’oppressione diretta ha sostituito un generale velo di indifferenza,
coperto da un oceanico rumore di fondo generato dall’infinito flusso di
informazioni spazzatura e da distrazioni che gli odierni sistemi di
comunicazione sono in grado di creare.
Non è tempo di eroi, questo, non riusciremo mai a vedere negli occhi il drago da combattere.
Santaruina
fonte: http://www.santaruina.it/il-nemico-assente-reprise
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