giovedì 19 marzo 2015

Panopticon

 

"Si imprigiona chi ruba, si imprigiona chi violenta, si imprigiona anche chi uccide. Da dove viene questa strana pratica, e la singolare pretesa di rinchiudere per correggere, avanzata dai codici moderni? Forse una vecchia eredità delle segrete medievali? Una nuova tecnologia, piuttosto: la messa a punto tra il XVI e il XIX secolo, di tutto un insieme di procedure per incasellare, controllare, misurare, addestrare gli individui, per renderli docili e utili nello stesso tempo. Sorveglianza, esercizio, manovre, annotazioni, file e posti, classificazioni, esami, registrazioni. Un sistema per assoggettare i corpi, per dominare le molteplicità umane e manipolare le loro forze si era sviluppato nel corso dei secoli classici: la disciplina." - Michel Foucault
 
Questa l’introduzione a:Sorvegliare e Punire, la Nascita della Prigione’.
 
La Prigione è una linea sbiadita sull’asfalto, un allineamento malfermo di pali, una luce rossa attraverso l’umidità, il reticolato delle scie chimiche, il fracking radioattivo. La prigione è dentro di noi, è la nostra svogliatezza, la ricerca dell’oblio. I carcerieri sono i nostri vicini, il carabiniere sorridente, il parroco umile, l’impiegato nerovestito. Le sbarre sono impalpabili, le sirene d’allarme mute e ben dissimulate. Il secondino procede camminando sulla moquette, i suoi passi non si odono, le sue chiavi sono caramelle. Il rancio è saporito, troppo saporito.

La divisa del carcerato è sempre la stessa. Il barbiere è il medesimo. Un unico tipo di sapone industriale viene servito e l’odore dei corpi dopo le docce comuni è sempre lo stesso.

Controllo, lavoro, punizione e remunerazione. Controllo abbandono, paure e potere. Ricatto, angoscia, dolore e dell’ironia delirante, elargita a iosa sopra un mare di amarissimo nonsenso. Sembrerebbe che la sorveglianza sia l’esigenza primaria, il fine ed anche il mezzo. Chi sorveglia chi? Per quale scopo?

'Forse oggi l'obiettivo non è scoprire quello che siamo, ma rifiutare quello che siamo. Dobbiamo immaginare e costruire ciò che potremmo diventare.'

'Non bisognerebbe dire che l'anima è un'illusione, o un effetto ideologico. Ma che esiste, che ha una realtà, che viene prodotta in permanenza, intorno, alla superficie, all'interno del corpo, mediante il funzionamento di un potere che si esercita su coloro che vengono puniti - in modo più generale su quelli che vengono sorvegliati, addestrati, corretti, sui pazzi, i bambini, gli scolari, i colonizzati, su quelli che vengono legati ad un apparato di produzione e controllo lungo tutta la loro esistenza.'  
 
Michel Foucault
 
 
 

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