martedì 17 marzo 2015

Il Desiderio di 'Fuga'

 
Paul Gauguin, morto nel 1903 a Hiva Oa (un vero e proprio paradiso sulla Terra), ci ha lasciato opere dense ed incoraggianti. Un’altra eredità inattesa ed immeritata che il genere umano stenta ancora oggi del tutto a riconoscere.

Le dimensioni dinamiche e coloristiche originali delle sue opere diverranno un tema di interesse per tutte le generazioni future di artisti mentre il messaggio sotteso delle sue coraggiose scelte esistenziali lasceranno prepotenti e ineludibili suggerimenti alle menti sensibili nei decenni a venire.

Il tema della ‘fuga’ più o meno volontaria è una costante dell’immaginario occidentale, a partire soprattutto dalla rivoluzione industriale in poi. L’abbandono di stili di vita prefissati, orari innaturali e gerarchie predisposte ha fomentato nelle menti ancora libere degli incessanti desideri di abbandono della ‘cosa pubblica’ artefatta. Tale costrutto deleterio si intendeva sostituita da un miraggio più o meno realistico di un ritorno alle origini, ideali o reali che fossero.

Not in my name’ è lo slogan di questo desiderio di abbandono che tutto è tranne che dispersione ed annacquamento: tutt’altro. Alla volontà di individuazione fredda e meccanica della psicoanalisi si contrappone un ironico vagheggiamento di vite altrimenti vissute in pienezza, serenità e condivisione.

Contro tali sentimenti, la macchina dell’odio e della sopraffazione, si è sempre mossa con sorprendente rapidità ed incisività. L’inquisizione per esempio ha distrutto con efficientissima sistematicità tutti i tentativi di reagire ai disumani dictat della 'società piramidale' e della Chiesa Cattolica Romana, frutto ultimo e deleterio di quell’abominio di volontà distruttiva di quell’arconte malevolo di nome Yahweh.

Le possibilità di ‘fuga’ sono oggi ridotte al minimo e lo saranno sempre di più. Non si sfugge dal recinto elettronico che ci stanno ergendo … ‘tutto intorno a noi’. L’elettronica semiautomatica ed i nanobot saranno in grado di monitorare non solo le nostre posizioni ma i pensieri e le velleità, tendendo così a rappresentare la forma ideale di inquisizione: l’inquisizione elettronica predittiva.

Internet (infernet?) è una propaggine di questo assunto: un’avanguardia ferale di quell’esigenza di controllo che è insita nei cervelli malati dei ‘mostri senz’anima’ che vorrebbero ciò che non possiedono e non possederanno mai: la nostra anima.
 
Hiva Oa
 
 

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